~Capitolo 3~

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Il biondo si blocca all'istante, mi da modo di liberarmi dalla sua presa e in poco tempo sono in piedi.

<Peter, volevo impartirle una lezione> cerca di giustificarsi

<Felix> lo guarda truce <hai appena commesso tre errori in una frase sola>

<Capo, mi dispiace, volevo che la ragazza capisse> deglutisce imbarazzato

< Dalle il tuo coltello e vattene> sentenza sospirando <Domani deciderò la tua punizione, adesso va'>

L'altro abbassa la testa, mi lancia uno sguardo di sfida e mi da il suo coltello, rispondo con un sorrisetto e stringo il coltello tra le dita.

Poi poso lo sguardo sull'altro, Peter, cerco di capire cosa ha in mente. Perché mi ha dato un arma, che vuole da me?

<Avanti, battiti con me> afferma sorridendo. Lo guardo altamente confusa <fammi vedere di cosa sei capace>

Mi sta palesemente prendendo in giro, ma colgo l'occasione, magari riesco a correre e cercare mio fratello. Lo affronto, faccio il primo passo, scatto In avanti e cerco di colpirlo; si sposta a destra in velocità allucinante, continuo a colpire ma lui si sposta ogni volta. Ha le braccia incrociate dietro la schiena e sorride divertito ogni volta che mi vede fallire. Non demordo e cerco prendere dimestichezza con lo sguardo per seguire i suoi movimenti. Ma è dannatamente veloce.

<Ti arrendi?> dice appena mi vede rallentare, col fiatone.

<Mai> affermo riprendendo fiato, lui sorride e si lecca i denti. Faccio per colpirlo di nuovo ma sparisce nel nulla. Mi guardo intorno ma non lo vedo più.

Sento un fischio sopra di me, alzo lo sguardo e lo vedo sospeso nel vuoto, scende in picchiata e mi afferra sotto le braccia tirandomi su con lui. Lancio un grido e poggio istintivamente la testa sul  suo petto, terrorizzata.

<Mettimi giù> grido spaventata, dimenandomi, mi afferra meglio, stringendomi le braccia intorno ai fianchi.

<Stringiti a me, ti faccio vedere l'isola, di notte è ancora più bella> cos'è questa benevolenza da parte sua? A che gioco sta giocando? Da un lato sono preoccupata della situazione: sto letteralmente volando abbracciata al mio sequestratore, come se volare fosse normale, e dall'altro lato colgo l'occasione per farmi un idea di come è fatta l'isola e dove potrebbe essere Alex.

Faccio un lungo respiro e mi tranquillizzo, faccio come dice, stringo le braccia intorno al suo corpo e mi stacco dal suo petto per guardarmi intorno. Appena mi vede salda, sale ancora di più, superiamo gli alberi, riesco a distinguere un piccolo accampamento con dei focolai accesi a qualche centinaio di metri dalla mia gabbia...come sospettavo. Imperterrito sale ancora di più. ora vedo anche il mare, ma mi sporgo troppo e il panico mi assale.

<o mio dio no no no siamo troppo in alto> mi dimeno guardando giù

<Ehy, sta tranquilla> cerca di rassicurarmi

<No no no, fammi scendereeee> ormai non ragiono più

<Come desideri> dallo sguardo che fa, sembra un invito a nozze. Allarga le braccia e resto aggrappata al suo corpo con tutta la forza, mi guarda divertito mentre agito i piedi nel panico.

<No no no, ti prego, non lasciarmi> lo guardo in lacrime.

<uh è una dichiarazione?> scherza, si burla costantemente di me.

<Ti prego> ripeto con tono strozzato.

<D'accordo, d'accordo> sbuffa e riavvolge le braccia intorno al mio corpo tirandomi su.

Sorvoliamo lentamente l'isola, inizio a godermi il panorama, osservo il cielo stellato, poi guardo il mare. E' tutto così magicamente silenzioso, inizio a sentirmi veramente in una favola. Peter nota il mio sguardo incantato e sospira rallegrato.

<Ti è piaciuto il tour dell'sola?> mi chiede scendendo delicatamente.

Cerco di non dargli soddisfazioni, ma il mio sguardo mi tradisce, ho ancora il sorriso stampato in faccia.

Una volta scesa, mi stacco dalla sua presa, mi afferra delicatamente il braccio per riportarmi in cella ma mi blocco sul posto. Provo ad avanzare una pretesa.

<Non è che potrei dormire in un posto più comodo di questo?> chiedo timidamente

<Bhe> fa un passo deciso verso di me lasciandosi sfuggire una risatina <ci sarebbe un posto libero nel mio letto>

Indietreggio indignata <Preferisco di gran lunga marcire nella gabbia piuttosto che condividere qualcosa con te>

<Non mi aspettavo niente di meno da te> risponde soddisfatto, lo ignoro e mi giro verso la gabbia sto per entrare ma mi blocca per il braccio:

<Forse ce l'ho un posto per te>

<E' un altro imbroglio?> lo guardo interdetta

<Ti tocca scoprirlo> mi punzecchia, roteo gli occhi e sbuffo ma poi mi arrendo e lo seguo nel bosco.

<E' un posto che riservo per gli ospiti speciali> spiega fermandosi ai piedi di un imponente albero <Guarda sù>

Alzo lo sguardo ed è a tutti gli effetti una casetta sull'albero, bussa sulla corteccia e scende una scaletta.

<Prego> mi fa segno di salire. Salgo cautamente e spingo la porta per entrare; E' piccola ma accogliente: c'è un letto con design antico, la testiera e struttura intorno sono di legno levigato e accanto c'è una scrivania dello stesso stile e c'è anche una finestra aperta . Avanzo e mi siedo sul letto, testando la comodità.

<Buonanotte> dice Peter prima di richiudersi la porta alle spalle, aspetto un pò e mi fiondo verso la porta cercando di aprirla , giro il pomello, la prendo a calci, ma niente da fare... mi arrendo sbuffando e mi siedo sul letto sconsolata. Poco dopo vedo attraverso la finestra, Peter che si allontana dall'albero ridendo, si gira verso di me e mi fa un gesto di saluto, mi abbasso subito sperando non mi abbia vista... ma non credo proprio. Beccata! Anche se sono sicura che se lo aspettava da me.

Poggio la testa sul cuscino e sprofondo in un intenso sonno.

L'indomani mi sveglia il bussare alla porta, mi alzo ancora frastornata dal sonno.

<Peter che ci fai qui?> gli domando sbadigliando come se avesse bussato alla mia casa...

<Ehm cos'è tutta questa confidenza?> chiede stupito <Ti ricordo che secondo te io sono un brutto rapitore>

<Ed è quello che sei> ritorno in me guardandolo infastidita.

<Forza scendi, non farmi perdere altro tempo> il suo sguardo torna ad essere come la prima volta che l'ho visto

<Cosa? Perchè?>

<Guarda che qui non sei in vacanza, sei una prigioniera, fai quello che dico quando lo dico>

Io lo ignoro e torno verso il letto, ma mi blocca il polso e mi gira verso di lui.

<Devo prenderti con la forza?> alza il sopracciglio

<No> dico con un filo di voce e lo seguo giù. Poco dopo arriviamo alla gabbia e ci entro in silenzio.

<Brava ragazza> dice soddisfatto prima di andarsene. Gli faccio il dito medio alla spalle, ma dalla risatina che ha tirato mi sa che lo ha capito.





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