AZRAEHL - L' ANGELO CADUTO

L'IRA

"Lui non ha capito.
Lui non ha compreso cosa sono capace di fare davvero"
lo sentii ringhiare furioso,
la sua voce bellissima trasfigurata, resa metallica e tagliente dalla rabbia.
Così tanto ruvida e graffiante da essere innaturale.

"Ma Sam..."

"Ma un cazzo"
tuonò sovrastando comunque il frastuono degli oggetti che lanciava come una furia a frantumarsi sulle pareti.
"Ero disposto a soprassedere
se si fosse trattato soltanto di me.
Ero disposto a convivere come due entità in antitesi cercando di ignorarci a vicenda.
Ma non sono disposto a tollerare che abbia fatto questo ad Azraehl"
aggiunse in un sibilo.
"Azraehl è sempre stata la sua punta di diamante,
l'angelo più potente tra le sue schiere...
e la mia cosa più cara.
E lui invece l'ha trattato come se fosse feccia.
Come se potesse essere sostituibile"
aggiunse duro,
digrignando la mascella.

"E come farà senza di lui?"
qualcuno osò mormorare.

Una risata inquietante tacitò tutti i presenti.
"Azraehl non ha perso i suoi poteri.
E lui sa benissimo che mio fratello continuerà a fare ciò per cui è stato creato come se nulla fosse accaduto semplicemente perché è la sua essenza intrinseca.
E per il suo senso di abnegazione, la sua affidabilità,
il suo inestinguibile senso del dovere verso gli altri"
ululò sbattendo il pugno sul tavolo attorno al quale erano tutti radunati, frantumandone in briciole la superficie solida.
Schegge di legno volarono sugli astanti che tentarono di ripararsi gli occhi.

"E perché lo ha bandito,
allora?"

"Perché finalmente ho visto la verità.
E non ho potuto chiudere gli occhi"
esclamai palesando la mia presenza nella stanza e tutti i loro occhi si puntarono su di me.
Freddo e disilluso sostenni i loro sguardi pungenti fieramente.
Avanzai nella stanza che mio fratello stava distruggendo come una rockstar fino ad un attimo prima.

"Fratello...
ti ho svegliato...?"
mi richiamò Lux con un tono colpevole ed uno sguardo preoccupato che mi soppesò a lungo per valutare se mi fossi davvero ripreso.

"Ora ricordo tutto lucidamente"
lo ammonii.

Lui annuì.
"Riposa ancora Azraehl,
il tuo è stato un lungo viaggio"
mi riprese con il tono amorevole ma severo di un fratello maggiore.

"Ho riposato abbastanza, Lux.
Anche troppo.
Ho perso troppo tempo nell'ignoranza...
ho perso millenni cazzo"
lo redarguii con la voce tremante di rabbia.

Lui si avvicinò, cauto.
"Non è colpa tua, Az"
mi rassicurò cercando il mio sguardo.
"Ti fidavi di lui,
noi tutti ci fidavamo di lui"

"Sì"
annuii.
"Ciecamente.
E non mi sono mai preoccupato anche solo di farmi delle domande, di verificare se ci fossero delle alternative.
Mi sono semplicemente limitato a credere"
ringhiai scuotendo il capo ancora incredulo per la mia dabbenaggine.

"Questo è il concetto di fede, Azraehl.
Credere senza vedere"

Fremevo ancora di rabbia,
ma mi limitai a socchiudere gli occhi per mitigarla ed attenuarla perché per andare avanti dovevo semplicemente accettare e lasciare andare gli errori e le leggerezze commesse sino ad allora.

"Cosa ti ha fatto intravedere la verità Az?"
mi chiese infine.
Avevo letto quella domanda inespressa aleggiare a lungo sulle sue labbra taciuta.

"L'amore"
risposi d'impulso,
ma non me ne pentii affatto.

Lui mi guardò prima raggelato dalla mia rivelazione,
poi il suo sguardo duro si ammorbidì ed inclinò il capo curioso.

"LASCIATECI"
ordinò imperioso con un cenno della mano continuando a guardarmi fisso e la stanza gremita si svuotò dopo pochi istanti.
Continuava a guardarmi in attesa trepidante che continuassi, trattenendosi visibilmente dal sollecitarmi.