La casa, di stile vittoriano, ha un aspetto cupo e spettrale. La luce di un lampo, rischiarando gli abbaini, spinge Luke a porre attenzione verso il piano superiore, dove la luce di una lampada si spegne per poi spostarsi al pianterreno. Un forte vento gelido sferza con crescente violenza le chiome degli alberi e i cespugli dietro ai quali Endell si è nascosto, nell'attesa dell'arrivo di Sparky. «Che tempaccio! Devo tentare di penetrare all'interno, in qualche modo. Per ora sta piovigginando ma, a breve, temo che verrà giù il finimondo.» Luke si sposta verso il retro della casa e scopre una porticina che dà sulla cucina. Trafficando con un coltellino, riesce ad avere ragione senza problemi della serratura. Entrato, richiude con delicatezza la porta e, evitando il minimo rumore, si sposta verso il soggiorno. Madame Nadia è seduta a un tavolo, le mani protese in avanti. Un fulmine, caduto non distante dalla casa con un grosso boato, illumina il volto della donna, che rimane impassibile. «Gli spiriti della terra sono inquieti» mormora. «Qualcosa o qualcuno li sta infastidendo.» In quel mentre, bussano alla porta: è Sparky. «Gabrielle, vai ad aprire, presto!» ordina Madame Nadia alla domestica. «Sì, signora. Corro!» risponde la ragazza, sospendendo di spolverare l'argenteria. Gabrielle apre la porta e Sparky, consegnatole il soprabito, si porta timidamente in soggiorno. «Si sieda e si metta comodo, signor Moore» lo invita la donna. «Che nottata infernale! Appena sono sceso dall'auto ha cominciato a venire giù che Dio la mandava...» «Ora non ci pensi. Si concentri invece sul suo problema.» «Cosa devo fare?» «Mi dia la mano destra, con il palmo rivolto verso l'alto, e si rilassi.» Sparky obbedisce e Madame Nadia comincia ad accarezzargliela lievemente con l'indice, a partire dal centro fino all'altezza del polso. «Si distacchi da questa realtà e immagini di essere a casa, nel proprio letto. Lei si sta abbandonando al sonno... si sente gli occhi pesanti per la stanchezza, chiude le palpebre e tutto piomba nel buio... ecco, ora sta dormendo e i sogni prendono a materializzarsi nella sua mente. Si concentri sul suo respiro e, al contempo, focalizzi i suoi pensieri sulle diverse parti del suo corpo disteso sul letto: le dita dei piedi, le caviglie, le gambe; si sposti dal basso all'alto, fino alla testa. Espiri, inspiri e rimanga in ascolto, in attesa...» «Sì, la finestra si apre e ne entra un globo di luce... un globo che si fa via via più grande e assume forma. È Mammut! Mammut, amico mio... come ti hanno ridotto le pallottole di quei dannati sbirri... ma hai ottenuto la tua vendetta: Malone giace lì a terra, privo di vita!» «Bene, ora lasci fluire questa immagine e scavi ancor più in profondità... vede qualcos'altro?» Luke, che osserva la scena da lontano, celato dietro una tenda, nota una serie di smorfie disegnarsi sul volto di Sparky, quasi a sottolineare lo sforzo dell'uomo di resistere alla pressione cui lo sottopone la sensitiva. «No... Sì... Si muovono, fremono sotto al letto, con le loro radici digrignanti, pronti ad assalirmi. Non li vedo ma sento che ci sono...» «Chi c'è? Mi dica? Chi c'è?» «C'è... ci sono...» All'improvviso, dal centro del tavolo scaturiscono dei filamenti e dei tentacoli luminosi, che si protendono verso il soffitto. «Gli uomini-pianta!» grida Sparky. «Sì, gli uomini-pianta!» gli fa eco una voce dall'alto. «Sono risorti per aiutarmi a portare a compimento il lavoro che avevo iniziato!» I tentacoli luminosi afferrano Sparky e Madame Nadia, facendoli urlare dal dolore. Luke esce allora dal proprio nascondiglio e si rivolge alla domestica: «Mi aiuti a svegliarli, presto!» Pur non comprendendo cosa stia accadendo e chi sia quell'intruso comparso dal nulla, Gabrielle si precipita verso la sua padrona e la scuote, mentre Endell fa lo stesso con Sparky. I filamenti luminosi si dissolvono e nella stanza torna l'oscurità, interrotta a tratti dal bagliore dei lampi. «Cos'è successo? Accendi la luce, Gabrielle!» ordina Madame Nadia. «Ah, è lei! Avevo percepito la sua aura, stamane in quel bar. Che ci fa qui, in casa mia?» domanda a Luke, trovandoselo dinanzi. «Il commissario Endell!» esclama Sparky, meravigliato e preoccupato al tempo stesso. Endell si siede e spiega i motivi della propria presenza alla villa, chiedendo infine delucidazioni sull'esperimento condotto dalla sensitiva. Madame Nadia non ha difficoltà a chiarire di aver tentato di guarire Sparky dagli incubi che l'affliggono. «Tuttavia quello a cui abbiamo assistito era ben più di un incubo» osserva Endell. «È vero, e mi ha colta totalmente impreparata. Occorrerà un supplemento di indagine per venire a capo di questa faccenda. Se vuole, lei e il signor Moore potete fermarvi qui per la notte, in qualità di miei ospiti. Domani poi cercherò di farmi un'idea più chiara di quanto è successo.» «Sono desolato, Madame Nadia, ma per quanto mi riguarda mi vedo costretto a declinare l'invito e a togliere il disturbo. Domani ho del lavoro da sbrigare alla centrale. Le prometto però che a fine giornata tornerò a farle visita per essere informato di eventuali sviluppi.» «Io invece accetto ben volentieri il suo invito: mi sento più tranquillo a rimanere qui» confessa Sparky, alzandosi dalla sedia, dopo essersi asciugato il sudore dalla fronte. Luke, accompagnato dalla domestica, oltrepassa la porta d'ingresso e corre velocemente verso l'auto, poiché, seppure con minor intensità, sta ancora piovendo. Risalito in auto, torna verso la città riflettendo sui fatti avvenuti alla villa. Mentre il veicolo sta costeggiando un precipizio che dà sul fiume, nei pressi di una curva a gomito, Luke ha la sensazione di vedere la strada ondeggiare e sdoppiarsi, rendendogli difficoltoso mantenere il controllo del veicolo; all'improvviso, le luci di un camion in arrivo sulla corsia opposta lo confondono al punto da andare a sbattere contro il guardrail, mandandolo in pezzi. L'auto precipita lungo la scarpata e pare destinata a finire nel fiume, sennonché, prima di toccare la superficie dell'acqua, su di essa si forma una sorta di varco luminoso e il mezzo l'oltrepassa, svanendo nel nulla. Dopo un attimo di smarrimento, Luke si accorge di trovarsi in un ambiente luminoso e dall'aspetto irreale: una sorta di immensa stanza dalle pareti semitrasparenti, completamente bianche. «Ora dovrebbero comparire gli ometti verdi» pensa, ricordando quanto avvenuto a Robbins e ai passeggeri dell'aereo, perciò, impugnata la pistola, esce dall'auto e si guarda intorno, rimanendo in attesa, con tutti i sensi all'erta, nel tentativo di cogliere ogni minimo rumore e movimento. Dietro la parete compaiono, ben presto, le sagome grigiastre di quelli che potrebbero apparire come gli abitanti di un altro mondo. Per qualche minuto gli strani esseri si muovono in maniera convulsa, agitando, come marionette impazzite, le loro braccia sproporzionate poi, quasi fossero immateriali e senza fare il benché minimo rumore, oltrepassano la parete e si avvicinano a Luke, stagliandosi di fronte a lui. «Ma... non avete naso, né occhi, né orecchie... cosa siete? Cosa volete da me?» Le creature girano tutt'intorno a Luke, protendendo verso di lui le loro teste allungate, prive di occhi, per esaminarlo. «Co-sa... da me?» ripete una voce stridula, proveniente dall'interno di uno di quegli esseri. «Non so come abbiate fatto a rispondermi, ma è quello che ho chiesto: cosa volete da me?» Le creature cominciano a saltellare, eseguendo una sorta di danza e ripetendo, all'unisono: «Co-sa da me? Co-sa da me? Co-sa da me?...» «Che follia è mai questa? Non mi starete prendendo in giro?» dice Luke, non avendo idea di come farsi intendere. Una di quelle creature accosta una mano al volto di Luke e, un attimo dopo, un'insolita melodia invade l'ambiente. Dal nulla si materializzano alla rinfusa delle immagini: i genitori di Luke e sua sorella, la sua città natale, il suo cane Buck, gli amici dell'università, il maggiore Holtan su tutti, Alyia, la sua prima ragazza, i compagni dell'accademia di polizia, il sergente Kobono, Marchetti e, infine, l'agente Mayflower. Quei buffi esseri osservano tutto quanto, incantati, e alla fine esplodono in una nuova frenetica danza. «Capisco che siate entusiasti delle vostre scoperte, ma vorrei sapere qualcosa di più sul vostro conto» dice Luke, avvicinando le mani a uno di essi. Subito si materializzano nuove immagini: uomini sconosciuti che bevono allegramente seduti intorno a un tavolo; gli uomini-pianta; il corpo straziato di Joe Damerino, a terra in un bagno di sangue, Greg Bramante, accanto a lui con le ossa spezzate e Mickey Malone che ride, ride e ride, sempre più forte e sguaiatamente. Infine compare Mammut, intima al gangster di smetterla e lo afferra, con ferocia, per il collo. «Basta! Basta! Questo è un brutto sogno!» Le creature si fissano tra loro, sconcertate, per poi allontanarsi e svanire dietro la parete. Ne segue una gran luce accecante. Luke si sente mancare. Si risveglia all'interno della propria auto, piombata nelle acque del fiume. Ancora confuso, si sforza di aprire la portiera, ma la pressione dell'acqua glie lo impedisce. Per fortuna, si avvede che l'acqua sta invadendo l'abitacolo, a causa del finestrino aperto dal lato del passeggero. Slacciata velocemente la cintura di sicurezza, approfitta di quel passaggio per uscire e ritornare in superficie.
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Eghena - seconda parte
Science FictionQuesta è la seconda parte di ««Eghena», di cui è stata pubblicata la prima parte da Fara Editore di Rimini ad Agosto 2024, a seguito della vittoria del concorso Faraexcelsior 2024. In un mondo simile al nostro, in fase di ricostruzione dopo una cata...