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"Scusate se vi ho fatto aspettare ragazzi ma il mio turno è appena finito. Possiamo sederci alla caffetteria di fronte, va bene?". Circa un'ora fa siamo arrivati alla libreria dove lavora Scott, ci siamo avvicinati e abbiamo detto anche a lui di essere giornalisti disposti a raccontare la sua storia. Non è sembrato contrariato e dopo averci detto di aspettare la fine del suo turno ha ripreso a lavorare. Non ho fatto altro che osservarlo per poter scorgere qualche somiglianza tra di noi, qualcosa che mi facesse capire che é lui il mio padre biologico. Non sembra un mostro, è un uomo della stessa età di mia mamma, ha un lavoro, è gentile con i clienti, fa battute divertenti e ci tiene a sistemare ogni libro nel modo giusto e a tenere in ordine la libreria
"Certo signor Wilson". Fa un cenno al suo datore di lavoro, lo saluta e poi usciamo dalla libreria per attraversare la strada e sederci alla caffetteria che si trova proprio davanti a noi. Ci sediamo ai tavolini e ordiniamo subito 3 caffè.
"Non mi sembrate dei giornalisti, siete così giovani".
"Uhm.. in effetti io non sono un vero e proprio giornalista, non ho ancora la laurea, studio al college e sto facendo uno stage al giornale locale". É la prima cosa che dico e la mia voce non sembra sicura e ferma, mi sento così stupido.
"Come hai detto che ti chiami?"
"Sono Adam e lui è Hiapo".
"Io sono Scott ma questo lo sapete già. Come mai il carcere di Helena vi ha dato proprio il mio nome?"
"Ci ha dato vari nomi e il suo era uno di questi, non so in base a cosa hanno scelto proprio lei". Hiapo è così professionale, sembra davvero un giornalista, è sicuro di sé e di quello che dice, vorrei essere come lui.
"Vi hanno anche detto il reato che ho commesso?".
"Si, ci hanno accennato qualcosa"
"Non è una cosa del quale vado fiero e ho sognato tante volte in questi anni di poter tornare indietro e non commettere gli stessi errori. Sono passati quasi 20 anni da ciò che ho fatto ma ogni notte ho davanti agli occhi il volto del ragazzo al quale ho fatto del male. In questi anni gli ho scritto tante lettere di scuse ma non ho mai avuto il coraggio di spedirle. Non c'era nulla che io potessi dire e fare per cancellare tutto il dolore che ho provocato. È vero, non ero da solo e la responsabilità di ciò che è successo era di tutti noi coinvolti ma io potevo fermarli, potevo oppormi e invece cosa ho fatto?. Ho assecondato le loro azioni per entrare a far parte del gruppo, per sentirmi accettato. Avevo 18 anni, mi ero appena trasferito da Londra e ce l'avevo con il mondo intero, con mio padre che era morto, con mia madre che mi aveva spedito qui da mio zio per non avere responsabilità e con me stesso per non essere in grado di andare avanti. Ferivo gli altri perché ero io il primo a sentirmi ferito, quel ragazzo mi sembrava la vittima perfetta ma non pensavo di arrivare a tanto, volevo solo prenderlo in giro e farlo spaventare un po', tutto ciò che è venuto dopo è stato troppo anche per me. Io.. non ho partecipato attivamente alla violenza ma è come se lo avessi fatto, ero lì presente e non ho fatto nulla, ero colpevole quanto gli altri e mentre lui urlava di smettere nessuno di noi lo fece". In questo momento vorrei piangere, penso a mia mamma e a tutto il dolore subito, nessuno si merita di provare ciò che ha provato lui. La prima volta strappata, il suo corpo violato e un bambino non voluto. Si capisce dalle sue parole che Scott ha un forte senso di colpa e da ciò che ha detto non può essere lui mio padre, lui era presente ma non ha partecipato alla violenza. Lui ha avuto il coraggio di pentirsi, di prendersi le colpe e di ammettere l'orrore che ha fatto, non sono sicuro che i suoi complici abbiano fatto lo stesso.
"Si è sempre in tempo per chiedere scusa, ha mai pensato di spedire ora tutte le lettere scritte?"
"Sono passati 20 anni, spero che il ragazzo si sia rifatto una vita, non potrei mai sconvolgergli le cose con le mie lettere e le mie parole anche perché penso che per lui non avrebbero nessun valore, non dopo tutto questo tempo".
"E i suoi complici?. Li ha più sentiti?"
"No, non ho più voluto sapere niente di loro. Io convivo ogni giorno con ciò che ho fatto, non mi do pace e non mi perdonerò mai, ho scontato la mia pena, sono cresciuto, sto cercando di ricostruirmi una vita ma rimarrò per sempre uno stupratore, uno dei 5 ragazzi che ha rovinato la vita ad un proprio coetaneo solo per sentirsi forte e potente".
"Adam stai bene?". Solo adesso mi accorgo di star piangendo, non riesco a fermare le lacrime. Sono figlio di un mostro, di qualcuno che non si è mai pentito, di qualcuno che a differenza di Scott non si è fermato, è andato avanti e si è spinto fino a violentare mia madre, ad annientarlo, ad umiliarlo davanti a centinaia di persone senza preoccuparsi delle conseguenze.
"Scusa.. ho sbagliato io a venire qui, a cercarti. H ha ragione James a non volermi bene, a disprezzarmi. Come potrebbe essere altrimenti?. Sono figlio di un mostro". Cerco di scappare da qui ma le gambe mi tremano e non riesco ad alzarmi
"Ad, vuoi andare via?". Riesco solo ad annuire alle parole di Hiapo e lui stringe la sua mano fra la mia.
"Cosa sta succedendo?". Scott ci guarda dubbioso e non sa bene cosa stia succedendo
"Non siamo dei giornalisti, scusa se ti abbiamo mentito. Mio cugino aveva bisogno di risposte ma tutto ciò che ha sentito è troppo per lui".
"Si può sapere chi siete?".
"S sono.. Io sono il figlio del ragazzo che tu e i tuoi amici avete violentato".

[...]

[Owen]

"Ciao amore". Mi bacia le labbra appena torna a casa e io gli sorrido mentre preparo la cena.
"Hey J".
"Le bambine?".
"Sono in camera, stanno giocando". Ogni volta che torna dal municipio chiede sempre delle bambine ma mai di Adam. Sono ancora scosso per ciò che mi ha detto oggi e mi sento un pessimo genitore. Tutto ciò che .i ha buttato addosso corrisponde a verità e io non ho avuto il coraggio di ammetterlo. Mio figlio mi ha confidato le sue paure, le sue sensazioni e io non sono stato in grado di dirgli nulla. I miei genitori non avrebbero mai fatto una cosa del genere, hanno sempre amato me e Ash nello stesso modo e ci hanno sempre supportati e aiutati, cosa che io non ho fatto con Adam e solo adesso me ne rendo davvero conto.
"J, Adam è andato ad Helena da Hiapo, rimarrà lì fino a domenica".
"Perché io non ne sapevo niente?"
"È stata una cosa improvvisa, Hiapo era impegnato e non poteva lasciare Helena così ha chiesto ad Adam di raggiungerlo".
"Ultimamente fa sempre quello che gli pare, ha 19 anni ma finché vivrà con noi deve sottostare alle nostre regole"
"Gli ho dato io il permesso di andare ad Helena, non pensavo fosse un problema". La mano che regge il coltello con cui sto tagliando le verdure mi trema e devo fermarmi un attimo.
"Ow non c'è nessun problema, penso solo che Adam se ne approfitti, fa sempre di testa sua e non ascolta mai".
"J penso che siamo noi che non lo abbiamo mai ascoltato.. abbiamo sbagliato tutto con lui e mi dispiace dirlo ma siamo dei pessimi genitori, io più di te. Quando aspettavamo Alysia mi hai fatto una promessa, ti ricordi?. Mi avevi promesso che non avremmo fatto differenze fra lei e Adam e che avremo amato entrambi nello stesso modo. Beh, quella promessa non l'hai mantenuta e la colpa è mia che ti ho permesso di trattare mio figlio come un problema, come un peso. È cresciuto con l'amore dei miei genitori, di Ash, di Dave e di tutti gli altri ma non con il nostro. Come ho potuto permetterti di escluderlo dalla famiglia?. Doveva essere lui il pezzo più importante, doveva avere più amore di chiunque altro e invece è stato l'opposto. Adam ci odia J e se non te ne fossi accorto quando non sei nei paraggi non ti chiama nemmeno papà. Stai sempre lì a criticarlo, a giudicare le sue scelte, a dirgli che il college che ha scelto non è quello giusto, che deve rimanere a casa a prendersi cura delle sue sorelle e che non è degno di essere tuo figlio solo perché ha preso strade diverse dalle nostre. Abbiamo 4 figli, non 3 e per tutti questi anni lo abbiamo dimenticato. Adam mi ha esplicitamente detto che in tutti i momenti importanti della sua vita noi non eravamo con lui e ha ragione. Mio fratello gli ha insegnato ad andare a cavallo, Dave a guidare, non eravamo presenti alla cerimonia dei diplomi e in tutte le vacanze di famiglia che abbiamo fatto lui non era mai con noi. Come ho potuto farlo succedere?!. Adam è la persona più importante della mia vita e invece di dimostrarglielo gli ho fatto credere il contrario. Amavi Adam fino ai suoi 5 anni, poi dopo la nascita di Aly non è più esistito per te. Non si trova bene con noi, non si trova a suo agio a casa sua e si sente un estraneo, è pieno di insicurezze e la colpa è solo mia. Tu sei l'amore della mia vita, sei mio marito ma l'amore per un figlio dovrebbe venire prima di tutto e tutti e io ho sbagliato. Ho lottato con tutte le mie forze per tenerlo, per farlo nascere e per proteggerlo dai pregiudizi del mondo e invece cosa ho fatto alla fine?. Ho lasciato che crescesse senza il mio amore". La reazione che avrei dovuto avere ieri davanti ad Adam la sto avendo adesso. La consapevolezza di ciò che ho fatto passare a mio figlio mi sta piombando addosso come la più brutta delle colpe. Come ho potuto lasciare che ciò accadesse?. Io che fino agli 8 anni non avevo una famiglia e sono cresciuto da solo, so cosa si prova quando ci si sente soli al mondo, sbagliati e inadeguati e dovevo impedire che mio figlio provasse le stesse cose che ho provato io da piccolo. James mi guarda senza sapere cosa dire e io vorrei solo avere Adam con me adesso e dirgli che lo amo più di chiunque altro e mi dispiace per tutte le mancanze di questi anni. Passiamo istanti in completo silenzio finché il suono del mio cellulare non lo interrompe. Lo prendo subito sperando sia Adam.
"Zio Ow!!. Zio Ow ti prego corri!!".
"Hiapo!. Cosa.. che succede?"
"Stiamo portando Adam in ospedale ad Helena, ha avuto un incidente". Il cellulare mi cade dalle mani e non riesco più a sentire le parole di Hiapo dall'altra parte della linea. James mi si avvicina non capendo cosa sta succedendo
"Ow che succede?"
"D devo.. io devo andare da mio figlio. H ha fatto un incidente, ancora una volta è da solo senza di me".
"Andiamo.. andiamo da nostro figlio".
"No James!!. Adam è solo mio figlio!!. Non te lo meriti!. Nessuno dei due si merita un ragazzo straordinario come lui. Stai lontano da lui!!". Recupero il cellulare da terra e chiamo subito Asher mentre esco fuori casa mettendomi in macchina.
"Adam resisti, la mamma sta arrivando".

Bring me to the horizon ❀ L.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora