~Capitolo 1~

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E' da qualche sera che il mio fratellino continua a dirmi che vede un'ombra bussare alla finestra della sua stanza. E' un ragazzino molto fantasioso, ma deve imparare a distinguere la realtà dalla fantasia. Non ci sarò sempre io a tirarlo fuori dai guai, ma non deve neanche subire quello che ho affrontato con i nostri genitori, lui non sa tutta la storia, è ancora troppo presto.

<Non è vero! Sono coraggioso> continua a cantilenare ogni volta che lo prendo in giro.

<Attento eh che l'ombra viene prenderti se continui a fare il fifone> continuo a ridere mentre mi guarda col broncio. Mi fa tenerezza, è un bravo bambino, quindi cerco di tornare seria e rassicurarlo.

<Dai, lo sai che io ci sono sempre per te. Se succede qualcosa ci penso io a quell'ombra cattiva> gli accarezzo la testa scompigliandogli i capelli

<Nooo Lira, lasciami stareee> si lamenta cercando di allontanarsi

<Ormai sei sotto le mie grinfie, l'ombra deve temermi!> mi abbasso alla sua altezza e gli faccio il solletico mentre si dimena ridendo.

Quella notte, stranamente non riesco ad addormentarmi, c'è qualcosa nei racconti di mio fratello, che mi inquieta; Mi giro e rigiro nel letto. Sento la voce di Alex, penso che si stia lamentando nel sonno, forse un brutto sogno, ma dopo poco sento strani rumori come se qualcuno stesse bussando alla finestra. Mi alzo in silenzio cercando di fare meno rumore possibile, mi affaccio alla porta e lo vedo mentre spalanca la finestra urlando : <Io non ho paura di te, sono coraggioso!>

All' inizio non capisco cosa stia succedendo, entro in stanza per rassicurarlo, ma in quell'istante mi rendo conto che qualcosa è entrato in stanza; afferra mio fratello per il collo del pigiama e lo trascina fuori dalla finestra. Subito corro verso di lui per afferrarlo, ma quell'ombra è troppo forte e finisco per penzolare nel vuoto appesa a mio fratello.

<Riportaci dentro!> urlo all'ombra cercando di non farmi prendere dal panico, ma essa non risponde, anzi, cerca farmi cadere scuotendo Alex, il terrore si fa largo nel mio cuore, ma dopo poco si ferma e mi afferra meglio mettendo me sotto un braccio e mio fratello sotto l'altro.

Mi rendi conto che ormai dimenarmi è rischioso, potrei cadere e perderei per sempre Alex, ma rimanendo lì ho la possibilità di proteggerlo. Sono la sorella maggiore, ho quasi 19 anni, devo essere forte per lui. Lo rassicuro durante il tragitto cercando anche di capire dove ci sta portando, ma l'ombra continua a cambiare direzione, solca quasi le nuvole, è buio e perdo l'orientamento; poco dopo vedo uno strano fumo viola che ci circonda e ci ritroviamo a sorvolare il mare. Incredula strabuzzo gli occhi, ci ritroviamo davanti un isola invasa da fitta vegetazione.

<Alex sta tranquillo, ti proteggerò io> cerco di afferrargli la mano, ma l'ombra ci tiene lontani e appena raggiungiamo l'isola mi lascia cadere rialzandosi di nuovo in volo con mio fratello tra le braccia che piange.

<Ombra schifosa ridammi mio fratello> provo a corrergli dietro ma l'impatto col suolo mi ha fatto perdere l'orientamento, mi gira la testa e cado di nuovo a terra perdendo i sensi definitivamente.

Un rumore di passi mi desta, sollevo lo sguardo e vedo diversi ragazzi intorno a me, indossano tutti dei vecchi vestiti logori, cerco di alzarti ma la testa mi gira e mi accascio al suolo.

<Bene, bene, chi abbiamo qui?> un ragazzo si accovaccia verso di me per guardarmi meglio, allunga un braccio, ma indietreggio <Tranquilla non mordo...forse> sogghigna, un ragazzo biondo dietro di lui si lascia sfuggire una risatina, ma l'altro lo ammonisce con lo sguardo.

Da come tutti gli altri lo guardano si direbbe che è lui che comanda qui, sono tutti terrorizzati dal suo sguardo, a me non fa affatto paura, mi interessa solo ritrovare Alex.

<Dov'è mio fratello?> domando furiosa ancora seduta a terra. Tutti mi ignorano, il capo va verso di loro e li sento bisbigliare:

<Finalmente una donna sull'isola, potremmo divertirci con lei> dice il biondo con un sorrisetto sulle labbra, alludendo a qualcosa che mi fa accapponare la pelle.

L'altro gli lancia uno sguardo tra la delusione e il disgusto. <Chiudetela in gabbia fin quando non deciderò cosa farmene di lei>

<Come vuoi capo> il biondo sembra contrariato ma esegue gli ordini, si avvicina velocemente a me e con tutte le mie forze lo combatto per non farmi prendere, ma mi sovrasta in poco tempo; questo gesto disperato mi fa perdere le ultime energie, mi carica in spalla come se fossi un sacco.

<E' così che si tratta una donna?!> lo ammonisce di nuovo il capo <Da qua, incompetente> mi strappa dalle sue grinfie e mi prende in braccio. Mi tiene tra le sue braccia come se fossi una principessa delle fiabe; l'ultima cosa che vedo prima di svenire è il suo sguardo torvo e severo, ha lineamenti decisi ma allo stesso tempo delicati. Mi lancia un veloce sguardo notando i miei occhi su di lui e poi il vuoto...

Mi risveglio in una gabbia fatta di legno e foglie, sembra piuttosto rudimentale, cerco subito di sfondarla con i piedi ma è molto più resistente di quanto sembri. Provo con tutte le mie forze ma la gabbia non cede.

<Hai finito?> una voce dietro di me mi fa trasalire, mi giro ed è lo stesso ragazzo che mi ha presa in braccio.

<Che cosa vuoi da me?> gli urlo infuriata

<Da te niente, sei tu che sei piombata sulla mia isola, non eri prevista> ti spiega con tono pacato.

<Allora ridammi mio fratello e me ne andrò> contratto stizzita

<Lui è mio ormai> ribatte con un sorrisetto furbo.

<Mai! E' mio fratello e lo riporterò a casa con me dalla nostra famiglia> sbraito nella gabbia. Famiglia... che grande parola che hai usato, se lui sapesse...

<Ormai è questa la sua nuova famiglia, dovrai accettarlo> mi fa un sorrisetto

<Stronzo, troverò il mio di andarcene da qui>

<Avanti, provaci, puoi sempre tornare a casa a nuoto> ribatte, stavolta il suo sguardo si fa più duro e aspro. Fa per andarsene, ma continuo a scalciare contro la gabbia con tutte le forze.

<Sei un tosta eh!> si rigira e mi guarda negli occhi con sguardo di sfida , poco dopo, il suo tono diventa ancora più severo e pericoloso, allunga rapidamente un braccio nella gabbia e mi afferra il collo < Ma non sfidarmi, sappi che so essere molto cattivo> mi lascia e si allontana velocemente.

Cado a terra e resto lì ancora senza fiato, sto provando a concentrarmi, a escogitare un piano di fuga, ma adesso vorrei solo piangere. Ho paura, sono terrorizzata, su un isola sconosciuta circondata da banditi e mare e in più non ho modo di raggiungere mio fratello e assicurarmi che stia bene. Sono bloccata qui, impotente.

Il sole finalmente sorge e mi godo un spettacolo che mi fa dimenticare per un po l'incubo che sto vivendo. E' quasi una favola: un ombra antropomorfa ci porta fluttuando su un isola misteriosa piena di ragazzi e come capo un altrettanto ragazzino che si comporta da tiranno spietato. Mi pare di aver letto qualcosa di simile. E in quel momento un nome mi balza in mente...Peter pan. Ma non può essere, è una favola per bambini. Tutta questa situazione mi sta dando alla testa, sto impazzendo.


You got FireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora