Capitolo 4

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Louis

-E i tuoi genitori?- le chiedo curioso.

Lei sembra pensare alla risposta da dare poi schiude le labbra ed inizia a parlare.

- Morti entrambi. Mio padre non lo ho mai conosciuto mentre mamma è morta quando avevo undici anni-.

Le strigo la spalla con una mano come per dire che mi dispiace.

- Deve essere stata dura per te- osserva Nate.

- Dopo la morte di mia madre la mia vita era finita, ho passato un periodo terribile, poi però all' età di tredici anni mi sono detta che non potevo più continuare così e quindi ho smesso di soffrire- pronuncia queste parole guardando il bicchiere davanti a sè.  

Quando poco  fa le ho dato la mia felpa - che indossa ancora-  guardandola negli occhi però non ho fatto altro che vedervi tanto dolore.

Quanto deve aver sofferto una ragazza così giovane per provare a dimenticare il passato e creare un presente completamente ignoto a lei?

- Sei nata qui, a Brighton?- domanda Will.

-No, a Londra. Dopo la morte di mamma sono venuta a vivere qua da mia zia e appena ne ho avuta l'occasione mi sono trasferita. Adesso però basta parlare di me, ditemi qualcosa di voi- aggiunge Fanny con un sorriso.

- Da quanto vi conoscete?-

-Io e Nate siamo fratelli...- provo a dire ma vengo interrotto da lui.

- Purtroppo- dice facendo ridere tutti.

- Hahaha. Molto divertente- lo sbeffeggio io.

- Non lo pensa davvero, sono inseparabili- dice Will.

- Beh, non solo noi lo siamo, vero Hadson?- osserva Nate.

- Mi sono persa qualcosa?- chiede Fanny.

- Hadson e Will stanno insieme- la informa Noah.

- Wow, sono felice per voi ragazzi- dice lei con un sorriso.

- E tu Noah?- chiede Fanny.

- Cosa?- risponde lui bevendo un sorso di birra.

- Qualcosa su di te?- chiede lei.

-Lui è ricco- dice Nate.

 Noah per poco non sputa la birra. Fanny inizia a ridere divertita, seguita da tutti noi.

- Voi non conoscete prioprio il concetto di privacy- dice Noah ridendo.

- Neanche tu se è per questo- gli fa notare Hadson riferito al suo intervento di poco fa.

- Questi sono solo dettagli- cerca di sdrammatizzare Noah.

Mi giro verso Fanny e noto che spontaneamente il mio braccio si è allungato dietro le sue spalle, appoggiato alla spalliera della panca. Lei non si ritrae anzi, si strige alla mia felpa a si appoggia con la schiena alla panca.

I nostri occhi si incontrano e vedo che le sue risate si trasformano in un sorriso, un sorriso vero, reale, uno di quei sorrisi che ti ricordi per tutta la vita, uno di quei sorrisi che la vita te la segnano.

Uno di quei sorrisi che quando si è vecchi si raccontano ai nipoti.

Io posso giurare che quello lo racconterò.



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