Capitolo 16: lo odio, lo odio, lo odio

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Mi sveglio forse prima di tutta la casa, il cielo è ancora buio ma il mio sonno si è azzerato senza motivo. Un sorriso mi appare sulle labbra, indosso ancora lo stesso abito di ieri sera, i miei scarponcini giacciono sul pavimento, con i lacci minuziosamente slacciati.

Sempre e solo lui, il ragazzo dagli occhi smeraldo.

Mi volto a controllare Fiammetta, MA CHE COSA?!

Mi stropiccio gli occhi e mi metto a sedere, accanto a me c'è... Panfilo?

Dorme a pancia in giù, rendendomi visibile solo la schiena nuda. E' per caso un'allucinazione questa o cosa? Sono in un sogno?

Mi do un pizzicotto, ma mi sembra tutto troppo reale. La mia mano si muove verso l'addormentato, si ferma a pochi centimetri dalla sua pelle. Sfioro la sua spina dorsale con le dita, fino a risalire verso il collo e infine in mezzo ai suoi capelli bruni. Le mie dita affondano delicatamente nella sua chioma castana, stando attente a non fare movimenti bruschi per non svegliarlo; se dovesse vedermi incantata mentre gli accarezzo la schiena e la testa sarebbe molto, molto imbarazzante. Quando allontano la mia mano da lui emette un mugolio rauco, afferra di scatto il mio polso e lo riposiziona sulla sua schiena. Non capisco se sia sveglio o no, ma in ogni caso continuo a muovere le mie dita dentro i suoi capelli. Dopo svariato tempo passato ad accarezzarlo come se fosse un bambino, mi fermo un attimo a guardarlo.

Non mi perdonerò mai di aver pensato che Panfilo potesse essere uno come lui, una persona del genere.

Il ragazzo assonnato e semi sveglio avvicina la sua mano nella mia direzione, mi afferra il braccio e mi attira verso di lui. Quasi cado a peso morto sul suo corpo, ma lui, sempre con le palpebre serrate, mi fa sdraiare accanto a sé.

Avvolge le braccia attorno al mio torace e fa combaciare alla perfezione la mia schiena ed il suo petto. Sospiro in preda alle emozioni, un turbine di sentimenti che riesco a malapena ad identificare.

Affonda il suo viso nei miei capelli e inspira profondamente.

<<Buongiorno Cacciatrice>>. Non sono in grado di rispondergli

Mi stringe ancora di più e io mi beo del suo profumo e delle sue coccole.

<<Perché sei qui?>> Chiedo in un bisbiglio.

<<Filostrato e Fiammetta mi hanno sfrattato dalla mia stessa camera>> ridacchia.

<<Quindi sei venuto qua>>

<<Esattamente>>

Sospiro divertita.

<<Dovrei alzarmi per vedere l'alba>>

<<Ne sei proprio sicura?>> Mi stringe un po' di più.

<<Sì, Panfilo >>.

Allenta la presa su di me, mi alzo dal letto e lui mi imita. Indossa solo un paio di pantaloncini, io esco dalla stanza e gli do qualche minuto per vestirsi. <<Vengo anche io>> mi comunica mentre esco dalla porta; annuisco ed esco. Intanto mi dirigo verso il giardino, e noto che l'alba è già pronta ad illuminare tutto il bosco con la sua luce aranciata. Poso gli occhi sul cavallo bianco che ha trovato ieri Filostrato, è un destriero bianco che abbiamo chiamato Lorenzo. Abbiamo anche stabilito che una volta tornati a Firenze lo terrà Lauretta, che ha un debole per ogni tipo di animale. Gli occhi scuri dello stallone incontrano i miei altrettanto scuri, sembra che mi stia sorridendo; inclina il capo leggermente e mi guarda. Un braccio intanto mi avvolge le spalle, il suo profumo mi invade; ci sediamo su uno dei tronchi e ci ignoriamo per qualche secondo, concentrati solo nei colori dell'alba. Raggi rosa, arancioni, gialli e rossi si proiettano nella campagna, colorando le pareti bianche della villa con mille colori e sfumature.

Ten damn days ( il Decameron )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora