Capitolo ottavo - appuntamento alla villa

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All'uscita dal lavoro, Michaela corre incontro a Luke e lo prende sottobraccio. «Venga. Le do un strappo fino a casa.» «La ringrazio, ma preferirei andare a piedi. In fondo, la pensione non è lontana.» «Allora l'accompagno. Non mi dispiace fare due passi con lei... a proposito, non sarebbe ora di darci del tu?» «Hai ragione, Michaela...» «Chiamami semplicemente Micki.» «D'accordo, Micki. Lei... tu che idea ti sei fatta di tutta questa storia?» «La mia idea, Luke è molto semplice: che si tratti di alieni, uomini-pianta o chissà cos'altro, ad oggi non ci sono state vittime, perciò il problema non mi sembra così grave.» «Rimane comunque un mistero da risolvere...» «Non mi pare sia un caso di competenza della polizia, Luke.» «Tuttavia...» Michaela gli appoggia le dita sulle labbra per farlo tacere, poi lo afferra per il bavero della giacca e, tiratolo a sé, lo bacia. «Questo è di tua competenza!» «Capisco il tuo punto di vista...» ammette Luke, ricambiando. Dal cielo, leggermente annuvolato, cominciano a cadere le prime goccioline. «Lasciamo perdere la camminata, Luke, siamo senza ombrello e la mia auto è là, appena svoltato l'angolo.» «D'accordo, mi è bastato il tuffo nel fiume!» I due giovani corrono all'auto e si ritrovano all'interno giusto in tempo per evitare l'acquazzone. «Non trovi che tutto ciò sia molto romantico?» dice lei, e poi prosegue: «C'è poi tutta questa fretta di tornare a casa?...» «Direi... Direi proprio di no...» risponde lui. La pioggia cade con insistenza sul tettuccio dell'abitacolo, ma Michaela e Luke non se ne curano. Quando giungono alla pensione, Lola ha già messo in tavola la cena. «Anche l'agente Mayflower si ferma con noi?» domanda la donna, con aria indagatrice. «Non saprei... lei... tu che dici, Micki?» «Accetterei volentieri, ma forse è meglio che vada...» Lola si avvicina a Luke. «Oggi ha chiamato una ragazza, una certa Gabrielle; ha detto di essere la domestica di una tal Madame Nadia che lei conosce. La sua padrona la convoca per questa sera alle undici presso la sua villa. Ha detto che può portare con sé chiunque crederà opportuno.» «Tu che ne pensi, Micki? Verresti con me a quell'appuntamento?» Michaela si mostra titubante, ma alla fine acconsente. «Qualunque cosa pur di toglierti dalla testa questa faccenda! Stando così le cose, a questo punto e data l'ora, mi pare inutile tornarmene a casa mia. Aggiunga pure un piatto Lola, resto qui.» «Come desidera.» I minuti scorrono lenti e, dopo aver cenato, mentre Micki si piazza davanti alla televisione insieme a Lola, Luke rilegge tutti i propri appunti sul caso. Ogni tanto solleva lo sguardo ed esamina la figura aggraziata di Micki, seduta sulla sponda del divano. Pensa che sia stata una gran fortuna trovarla sulla propria strada, ma continua a tormentarsi all'idea di aver commesso un grave errore a mettersi con una propria sottoposta e si domanda se e quanto potrà durare la loro relazione. A un certo punto si alza e, rivolto a Michaela, la invita a fare altrettanto: «È l'ora, dobbiamo andare.» Micki si infila le scarpe ai piedi e saluta la padrona di casa. Lola la ricambia con un cenno della mano, senza staccare gli occhi dallo schermo e, intanto, sgranocchia avidamente delle arachidi. Fuori ha smesso di piovere e il cielo, ritornato limpido, è gremito di stelle mentre la luna piena, d'un colore rossastro, brilla alta. «Serata adatta per andare a caccia di venusiani, non ti pare, Luke?» Luke è talmente assorto nei propri pensieri da non udire le parole di Micki. La ragazza non insiste e, messa in moto l'auto, si avvia spedita verso la villa di Madame Nadia. Sparky cammina inquieto su e giù per il salone, chiedendosi cos'abbia escogitato Madame Nadia per curarlo dal suo male. Madame Nadia, per fargli sfogare in parte la tensione, lo invita a rendersi utile: «La prego, invece di stare con le mani in mano, aiuti Gabrielle a spostare al centro della stanza quel grande tavolo rotondo.» «Che cosa intende fare: una seduta spiritica?» «Qualcosa del genere» spiega la donna. «Abbiamo dunque a che fare col fantasma di Malone, come temevo?» domanda Sparky. «Sì e no. Per avere una risposta chiara dovrà portare pazienza finché non arriveranno gli altri ospiti.» «In base a quale criterio li ha scelti? Questo almeno può dirmelo?» «Naturalmente! Quando ho interrogato le forze della natura mi sono concentrata su di lei e un tenue filo di luce mi ha guidata a ciascuno di quegli individui. Uno lo conosce; è già stato qui: il commissario Endell.» Gabrielle e Sparky hanno appena sistemato il tavolo che sentono bussare alla porta. La domestica corre prontamente ad aprire. Embrock e Assim, arrivati contemporaneamente, entrano con timore reverenziale nella sala d'aspetto della villa. Poco dopo arriva Luke insieme a Micki e, infine, Robbins, accompagnato da sua figlia Myra. «Chi è questa donna? Che vuole da tutti noi?» domanda Assim a Luke. «Non ti preoccupare, ragazzo, e fai quello che ti dirà.» «Sembra l'antro di una strega; ricca, ma sempre una strega» commenta Embrock, guardandosi attorno. Madame Nadia, incurante dei commenti, va incontro agli ospiti. «Benvenuti a tutti voi! Gabrielle, falli accomodare ai loro posti.» Fatte le dovute presentazioni, Gabrielle fa sedere ciascuno a un posto prestabilito: prima Sparky, alla sua destra fa sistemare Luke, poi, nell'ordine, Embrock, Robbins, Assim e Micki. Madame Nadia si siede vicino a Michaela e alla propria sinistra fa accomodare Myra. «Voi due siete sedute ai miei lati perché rimarrete accanto a me per tutta la durata dell'esperimento.» Myra domanda timidamente: «Rimarremo? Vuol dire che gli altri, compreso mio padre, dovranno andare da qualche parte?» «Non si preoccupi: se seguirete le mie istruzioni alla lettera tutto andrà per il meglio. Gli altri dovranno compiere un viaggio, ma io, col vostro supporto, farò loro da guida.» «Un viaggio? Cosa intende dire con queste parole?» domanda Luke. «Saliremo sul carro degli angeli, quello che trasportò nell'alto dei cieli il patriarca Enoch!» esclama Robbins. «In un certo senso è così...» dice Madame Nadia e, fatte spegnere le luci, chiede ai presenti di prendersi per mano. «Io prendere per mano uno sbirro! Neppure nel peggiore dei miei incubi l'avrei immaginato!» pensa tra sé e sé Sparky, sorridendo. Gabrielle accende le candele poste sui bracci di un candelabro dorato che si trova al centro del tavolo e brucia un bastoncino d'incenso in una piccola ciotola, per favorire la concentrazione dei presenti. «Chiudete gli occhi, respirate profondamente e sforzatevi di allontanare da voi ogni pensiero. Concentratevi esclusivamente sulle mani che state stringendo. Sentite l'energia fluire in maniera crescente tra tutti noi?» I presenti si sforzano di seguire l'indicazione di Madame Nadia finché, dopo alcuni interminabili istanti, le mani della donna paiono illuminarsi di luce propria; la luce poi, si trasferisce di mano in mano, fino a ritornare a lei. In breve, nel buio acquista consistenza un circolo luminoso, che vortica a velocità sempre più elevata. La luminosità si espande: i corpi di Sparky, Luke, Embrock, Robbins e Assim, finiscono per somigliare a tizzoni incandescenti. Luke avverte uno strano formicolio pervadergli l'intero corpo. A poco a poco ha l'impressione che il suo spirito si stia separando dal corpo e stia levitando fino al soffitto, da dove assiste impassibile alla scena. Ma tale sensazione dura meno di un istante: un vento impetuoso proveniente dal centro del vortice lo afferra e lo trascina lontano. Sotto lo sguardo indecifrabile di Madame Nadia, il vortice di luce avvolge l'intero gruppo. Infine, svanisce in un lampo accecante; attorno al tavolo restano soltanto Madame Nadia, Micki e Myra. «Per quanto posso comprendere la vostra curiosità circa quanto appena accaduto, vi prego di continuare a tenere gli occhi chiusi; sta andando tutto come programmato!» le rassicura la sensitiva. Gabrielle, impaurita, si ritrae in un angolo, addossandosi alla parete.

Eghena - seconda parteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora