19. Il Primo Passo Per Perdonare

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KAYA

Nei giorni successivi, le lezioni andarono avanti come al solito. Oggi è l'ultima giornata di scuola prima delle vacanze estive. Mancano solamente poche settimane al ritiro e non vedo davvero l'ora! 

La campanella di fine mattinata suonò dando inizio alla pausa pranzo. Le ragazze si alzarono e mi fecero segno di raggiungerle. Infilai i libri nella borsa alla rinfusa e feci per allontanarmi, ma qualcuno mi afferrò per il polso. Mi voltai e vidi che si trattava di Katsuki. 

"Quante volte ancora devo dirti che non devi toccarmi?!". Provai a liberarmi, ma il ragazzo me lo impedì e anzi strinse maggiormente la presa sul mio polso. "Lasciami subito"- ordinai a denti stretti. Il ragazzo non rispose e continuò a tenermi per il polso. Tiene la testa bassa. Evita il mio sguardo e sembra quasi come se stia cercando di dirmi qualcosa e che quel qualcosa gli costi una fatica enorme. 

"Katsuki ti ho detto di lasciarmi!"- ribadii infastidita. "No"- disse lui di punto in bianco. "Senti non è una cosa che dico spesso, quindi chiudi quella cazzo di bocca e ascoltami". Restai colpita da quel suo repentino cambio di tono. "Io...mi sento male per quello che ho fatto". 

La sua voce è impercettibile, quasi un sussurro. Mi sarei aspettata di sentire di tutto da lui, ma non questo. Ha davvero detto quelle parole o sto solo sognando? La presa ferrea del biondo attorno al mio polso, mi fece capire che è tutto vero. Sospirai e mi ripresi dallo stupore iniziale.

BAKUGO

"Ti stai scusando con me?"- chiese Kaya come per avere conferma. Tenni lo sguardo basso, incapace di fare diversamente. "Si...mi dispiace". Pronunciare quelle parole per me fu come liberarmi da un peso. "Ok, non ti perdono". 

Quella frase mi spiazzò completamente. Alzai lo sguardo per guardarla. Sul suo viso non c'è la minima traccia di perplessità. E' completamente inespressiva e non trasmette alcuna emozione. "Kaya ho detto che mi dispiace"- ripetei. "Si, ho capito e io non ti perdono"- ribadì la ragazza determinata. 

Restai completamente di sasso. Sta facendo sul serio. Sentii il peso di cui pensavo di essermi liberato, tornare a farsi sentire, stavolta ancora più di prima. Allentai la presa sul suo polso e lei ne approfittò per liberarsi. 

"Ehm...Kaya non credo che tu abbia capito che cosa è appena successo..."- disse quella scartina dai capelli verde broccolo avvicinandosi a noi. "Kacchan si sta scusando con te. Questa potrebbe essere l'ultima volta che-". "No Izuku, non se la caverà così!"- disse Kaya interrompendolo per poi rivolgersi nuovamente a me. "Tu non hai ancora capito. Dovrai convivere con questa tua azione di merda per il resto della tua vita! E devi sapere che per me non andrà mai e poi mai bene!". 

La guardai negli occhi per qualche secondo. Ci lessi dentro tutta la rabbia che cerca di reprimere, ma riuscii a scorgere anche qualcos'altro: la sofferenza. L'ho ferita e nonostante lei cerchi di non farmelo vedere, i suoi occhi non mentono. "Gli occhi sono lo specchio dell'anima, Katsuki". E' una frase che mia madre mi ha detto tanto tempo fa. Non avrei mai immaginato che potesse essere vero. 

Detto questo, Kaya si voltò e raggiunse le altre ragazze, dirigendosi verso la mensa. Restai lì fermo come uno stupido cercando di metabolizzare quello che è appena successo. Mi sono scusato eppure non è bastato. 

"Sei stato bravo"- disse Kirishima dandomi una pacca sulla spalla. "Bravo? Non sono riuscito a combinare un cazzo di niente!"- dissi frustrato. "E' vero, ma è comunque un primo passo. Vedrai che col tempo, Kaya riuscirà a perdonarti. Devi solo continuare a provarci". Il rosso mi sorrise amichevolmente e uscì dalla classe insieme al pikachu elettrico. La scartina dai capelli verdi li seguì. 

ETERNALLY MINE - BAKUGO KATSUKIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora