Capitolo 11

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Fanny

Mi vesto e indosso la sua felpa, la felpa che lui mi ha dato e che io non ho mai lasciato.

Il suo profumo all'ebano è lentamente svanito dal tessuto grigio, ma io lo ricordo benissimo.

Non riesco a non pensare a quel profumo, a quegli occhi, a quei capelli, a quelle labbra.

Alle sue labbra.

Quelle che io non ho avuto il coraggio di baciare.

Quando sono con lui tutti i sorrisi tirati, le risatine finte, il pensiero costante di essere da un'altra parte scompare.

Quando c'è lui scompare tutto.

Tutto ciò che è indispensabile per essere una normalissima ragazza di ventuno anni con lui non serve.

Cammino lentamente per i corridoi dell'università, controllando le notifiche del cellulare.

Per vedere se sono stati inviati messaggi da lui.

Non riesco a pensare ad altro.

- Mary, ciao. Adoro il tuo vestito!- i miei pensieri vengono interrotti da Mary, una ragazza con cui mi è successo alcune volte di condividere il bancone al laboratorio di sviluppo delle foto.

Le sorrido, essere gentile ed educata sono altri metodi usati da me per apparire una normalissima ragazza di ventuno anni.

- Grazie Fanny, sei un tesoro- dice lei sorridendo.

- Figurati- dico io provando a dileguarmi, ma lei mi ferma.

- Fanny ci sarai stasera vero?-

- Dove?- chiedo io curiosa.

- Non hai letto i messaggi?- chiede Mary.

- No, mi dispiace. In questi giorni sono stata molto impegnata-.

- Non importa, te lo dico io. Questa sera Mark ha organizzato un'uscita con me, te ed altri ragazzi del nostro corso di fotografia. Ci sarai?-

Ci sarò? Non lo so.

Fanny tu stai recitando, rimani nel personaggio.

- Ci sarò senz'altro, non mancherei mai-.

- Perfetto, allora ci vediamo più tardi-.

- A dopo-.

Lei mi sorride e si allontana.

Il tragitto a piedi è molto breve, lo percorro velocemente pensando a quando Louis ed io eravamo nel parco, sdraiati sull'erba fresca, quando le nostre dita erano intrecciate ed i nostri visi ad un soffio l'uno dall'altro.

In quel momento mi sono sentita al sicuro, è la prima volta che mi succede dalla sua morte.

Questa sensazione già mi manca.

Mi manca lui.

- Ciao, ragazzi- dico andando incontro al gruppo di persone che si è accumulato davanti al pub.

- Ciao, Fanny- rispondono quasi in coro.

Entriamo nel pub ed una sensazione di vuoto mi assale.

Questo vuoto potrebbe essere colmato soltanto dalla sua presenza.

I am not who you think I amDove le storie prendono vita. Scoprilo ora