<<Che ti è successo Panfilo?>> S'incuriosisce Neifile da lontano.
<<Volevo acchiappare un pesce, ma alla fine... beh, son caduto in acqua come un imbecille>> si gratta la nuca, ride contagiando anche la mia amica, che lo prende in giro.
Ma davvero a questo ragazzo non interessa di avere un minimo di riconoscenza? Non gliene importa nulla di avere un merito, di essere ringraziato, di essere complimentato. Si rifiuta di apparire onorevole, quasi lo disgustasse. Come potrebbe una persona così fingere di essere buono e in fondo non esserlo? Come potrebbe assomigliare a lui?
Devo smetterla di paragonarli, Panfilo vince in partenza, ma mi sento immensamente in colpa per aver dubitato di lui la maggior parte del tempo.
<<Pampinea, il re o la regina; ti dimentichi sempre!>> Le ricorda Fiammetta, seduta accanto a Filostrato, non posso ignorare le loro dita della stessa tonalità chiara di pelle che si incrociano. Non parlano, ma le loro mani sono la prova che sono comunque connessi.
<<Giusto, chi è rimasto?>>
<<Elissa, Lauretta, Emilia...>>
<<Elissa andrà bene.>> Dice noncurante mentre cucina il pranzo, ormai è sempre ai fornelli a maneggiare pentole e posate.
La ragazza sempre vestita di rosa, con i capelli biondi e lentiggini cosparse sul viso si alza da uno dei quattro tronchi al centro del giardino, si alliscia il vestito, schiarisce la gola con un colpo di tosse.
<<Un tema molto, particolare, oserei dire. Voglio che tutti raccontino storie nelle quali i personaggi riescono a salvarsi le penne grazie a preziose risposte argute. Voglio che i nostri protagonisti si mettano nei guai, ma riescano a divincolarsi da questi con l'ingegno, con intelligenza e con la solita astuzia. In un mondo senza astuzia tutti vivrebbero immersi nei pasticci fino al collo, affogati da guai, situazioni imbarazzanti o pericolose. Tocca a voi raccontare.>> Si risiede e chiacchiera con Filomena.
***
E' sera e una volta cenato, io e Panfilo ci ritroviamo al solito posto, con i soliti libri e con il solito silenzio. Quel telo è il mio posto di serenità, dove vige l'assoluta regola del tacere, dove i problemi si allontanano, dove la tristezza non è concessa. Solo calma, serenità e un po' di emozione; sento solo il calore emanato dai nostri corpi e le pagine sfogliate, in lontananza il brusio delle chiacchiere dei nostri amici.
<<Ragazzi, venite per le storie?>> Ci chiede Filostrato.
<<Arriviamo!>> Gli rispondo parlando per entrambi. Mi giro a guardare Panfilo, che sposta istintivamente lo sguardo su di me. Ho sentito dire che la tua vita può cambiare da un momento all'altro in base a come decidi di viverla, il tuo approccio al mondo è capace di fartelo percepire come uno schifo, come un paradiso, o come un accumulo di noia. Se prima avevo capito il senso di questa frase, ora posso dire di aver mandato tutto all'aria. L'unica cosa che non si schioda dalla mia mente sono quelle iridi verdi, che se prima mi sembravano solo due cerchi pieni di venature dorate, capaci di mettermi in soggezione, ora posso dire di avere davanti un paio di amuleti ipnotizzanti. I muscoli si dimenticano come muoversi, i polmoni si scordano come prendere ossigeno, il cervello non ha più idea di cosa voglia dire pensare lucidamente e il mio cuore ha dimenticato come andare a ritmo.
Il mio corpo e la mia mente sono comandati a bacchetta da quelle monete verdissime, che mi ordinano di rimanere incollata a quello sguardo. Le pupille nere mi stanno pian piano anestetizzando, facendomi cadere in uno stato di piacere, attrazione nel quale galleggia quel minuscolo senso di colpa.
Non mi perdonerò mai di aver pensato che quest'uomo davanti a me potesse essere un mostro.
Oltre a questo rimpianto nasce anche la solita rabbia, quell'altro stato accecante che provo spesso quando ricordo quel giorno, quel ragazzo e le parole spregevoli che ha sputato.
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Ten damn days ( il Decameron )
RandomDieci persone e dieci giornate, non può andare bene... nel 1348 ci fu la peste e, come ci disse Boccaccio, dieci ragazzi scapparono da Firenze per un po', per divertirsi, per svagarsi, per fuggire da una città distrutta dalla malattia. Sette ragazze...