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Mi risvegliai qualche ora più tardi all'ospedale, la prima persona che vidi fu mia madre, mi stava accarezzando la fronte e difianco a lei c'era anche mio padre che la stringeva al petto. Sbattei gli occhi un paio di volte e ripresi i sensi, mi sentii appesantita, mi avevano messo uno strano aggeggio sulla pancia, ma non me ne preoccupai perché non mi faceva male. Guardai mia madre e le dissi:-mamma dove sono le mie amiche? - lei verso' una lacrima e rispose: -ci hanno lasciato, non ce l'hanno fatta-.
Mi misi a piangere, il mio cuore si appesantiva di amarezza.
Mi sentivo colpevole, ma non ero stata io a non sterzare c'era qualcosa di misterioso che mi aveva trattenuto nel farlo. Guardai mamma negli occhi e le dissi: -sai che non é stata colpa mia, c'era qualcosa che mi bloccava- passò qualche minuto e continuai- mamma, io mi sentivo dentro qualcosa, era una voce che mi diceva di non frenare- lei mi guardò con compassione e rispose -sì sì tesoro vedrai che ora passerà tutto- l'infermiera si avvicinò a mamma e le parlò a bassa voce pensando che io non la sentissi e disse : -non si preoccupi signora, l'effetto della medicina passerà in fretta e sua figlia riprenderà coscienza- .
Io avevo già preso coscienza, e quello che avevo detto era la verità.
Passarono molte ore in quelle quattro pareti vuote d'ospedale, e a me non rimaneva altro che pensare. Quella frase che mi disse Johnny continuava a martellarmi il cervello "rimani chiusa in casa tre giorni" , arrivai a una sola conclusione era vera, non c'era altra spiegazione a quello che era accaduto; il rito di B.L. aveva funzionato e questo era dimostrato dal fogliettino che avevo trovato il giorno dell'incidente con le stesse iniziali, ma cosa erano quelle due lettere? Erano le inziali di un nome? Come potevo liberarmi di questa forza misteriosa? Perché tutto questo doveva capitare propio a me?

Black Light #Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora