~Capitolo 4~

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Qualche ora dopo ritorna a farmi visita, sbuffo appena lo vedo.

<Ti conviene fare la brava, ti ho portato qualcuno che potrebbe interessarti>  lo guardo confusa, qualche istante dopo fa un fischio e spunta un ragazzo che tiene per mano...  mio fratello, si è  proprio lui.

<Alex> strillo commossa  appena lo vedo corrermi incontro. Allungo le braccia il più possibile attraverso le sbarre per abbracciarlo

<Sorellona> singhiozza, gli poggio le mani sulle guance

<Come stai? Come ti trattano? Ti fanno mangiare?> chiedo preoccupata

<Tranquilla Lira, mi trattano bene> risponde ma poi gli torna il broncio <però mi manca casa, i miei amici, i miei giochi> singhiozza tra le lacrime <dici che adesso che è successa questa cosa, i nostri genitori decideranno di tornare da noi?> spalanco gli occhi sconvolta

 Questa frase mi distrugge l'anima, le mie certezze crollano, un vuoto si impadronisce del mio cuore. Inizio a piangere a dirotto, mi stringo il petto tra i singhiozzi.

Peter avanza verso Alex e lo prende in braccio: <La tua sorellona non si sente bene, è meglio non disturbarla>

<Lascialo stare>grido furiosa, lui mi ignora e se ne vanno lasciandomi nella disperazione più totale.

Passo il resto della giornata a piangere, vengono due ragazzi a portarmi il pranzo ma mi rifiuto di mangiare; ritornano la sera e mi trovano in uno stato pietoso: sono rannicchiata col viso rigato dalle lacrime e gli occhi rossi. Mi lasciano anche il secondo piatto a terra e se ne vanno.

Poco prima che la luna raggiunga la sua massima magnificenza, sento una presenza che mi osserva, ho imparato a riconoscerlo. Alzo gli occhi ed eccolo lì: Peter con le braccia incrociate, appoggiato ad un albero che mi scruta col suo solito sorrisetto furbo.

Subito gli lancio uno sguardo infuriato.

<Che altro vuoi da me? Non ti sei già divertito abbastanza?> il mio tono è un misto di disperazione e furia omicida.

<Sono venuto in pace> alza le braccia in segno di resa <ho deciso che potrai rimanere nella casetta> fa un sorriso innocente.

<È un trucchetto? Cosa vuoi in cambio?> lo scruto perplessa, lui sorride in risposta.

<Vedilo come gesto di magnanimità> sorride

<Non ci credo> ribatti fredda

<Allora facciamo che il favore lo riscatterò più avanti >

<A patto che non tornerò più in questa schifosa gabbia> contratto

<D'accordo> allunga la mano nella gabbia per sancire il patto... come se non stessi contrattando con uno sporco rapitore, subdolo, meschino e tutti gli altri insulti che mi vengono in mente.

Abbasso lo sguardo verso la mano e poi guardo lui infastidita.

<Ok niente mano> la ritrae, gira la chiave nella serratura e mi lascia uscire, mi scorta verso la casa e mi lascia salire da sola.

Mi fiondo immediatamente verso il letto e mi ci butto sopra, ci metto poco a prendere sonno, sono distrutta dalla ennesima giornata da prigioniera.

L'indomani sento bussare, cammino verso la porta stropicciandomi gli occhi.

<Colazione in camera.> annuncia Peter, lo guardo sbadigliando e mi prendo il piatto di frutta <neanche un grazie?> mette il broncio.

Sono tentata di fargli il dito medio di nuovo ma non voglio tirare troppo la corda, voglio restare qui finché non trovo il modo di scappare.

Gli lancio il sorriso più sincero che riesco a fare e vado a mangiare sul letto. Lui fa uno sbuffo divertito e se ne va.

Ritorna altre due volte durante la giornata per portami i pasti, inizia a viziarmi, ma non resta e né tantomeno mi rivolge parola.

Fa lo stesso anche il giorno seguente e io nel mentre, a pancia piena inizio a visualizzare qualche piano possibile, un modo di scappare ma ci sono veramente tanti intoppi, troppe situazioni pericolose da affrontare.

Dovrei innanzitutto trovare il modo di scappare da questa casa inespugnabile, ho provato a sfornare porta e finestra in ogni modo possibile, ma è tutto inutile. Poi dovrei trovare Alex, quello è fattibile, ma poi stando alla possibilità che riusciamo a seminare l'esercito di Peter e lui stesso...come cavolo ci torniamo a casa? Non so in che parte del mondo ci troviamo, non ho una barca e né tantomeno so come guidarla.

Cammino avanti e dietro, scervellandomi in tutti i modi, ma più penso e meno vedo soluzioni fattibili.

Mi rassegno al fatto che dovrò barattare in qualche modo la mia libertà con Peter, almeno convincerlo a farmi stare con Alex. Ma come? Cosa potrebbe mai volere da me? Non ho niente, sono una povera orfana disperata che lotta ogni giorno, sia qui che a casa, per suo fratello, per far aver ad entrambi una vita dignitosa.

Il giorno seguente, appena entrato, inizio a ripetergli costantemente di farmi rivedere mio fratello, lui si limita a scuotere il capo ed andarsene. Allora appena ritorna lo rifaccio ancora e ancora. Quando torna per cena, mi trova piazzata davanti la soglia a braccia incrociate.

<Voglio stare con mio fratello> scandisco con tono serio. Incrocio le braccia e mi piazzo davanti per non farlo passare.

<Non ti arrendi eh> mi squadra sbuffando<okok ho capito> dice sfinito cercando di entrare <ti farò vedere tuo fratello ma in cambio devi darmi qualcosa>

<Cosa?> lo guardo confusa

< Qualcosa che voglio, qualcosa che mi stupirebbe> spiega. <Hai tutta la notte per pensarci, dammi qualcosa che solo tu puoi darmi e ti accontenterò>

Lascia il piatto e se ne va in silenzio.

Mi siedo sul letto pensierosa. Gli piacciono i giochi di parole e gli piace essere colto alla sprovvista, gli sto dando filo da torcere ed è quello che si aspetta da me, ma forse non si aspetterebbe un qualche tipo di accondiscendenza da parte mia...Pensa Lira pensa.

Tutto mi porta ad un'unica e semplice conclusione. Devo solo accettarla. Devo farlo per mio fratello. E' un pò rischioso, ma devo provarci.

Credo che questo non se lo aspetterebbe mai da me, spero che non sia sempre stato questo il suo piano fin dall'inizio, anche se così fosse avrebbe potuto prendersi quello che voleva in qualsiasi momento... invece ha aspettato che fosse una mia decisione.

È tremendamente astuto. Faccio un sorrisetto, ma subito torno seria. Non devo dargli soddisfazioni. Continuo a ripetermi che lo farò solo per mio fratello, ma comincio a non crederci più.

Mi addormento un pó preoccupata per quello che dovrò fare. Non è da me, non so minimamente come ci si comporta in queste situazioni. 










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