PARTE V Girasole

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Osservo l'uomo per un momento, notando il suo aspetto distintivo.

"Chi è quest'uomo?" mi chiedo tra me e me, mentre mi concentro su di lui. Non posso fare a meno di notare il modo in cui si appoggia al palo della fermata, la sua postura rilassata ma vigile.

"Non l'ho mai visto prima," continuo a pensare, cercando di ricordare se l'ho già incrociato.

"Di solito conosco quasi tutti i volti che passano di qui. È strano che non riesca a ricordare chi

sia."

Il suo comportamento mi incuriosisce. Non sembra un semplice passante.

"C'è qualcosa di intrigante in lui," rifletto, mentre lo osservo con discrezione.

"Perché sembra così attento, e perché il suo sguardo non si stacca dalla mia direzione?"

Fingo di sistemare gli arbusti sistemando qua e là, cercando di non farmi notare.

"Non posso ignorare che mi ha colpito," mi dico, mentre il pensiero dell'uomo persiste.

Mi ripeto che non è nulla di che, ma non posso fare a meno di sentirlo come un piccolo enigma nella mia giornata. Infine, decido di non dare troppo peso al pensiero e mi avvio verso casa. Il percorso verso casa è tranquillo, le strade illuminate dai lampioni e il fruscio delle foglie sotto i miei passi mi accompagnano mentre cammino. Nonostante la giornata sia stata impegnativa, il pensiero dell'uomo alla fermata continua a tormentarmi.

Non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di quell'uomo. Ogni volta che mi sembra di percepire il suo sguardo su di me, una scarica di adrenalina mi attraversa, mescolando paura ed eccitazione. Lo vedo chiaramente nella mia mente. È un uomo marmoreo, con un fisico scolpito come una statua greca. Ogni muscolo è definito, la sua postura è eretta e imponente. Indossa un completo elegante, perfettamente tagliato su misura, che abbraccia il suo corpo atletico. La giacca nera è liscia, quasi lucida, e i pantaloni seguono le linee delle sue gambe potenti. La camicia bianca sotto la giacca è impeccabile, il colletto rigido e i polsini chiusi con gemelli d'argento. Ma ciò che più mi colpisce è il casco integrale nero che indossa. È lucido, senza un graffio, e riflette la luce con un bagliore sinistro. Non riesco a vedere il suo viso, ma immagino i suoi occhi dietro quella visiera scura, freddi e penetranti. Il casco dà un'aria di mistero e pericolo, rendendo l'intera figura ancora più affascinante e intimidatoria. La mia mente vaga, immaginando come potrebbe essere la sua voce. Profonda, vellutata, con un tono di autorità. Mi chiedo cosa pensi mentre mi osserva, cosa lo attragga di me. La combinazione del suo aspetto fisico, l'eleganza dei suoi vestiti e l'aura di mistero che lo avvolge mi lascia senza fiato. Continuo a camminare, i miei pensieri in tumulto. Ogni passo mi avvicina a casa, ma non riesco a liberarmi di questa sensazione. Mi fermo un attimo, guardando dietro di me, ma non vedo nessuno. Tuttavia, l'idea di quell'uomo è così vivida che quasi mi aspetto di vederlo emergere dalle ombre. Arrivo finalmente alla porta di casa e la apro con mani leggermente tremanti. Entro e chiudo a chiave, appoggiandomi contro la porta chiusa per un momento, cercando di calmare il battito accelerato del mio cuore. Anche se non ho visto davvero quell'uomo, la sua presenza immaginata mi ha lasciato una sensazione indelebile. Mentre sorseggio la tisana, guardo fuori dalla finestra, il cielo ormai scuro. La sensazione di essere osservata svanisce lentamente, ma il pensiero di quell'uomo rimane. Forse è solo frutto della mia immaginazione, un'illusione nata dalla routine quotidiana. Ma una parte di me spera segretamente di incrociare di nuovo quel misterioso sguardo nascosto dietro il casco nero.

Il mio desiderio viene esaudito. Nei giorni seguenti, ogni sera dopo la chiusura del negozio, lo vedo lì, nella stessa posizione. Immobile, con lo sguardo fisso su di me, nascosto dietro quel casco integrale nero. Ogni volta che chiudo a chiave la porta del negozio e mi volto, eccolo lì, come una figura scolpita nel marmo, sempre impeccabile nel suo elegante completo. All'inizio, la sua presenza mi paralizza. Il cuore mi batte forte nel petto, una combinazione di paura ed eccitazione. Non so chi sia, né cosa voglia, ma la sua costanza, la sua immobilità e quel casco che nasconde il suo volto mi affascinano e mi spaventano allo stesso tempo. Non riesco a fare a meno di pensare a lui durante il giorno. Mi ritrovo a cercare la sua figura tra la folla, a immaginare cosa stia facendo mentre io sono al lavoro. La sera, quando il sole comincia a tramontare e l'ora di chiusura si avvicina, l'attesa di rivederlo mi riempie di un'energia nervosa. inizio a immaginare chi possa essere e quale storia si nasconda dietro quel casco. Forse è un uomo d'affari che vive una doppia vita, la sua eleganza e il suo fisico perfetto suggeriscono una disciplina e un rigore che mi intrigano. Oppure, potrebbe essere un artista, qualcuno che vede il mondo in modo diverso e che trova in me una musa ispiratrice. La sua presenza costante e silenziosa potrebbe essere il modo in cui cerca di connettersi con la mia sensibilità, di osservare e comprendere senza interferire. A volte penso che potrebbe essere un vigilante, qualcuno che ha fatto della protezione degli altri la sua missione segreta. Forse ha scelto me perché ha visto qualcosa in me che vale la pena difendere, qualcosa che nemmeno io riesco a vedere chiaramente.
Oggi a Orlando è una giornata di festa, e il negozio è chiuso. Ne approfitto per passare una serata tranquilla a casa, lontano dalle solite preoccupazioni. Ho invitato Thalia, la mia migliore amica, arriva puntuale, come sempre, portando con sé il suo solito entusiasmo contagioso.
"Eve, è bello vederti mi sei mancata un sacco!" dice con un sorriso, mentre mi abbraccia.
Thalia non è una persona che dimostra affetto facilmente è riservata ma determinata e sfacciata allo stesso tempo ma è solo una corazza con me si sente libera di essere se stessa. Ci mettiamo subito ai fornelli, prepariamo insieme una cena semplice ma deliziosa: pasta al pesto, insalata fresca e una bottiglia di vino bianco. Thalia chiacchiera animatamente mentre cuciniamo, raccontandomi delle sue ultime avventure nel mondo della tecnologia. Parla di nuove app, gadget futuristici e dei progetti su cui sta lavorando.

"La tecnologia può fare miracoli, sai?" dice mentre affetta i pomodori per l'insalata. "Immagina cosa potresti fare con il tuo negozio se integrassi alcune delle ultime innovazioni."

La ascolto affascinata, assaporando il momento di normalità. È bello avere un'amica come Thalia, qualcuno che riesce sempre a farmi sorridere e a vedere il lato positivo delle cose. La sua passione per la tecnologia è contagiosa, e ogni tanto mi chiedo se non dovrei davvero considerare alcune delle sue idee per migliorare la gestione del negozio.

Dopo cena, ci sistemiamo sul divano con i nostri bicchieri di vino, godendoci il silenzio della casa. Thalia accende il suo tablet e mi mostra alcune novità interessanti, dalle ultime tendenze di design ai nuovi software per la gestione delle piante. Parliamo di tutto, dalla nostra infanzia ai sogni per il futuro, passando per le piccole cose che rendono la vita speciale.

"Allora, come va con il tuo misterioso osservatore?" chiede improvvisamente Thalia, alzando un sopracciglio in modo provocatorio.

Arrossisco leggermente.

"È ancora lì, ogni sera. Non so chi sia. Mi fa sentire... non so, speciale in un certo senso, anche se a volte mi spaventa."

Thalia ride. "Spero di non sentire il tuo nome al notiziario. Speriamo che non sia uno psicopatico che aspetta il momento giusto per metterti in sacco e buttarti nel lago." Dice sarcasticamente.
"Hai ragione inizierò a scrivere già il mio testamento. A te lascio il negozio e tutto ciò che ho" lei risponde di tutto punto.

Ad un certo punto, il discorso si sposta sul lavoro di Thalia.
"Come va il lavoro alla Brooks Society?" le chiedo, curiosa. Thalia lavora in una delle sedi della Brooks Society, occupandosi di decodifica di codici di sistema.

Lei si fa seria per un momento.
"Il lavoro va bene, in generale. Ma ultimamente ho avuto la sensazione che l'azienda stia nascondendo qualcosa."

La mia curiosità si accende.
"Cosa intendi? Hai trovato qualcosa di strano?"

Thalia annuisce lentamente. "Lavoro sulla decodifica di codici complessi, spesso relativi a progetti di cui conosco solo una piccola parte. Di recente, però, ho iniziato a notare alcune discrepanze. Ci sono file e codici che sembrano non avere senso, come se fossero criptati in modo diverso rispetto al solito. E alcune comunicazioni interne sono state insolitamente criptate."

"Sospetti che stiano facendo qualcosa di losco?" chiedo, sentendo un brivido corrermi lungo la schiena.

"Non lo so per certo," risponde Thalia, guardandomi negli occhi. "Ma c'è qualcosa che non quadra. L'atmosfera in ufficio è cambiata. Le persone sono più riservate, quasi timorose. E ho visto alcuni dirigenti incontrarsi a porte chiuse più spesso del solito."

"Che cosa pensi di fare?" chiedo, preoccupata per lei.

"Per ora, sto solo osservando e raccogliendo informazioni. Non voglio attirare l'attenzione su di me, ma sento che devo scoprire cosa sta succedendo. Non posso ignorare queste sensazioni."

La sua determinazione mi impressiona, ma allo stesso tempo mi preoccupa.
"Stai attenta, Thalia. Non vorrei che ti cacciassi nei guai."

Lei sorride, cercando di rassicurarmi.
"Non ti preoccupare, Eve. So quello che faccio. E poi, ho sempre te su cui contare se le cose si mettono male."

La serata prosegue con un misto di leggerezza e tensione. Mentre chiudo la porta dietro di lei, dopo averla salutata, non posso fare a meno di pensare a quello che mi ha detto.
giorno dopo, torno al lavoro con la mente ancora occupata dalle parole di Thalia. Mentre apro il negozio e inizio a sistemare i fiori, non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di essere osservata. È una sensazione familiare, ma oggi è più intensa del solito.

Continuo con le mie attività, cercando di concentrarmi sui clienti e sulle composizioni floreali. Tuttavia, la sensazione persiste. A un certo punto, alzo lo sguardo verso il palazzo di fronte al negozio. È un edificio imponente, con molti piani e finestre che riflettono il sole del mattino.

A uno dei piani alti, noto una figura imponente alla finestra. Mi fermo, cercando di mettere a fuoco. L'uomo è lì, fermo, e sembra fissarmi. Il cuore mi salta un battito. Anche se non riesco a distinguere i dettagli del suo volto, l'impressione è che sia lo stesso uomo che vedo ogni sera. L'uomo con il casco integrale nero.

Narciso GirasoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora