Capitolo 3

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Bianca's pov
Dopo 15 minuti eravamo all'ospedale, un'infermiera ci indicò la stanza.

"Quella è la stanza del vostro amico, solo che non potete entrare, è appena uscito dalla sala operatoria ed è in coma" non ci capivo più niente, la mia testa non si connetteva, l'unica cosa che ero in grado di fare era piangere, piangere e ancora piangere.

"Dai Bia' si riprenderà, lui è forte" mi disse Cami per rassicurarmi ma anche lei stava piangendo.

Annuii e mi andai a sedere sulle poltroncine, le mie gambe non mi reggevano più in piedi. Dopo una decina di minuti uscirono dalla stanza i suoi genitori: Barbara e Paolo.

"Bianca, Camilla che ci fate qua?" Chiese Barbara tra un singhiozzo e l'altro

"Come sta?" Mi limitai a chiedere

"È in coma, non si sa quando si sveglierà e se si sveglierà" rispose Paolo, anche lui aveva gli occhi lucidi.

Le uniche parole che uscirono dalla mia bocca furono "mi dispiace" detto questo portai le gambe al petto e iniziai a piangere ancora più forte.

Barbara si sedette nella poltrona a fianco alla mia e iniziò ad accarezzarmi la schiena.

Il mio telefono iniziò a squillare, non riuscii a leggere il nome sullo schermo perché le lacrime mi offuscavano la vista.

"P-pron-to"
"Tesoro che succede? Perché piangi?" Era mia madre.
"D-dani...h-ha fatto un incidente"
"Oddio e come sta ora?" Mi chiese, dalla sua voce capii che era pentita dalla domanda che mi aveva appena posto.
"È-è in c-coma" riniziai a piangere ancora più forte.
"Oddio Bia' mi dispiace moltissimo, prendo il primo aereo e arrivo"
"N-no ma-mma tranquilla"
"Non ti posso lasciare sola in questo momento, a dopo" e riattaccò.

"Bianca vai a casa, hai bisogno di riposarti" mi disse Barbara

"N-no s-sto bene, lui h-ha bisogno d-di m-me" risposi tra un singhiozzo e l'altro

"Va bene, come vuoi" concluse e poi si allontanò per andare a parlare con un medico.

Dopo mezz'ora ricevetti un messaggio da mia madre in cui mi diceva che avrebbe preso l'aereo tra 1 ora, quindi tra neanche 3 ore era qua.

•••

Passava il tempo e la situazione non migliorava, mia madre era dovuta ripartire per Parigi, era una settimana che era in coma e i medici non sapevano dire altro che "la situazione è stabile, ma non sappiamo quando si riprenderà". Stavo in ospedale tutto il giorno in attesa di qualche segno di miglioramento da parte sua ma niente.

Camilla stava forse peggio di me, solo che non usciva proprio di casa, stava chiusa in camera sua a guardare il vuoto.

Dopo una settimana di assenza da scuola era arrivata l'ora di tornarci così passai tutta la domenica a casa a cercare di studiare ma la mia mente non riusciva a staccarsi dall'immagine del mio migliore amico in quel letto, immobile. L'unica cosa che riusciva a farmi staccare il cervello da quell'immagine era marco, con le sue canzoni mi aiutava a dormire qualche ora.

•••

La giornata a scuola non si decideva a finire, non ero riuscita a stare per niente attenta alle lezioni seppur mi sforzassi.

Quando la campanella suonò mi avviai verso casa.
Ad un certo punto vidi un ragazzo avvicinarsi a me.

"Bianca, sei te?" Quella voce risuonava tremendamente familiare nelle mie orecchie.

"Si, sono io. Scusa ma non me la sento di parlare, voglio tornare a casa" quando alzai la testa per vedere chi fosse sbiancai. Cazzo era Marco, non poteva assolutamente vedermi in queste condizioni.

"Ti accompagno a casa" disse

"No Marco, non ce n'è bisogno, davvero" replicai

"Si invece, Bianca posso sapere cosa è successo?"

"Marco ti prego lasciami stare, devo andare a casa ora" mi liberai dalla sua presa e scappai via.

"No! Bianca torna qua!" Lo sentii correre dietro di me per poi prendermi per un braccio e fermarmi.

"Marco te ne prego lasciami andare, ho bisogno di andare a casa a riposare" dissi con la voce spezzata.

"Va bene, ma lasciami soltanto accompagnarti a casa"

"Si va bene, andiamo!" E iniziammo a camminare verso casa.

"Grazie mille marco" dissi abbracciandolo appena arrivammo sotto casa

"Figurati, sei sicura di non voler che resto a farti un po di compagnia?" Non riuscivo proprio a capire perché si stesse comportando così con me, infondo ero solo una sua fan che aveva incontrato 2 volte.

"No, no tranquillo. Ci vediamo in giro." Mi sarebbe piaciuto che restasse a farmi compagnia ma non volevo che mi vedesse un minuto in più in quelle condizioni.

"Va bene, mi raccomando sii forte. Anche se non so cosa sia successo vedrai che andrà tutto bene" e mi fece l'occhiolino. Gli sorrisi ed entrai in casa.

2 mesi dopo

Sono 10 settimane che Daniel è in quel letto immobile, la situazione non è mai cambiata, dopo pochi giorni che ero rientrata a scuola i professori avevano telefonato ai miei genitori per comunicargli che non aveva senso andare a scuola nelle condizioni in cui stavo, mia madre voleva che andassi a Parigi da loro, ma non potevo assolutamente allontanarmi da Daniel, i miei giorni passavano in quel corridoio, alcune volte mi lasciavano entrare nella camera di Daniel ma solo per pochi minuti. Camilla era ancora chiusa in camera, non c'era modo di parlare con lei, penso che da quando è successa questa disgrazia l'ho vista 3 volte.

Oggi è il 21 novembre 2014, è uscito il primo singolo del nuovo disco di Marco, che da quel giorno non ho più rivisto, una sera è passato a casa mia ma appena l'ho visto dallo spioncino sono andata a chiudermi in camera.

Quella canzone: GUERRIERO aveva un significato enorme (almeno per me era così).

Supplicai i medici per farmi entrare nella sua camera, erano 2 giorni che non gli potevo stringere la mano e per fortuna mi lasciarono entrare.

Entrai, mi sedetti sulla sedia accanto al letto, presi la sua mano nella mia e iniziai a parlare.

"Ciao Dani. Sono felice di poter tornare a stringerti la mano. Vedi, oggi è uscito il primo singolo del nuovo album di marco e ci tenevo a fartelo sentire, così ho supplicato i medici di lasciarmi entrare." Feci partire la canzone. Quando la canzone finì, vidi la sua mano muoversi, i suoi occhi si aprirono, mi fissarono e poi iniziò a parlare.

"Ciao Bianca, quanto tempo che non ci vediamo" disse con voce debole, in quel momento entrarono i medici ma lui li fermò.

"Aspettate un attimo per favore, devo finire" disse mentre io piangevo fortissimo.

"Bianca, ricorda sempre una cosa, qualunque cosa accada VEGLIERÒ SU DI TE E SARÒ IL TUO GIERRIERO" sorrise, detto questo i suoi occhi si chiusero e la macchina che controllava i battiti iniziò a suonare e una linea dritta comparve sullo schermo.

"Nooooooo" urlai "Dani ti prego, non te ne andare, ti supplico" iniziai a piangere come non avevo mai fatto in tutto questo tempo. I medici mi allontanarono e lo portarono via.

•ANGOLO AUTRICE•

Eccomi con un altro capitolo, scusate se non ho aggiornato per tutto questo tempo ma ho avuto molti impegni.

Spero che questo capitolo vi piaccia anche se è molto triste ma vi prometto che a partire dal prossimo ci saranno molte sorprese 😀

Se vi va leggete la storia di AlexScrittrice intitolata "Credo" è molto bella

Grazie a tutti per le visualizzazioni, al prossimo. Carlotta❤️

Ps: scusate per eventuali errori ❤️

Legati da un auricolare|| Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora