capitolo 1

383 13 13
                                    

Era una domenica mattina di gennaio, il cielo era cupo e Blitzø stava facendo colazione con latte e cereali quando gli squillò il telefono. "Pure di domenica mattina rompono" 

B: pronto?

X: Blitzø come va?

B: bene, fino a 5 minuti fa. Chi è la vittima oggi?

X:Si chiama Stolas, è un avvocato. Ha mandato dietro le sbarre uno dei nostri uomini e va eliminato.

B: Mandami l' indirizzo.

Blitzø lavorava per il suo capo Nick da quando aveva 16 anni, prima lavorava in un circo con la sua famiglia. Era un acrobata esperto in ogni numero ma un giorno durante un esibizione con il fuoco mandò il circo in fiamme uccidendo quasi tutti: la sua famiglia, i suoi colleghi, gli amici e gli spettatori. Da quel momento iniziò a vivere per strada rubando per sopravvivere e Nick lo trovò offrendogli degli incarichi molto ben pagati.

Blitzø si vestì con la sua solita giacca lunga blu scuro, gli stivali fino al ginocchio neri e i guanti con ornamenti rossi. Uscì di casa dirigendosi all' indirizzo mandatogli da Nick



Salì le scale dell' edificio, la porta era aperta così decise di entrare. Sgattaiolò silenzioso fino alla camera da letto dove c' era un bellissimo uomo alto, con i capelli folti  e vestito molto elegante che leggeva un libro. Blitzø rimase un attimo incantato ad osservarlo ma dopo qualche momento scrollò la testa  e si avvicinò tenendo il coltello in mano. Blitzø continuava ad osservare l' uomo mentre si avvicinava ma non si accorse di alcuni vestiti a terra che lo fecero inciampare sul suo stesso coltello che gli tagliò la mano.

L' uomo si girò di scatto sentendo il rumore e vide Blitzø a terra con la mano sanguinante

S: Oh mio dio! Stai bene caro? Lascia che ti aiuti.

Stolas lo aiutò ad alzarsi per poi farlo sedere sul letto mentre gli fasciava la mano lasciando Blitzø perplesso dalla tanta gentilezza di quel' uomo, nessuno lo aveva mai trattato in quel modo.

S: Perdonami ma cosa ci fai in casa mia? 

B: Sei Stolas, l' avvocato giusto?

Chiese Blitzø sperando non fosse lui l' uomo da uccidere

S: Beh si, ma tu come lo sai?

B: Oh...Non sembri un' avvocato

S: Beh il mio sogno era quello di aprire una libreria ma mio padre era avvocato e...Oh ma perché ti sto parlando di queste cose, perdonami.

B: No no, nessun problema

S: Perche sei in casa mia? 

Blitzø desiderava davvero non doverlo uccidere ma se non lo faceva probabilmente sarebbe morto lui stesso. Raccolse il coltello da terra e si avvicinò velocemente a lui premendogli la lama sulla gola mentre lo guardava nei suoi occhi grigi. Osservava l' espressione spaventata e confusa di Stolas che teneva ancora le bende che aveva usato per medicarlo tra le mani mentre deglutiva.

Blitzø strinse per un attimo gli occhi mentre faceva più pressione sulla sua gola ma alla fine mollò la presa sospirando e gettando il coltello a terra.

B: Io non ce la faccio, sei così...indifeso e buono, non riesco ad ucciderti.

S: Perché vuoi uccidermi?

Chiese Stolas che si massaggiava la gola asciugandosi il sudore dalla fronte

B: No no, io non vorrei assolutamente ucciderti, sei l' uomo più bello e dolce che io abbia mai incontrato.

S: E allora perch-

Stolas venne interrotto da Blitzø

B: hai fatto incarcerare un uomo e il mio capo mi ha detto di ucciderti e...se non lo faccio mi ammazzerà.

Disse Blitø  concludendo la frase con un tono di voce a malapena udibile mentre il suo sguardo cadeva a terra.

Stolas prese un respiro e si fece avanti

S: Coraggio uccidimi, non voglio che ti facciano del male a causa mia.

B: Cosa? No non se ne parla, non ci riesco, cercherò di prendere tempo ma tu non farti vedere in giro va bene?

Disse Blitzø mentre si faceva strada verso la porta ma Stolas lo bloccò afferrandogli il polso.

S: Aspetta! Io volevo chiederti se ti andrebbe di...uscire insieme uno di questi giorni.

Disse guardando timidamente Blitzø negli occhi

Blitzø guardò a terra chiudendo gli occhi, avrebbe tanto voluto accettare quello' invito ma sarebbe stato troppo pericoloso per entrambi. Ritrasse il polso dalla mano di Stolas con una scossa brusca.

B: Non credo sia possibile...e non osare toccarmi  mai più!

Urlò uscendo dall' appartamento lasciando Stolas molto abbattuto. Si sentiva in colpa per come lo aveva trattato ma assecondarlo sarebbe stato rischioso per entrambi.

Spazio autrice

Ciao ragazzi ecco il primo capitolo, scusate se sbaglio qualche tempo verbale ma sto facendo del mio meglio. Se avete delle opinioni o delle critiche scrivetemele pure così cercherò di migliorare :)

Blitzø x StolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora