2. Ronald

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ALASTOR'S POV
Sono già le 11:37 quando finisco il primo turno di notizie.

Davvero orripilanti e anche poco originali.

Come al solito, la famosa coppia cannibale Hawtons hanno fatto fuori gli ennesimi hellborns, la mocciosa principessa Charlie ha fatto l'ennesima richiesta per sponsorizzare il suo Happy Hotel, Valentino è stato beccato a spacciare droga...

Senza neanche rendermene conto, le gambe mi hanno portato davanti alla porta dello studio di Vox.

Lui mi da le spalle, seduto sulla sua classica iconica portona blu, mentre di fronte abbiamo il nuovo giornalista - Ronald mi pare che si chiami, ha una strana maschera sul viso, tipo quella che indossavano i dottori della peste - a cui Vox ha deciso di rilasciare un'intervista per farlo conoscere meglio al pubblico e anche per metterlo a proprio agio con lo studio.

Li osservo dialogare attraverso i vetri, e curioso come non mai, mi materializzo dietro Travis, intento a sistemare la videocamera per mettere in primo piano Vox.

Oggi ha un che di strano, e ovviamente ho intenzione di scoprirlo.

"Da quando ti interessa sapere come sta Vox?" mi chiede il mio bastone-microfono.

Vero, effettivamente da quando mi interessa?

Decido di non pensarci più di tanto e mi concentro sul dialogo dei due.

<<Quindi Ronald, ora raccontaci di te - sai la gente ama parlare di sé stessi. Come mai qui all'inferno?>>

<<Mh, non lo so neanche io in realtà! Mi sono ritrovato qui per sbaglio, girovagavo per una strada di...>>

Avevo smesso di ascoltare, stavo studiando l'aspetto del nuovo arrivato: sembrava abbastanza formale, probabilmente introverso, mingherlino, indossa un cappotto nero e dei pantaloni eleganti blu scuro a quadri - molto fuori moda a parer mio. Ha dei capelli argentati pieni di gel, la maschera a punta nera che gli copre il viso e lascia a malapena intravedere gli occhi, che mi accorgo essere luminosi. Ma non come quelli degli hellborns, sono molto più luminosi...

<<Perfetto Ronald, ti ringraziamo per la tua noiosa intervista e non vediamo veramente l'ora di vederti in uno dei prossimi servizi!>> Vox ricalaca la parola 'non', come a sottolineare che non è per nulla portato.

Non lo biasimo, sta antipatico anche a me.

Soprattutto per i suoi occhi...

Intanto Vox si è avvicinato a me.

<<Allora, my deer, come è andata la prima parte di mattinata?>> mi dice, appoggiandosi con noncuranza a una telecamera che un demone provava e sistemare.

<<Solite notizie mio caro, nulla di tanto rilevante da poter animare le nostre conversazioni.>>

<<Non mi porti mai nulla di interessante... ma comunque, che ne pensi di quel tipo?>> dice indicando Ronald, poi riprende a parlare: <<Per me è proprio una schiappa, ma potrebbe avere del potenziale fuori al lavoro...>>

<<A me non convince affatto>> lo interrompo. <<I suoi occhi non mi piacciono per niente, sono troppo luminosi per un demone.>>

<<Ma forse quello gli occhi non li ha neanche!>>

<<Li ha, fidati, ma li copre con la maschera.>>

<<Per me rimane Ronald-occhi-invisibili.>>

Non continuo la conversazione, faccio per uscire ma Vox mi segue.

Giro solo la testa. <<Mh?>>

<<Senti, ti va di andare al nuovo bar alla punta del pentagramma...>>

<<Non so>> lo interrompo. <<Non ho molta voglia di uscire, anche perché oggi ho il turno pieno, fino alle 18...>>

<<Dammi risposta entro le 17, va bene?>>

Non l'ho neanche sentito. Che gli dico?

<<Ehm, sì, va bene...>> improvviso.

Vedo un sorriso soddisfatto sullo schermo di Vox. <<D'accordo, au revoir!>>

Io però mi sono già allontanato, pronto per iniziare il secondo turno.

Strangely.. mine? ~Radiostatic~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora