~Capitolo 2~

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Il sole si alza sempre più e ogni tanto passa qualcuno di quei ragazzi a controllarmi.

Mi girano intorno in silenzio e se ne vanno. Dopo poco viene quel ragazzo biondo con cui ho lottato, decido di provocarlo, non ho niente da perdere, magari per disperazione mi dirà dov'è Alex.

<Hey idiota, come ci si sente a vincere contro una ragazza stordita?> gli dico beffarda

<Che cazzo hai detto!?> si avvicina a gran passi, adirato

<Hai sentito bene, codardo> continuo

<Non farmi incazzare ragazzina>

Ragazzina, ma chi si crede di essere? Avrà all'incirca la mia età.

<Sennò che mi fai?> lo sfido

<Oh non immagini neanche> poco dopo si fruga in tasca, prende delle chiavi e avvicinandole alle sbarre compare una serratura; sta per inserirle, ma una voce alle sue spalle lo bocca.

<Basta così Felix> è di nuovo quel ragazzo, spunta ovunque, <ti stai veramente facendo raggirare in questo modo insulso?> lo rimprovera con sguardo deluso.

<Ma capo... io-> cerca di giustificarsi

<Và> taglia corto, l'altro china il capo e si allontana velocemente. Appena il biondo se ne va, il ragazzo punta lo sguardo su di me.

<Sei astuta, lo ammetto, qualcun' altro al tuo posto si sarebbe già disperato, invece tu non demordi, hai grinta> mi scruta dall'alto al basso con un sorrisetto compiaciuto, restiamo qualche istante entrambi immobili, poi torna lucido e si allontana in silenzio.

Poco tempo dopo compare un altro ragazzo che non avevo ancora notato, con un piatto di legno pieno di frutti che non ho mai visto. Il ragazzo, che sembra molto più piccolo degli altri, nota il mio sguardo perplesso riguardo il cibo:

<Non hai mai visto della frutta?> chiede curioso

<si che l'ho vista, ma non questa> rispondo stranita

<Qui crescono molti tipi rari, è un posto speciale> si rende subito conto di aver detto troppo e scappa via di corsa imbarazzato. E' un isola speciale? In che senso? Forse sto travisando, ma perchè il ragazzino sarebbe dovuto scappare in questo modo? Vabbè cerco di non pensarci, ora penso solo al cibo. I frutti sono molto dolci e succosi, li mangio con calma gustandomi la polpa.

<Buono eh?> una voce mi coglie alla sprovvista di nuovo

<sei di nuovo qui> gli lancio uno sguardo infastidito

<Vedo che ti sono mancato> sorride

<per niente, brutto rapitore> gli lancio un'altra occhiataccia

<Brutto?> mette il broncio <così mi offendi>si allunga una mano al petto come segno di ferita.

<Bruttissimo> insisto camuffando il mio sorrisetto divertito. Ride di gusto e continua a fissarmi

<Oltre a rapitore, sei anche un guardone>

<Lo aggiungerò alla lista di soprannomi che mi hanno affibbiato> ribatte divertito

<Mi lasci mangiare in pace?> sbuffo, non risponde, torna serio e si allontana.

Passano altre ore e non vedo traccia di nessuno, neanche un rumore. Forse il loro accampamento è lontano. Cala la notte e io fatico a tenere gli occhi aperti, devo rimanere lucida ma ho così tanto sonno. Crollo miseramente e mi risveglio l'indomani col sole che mi acceca.

<Ben svegliata, dormigliona>è sempre lui, ha quel tono così saccente e fastidioso.

Non mi sono svegliata affatto col piede giusto, ho sete di guerra.

<Mi sono stufata di giocare, voglio vedere mio fratello>

<E io cosa ci guadagno?> ha sempre la risposta pronta

<Che forse non ti ucciderò nel sonno una volta che mi sarò liberata da questa gabbia>

Alza le sopracciglia sorpreso <Wow, tu hai il fuoco> fa qualche passo verso di me e poggia una mano sulla gabbia<io adoro il fuoco> sussurra, il suo sguardo mi raggela il sangue, deglutisco turbata.

<Che succede? Sono riuscito a zittirti!?> cambia espressione.

<Ti piacerebbe> ribatto tornando in me.

<Mh... forse> mi lancia un ultimo sorrisetto e si allontana di nuovo.

<Fammi vedere mio fratello>lo supplico, lui si ferma per un istante ma poi sparisce tra gli alberi.

Dannazione, di questo passo non riuscirò mai a trovare mio fratello, tantomeno portarlo via a da qui.

Dopo un pò, arriva un ragazzo a portarmi altra frutta; Quella sera stessa arriva un ragazzo diverso con piatto pieni di selvaggina arrosto, ha un aspetto davvero invitante, di solito evito di mangiare carne, ma sto proprio morendo di fame, mi fanno mangiare pochissimo di solito e devo approfittare.

Divoro la coscia voracemente, è così morbida e succosa, dannatamente deliziosa. Ho costantemente la sensazione essere osservata, ma non vedo niente, la notte mi è nemica ma qualcosa mi dice che qualcun altro non la pensa affatto come me...

Lascio correre, non posso fare niente, mi arrendo alla situazione. Mi addormento sconsolata.

La giornata successiva passa allo stesso modo, tranne che questa volta non riesco ad addormentarmi, la gabbia è scomoda e la luce della luna è dannatamente accecante. All'improvviso vedo dei cespugli muoversi in lontananza, delle voci si fanno sempre più nitide: è il ragazzo biondo e altri ragazzi che ho visto di sfuggita. Il primo ha un sorrisetto malizioso sul viso.

<Il capo ti sta trattando troppo bene , tocca a me farti capire il posto che ti meriti>

Estrae le chiavi della tasca e apre la gabbia, indietreggio il più possibile ma mi afferra e mi tira fuori

<Cosa vuoi fare?> gli domando terrorizzata, ma cerco di non darlo a vedere.

Gli altri ragazzi mi circondano velocemente, mi afferrano le braccia, cerco di dimenarmi il più possibile. Uno perde per un istante l'equilibrio e approfitto per dargli un calcio, mi libero dalla sua prese e mi libero facilmente dell' altro grazie al quel momento di confusione. Sfrutto l'occasione e inizio a correre il più velocemente possibile verso la fitta foresta, ma in poco tempo il biondo mi raggiunge. Mi afferra dal retro della maglia e mi tira giù con la sua forza. Si posiziona su di me tenendomi le braccia bloccate ai lati della testa

<Non hai ancora capito chi comanda qui? Ti renderò molto docile> sembra una minaccia, cerco di dimenarmi il più possibile ma non molla la presa

<Lasciami andare stronzo> grido dimenandomi

<Quando avrò finito con te, non avrai la forza neanche di camminare> fa un altro sorrisetto compiaciuto premendo il suo ventre sul mio.

<Fai schifo, brutto pervertito> continuo a dimenarmi con tutte le forze, scalcio e impreco.

<Non vuoi arrenderti eh? Allora dovrò passare alle maniere forti> toglie la mano dalla mia e la usa per afferrarmi il collo, stringe sempre di più; Il panico inizia a prendere il sopravvento, non so più che fare.

<Basta così Felix> una voce... quella voce. Ormai è diventata inconfondibile. <Hai disubbidito ai miei ordini> dice con tono severo e sguardo agghiacciante.











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