Capitolo secondo - viaggio nell'incubo

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Quella sera, dopo cena, Endell scruta il cielo notturno dalla finestra della sua camera da letto e rimugina sul racconto di Robbins. «Non saprei dire perché: per quanto ritengo possibile che, tra quell'infinità di stelle, esista più di un pianeta abitabile dove possono essersi sviluppate forme di vita intelligenti, mi è più facile credere all'esistenza degli uomini-pianta che non a esseri provenienti dallo spazio.» La suoneria del telefono ne interrompe le riflessioni. È Lola, che gli passa in camera una chiamata dell'agente Mayflower. Luke allunga la mano verso il telefono; le sue dita esitano per un breve istante, infine afferra la cornetta e la porta all'orecchio. «Micki, come sta? Sono felice di risentirla dopo tutto questo tempo.» «Anch'io, Luke sono felice di udire la sua voce. Quanto a me, sto bene, mi sento una gran stanchezza addosso, ma sto bene. Non sa quanto mi mancano Eghena, il mio lavoro alla centrale e tutti voi!» risponde la giovane, con aria sconfortata. «E sua zia? Il sergente Kobono mi ha riferito che doveva essere sottoposta a un intervento molto delicato, proprio in questi giorni...» «Sì, in effetti, ha subito un intervento la scorsa settimana; purtroppo, da allora le sue condizioni sono andate aggravandosi e i medici, costatata l'inutilità di qualunque tipo di terapia, temono che ormai le resti ben poco da vivere. È così triste doverla assistere durante questa lenta e lunga agonia. Se lei fosse qui accanto a me...» Dal tono della voce, Luke comprende che la giovane trattiene a stento le lacrime. «Mi spiace. Se non fosse stata così lontana e gli impegni di lavoro non me lo impedissero, avrei fatto volentieri un salto a trovarla.» «Beh, visto come stanno andando le cose, è probabile che sia io a tornare, prima di quanto creda. Ma, mi dica: come stanno Taichi e Antonio?» «Stanno bene, entrambi, e i problemi non mancano: oggi abbiamo avuto perfino a che fare con un presunto caso di rapimento da parte degli alieni. Si ricorda di quel mezzo matto di Robbins?...» dice Endell, riportando poi, in sintesi, l'insolito caso affrontato. «Non è una storia più pazzesca di quella degli uomini-pianta» conclude l'agente Mayflower. «Ha ragione. Mi auguro che, contrariamente alle previsioni, sua zia possa riprendersi e di rivederla al più presto tra noi. Il suo caffè comincia a mancarmi.» «Solo il caffè?» domanda Michaela, giocherellando nervosamente con una ciocca di capelli. «Beh, quello di sicuro» risponde Endell con tono impacciato, aggrappandosi, a due mani, alla cornetta. Michaela si ritiene soddisfatta. Quella risposta da parte del suo serioso commissario è per lei una sorta di ammissione e, salutatolo, abbassa il ricevitore. Nei giorni successivi, la salute della zia di Michaela continua a peggiorare come diagnosticato dai medici e, dopo due settimane, tra spasmi lancinanti, la donna muore. La ragazza, dopo essersi premurata di avvisare tutti i parenti e di organizzare il funerale, non appena si sente pronta ad affrontare il viaggio, prenota un volo per fare ritorno a Eghena. L'aereo decolla sotto una fitta pioggia battente; la giovane ha come la sensazione che anche il cielo desideri partecipare al suo lutto e spargere lacrime per la morte dell'amata zia. Il volo procede regolarmente e, ben presto, Michaela, guardando fuori dal finestrino riconosce le luci della città di Florentia, a ravvivare, come un mare di stelle variopinte, il mondo avvolto dall'oscurità della notte. «Fra meno di un'ora sarò a casa» pensa. «Vorrei che ad attendermi ci fossero le braccia di Luke. Sento un gran bisogno di calore, di un suo abbraccio. Ma non devo illudermi... Eppure, forse un giorno riuscirò a spezzare definitivamente la corazza che avvolge il cuore di quell'uomo!...» Nella cabina di guida, intanto, il pilota scruta il cielo notturno con crescente apprensione e si rivolge al suo secondo. «Hai notato anche tu, Aidan?» «Che cosa?» «Il cielo davanti a noi... è come offuscato... ma forse sono i miei occhi... una conseguenza della stanchezza.» «No, hai ragione, Isaac. Ho avuto la stessa sensazione, e ora ... cos'è quella nebbiolina che ci sta gradatamente avvolgendo?» «Non ne ho idea... ma sta diventando sempre più fitta e temo che tra poco vi saremo immersi completamente.» «Che strano fenomeno! E non è tutto: cosa sono quei bagliori sotto di noi? Sembrerebbero dei lampi, ma non è possibile... hanno un insolito colore verdastro...» Alcuni minuti dopo, l'aereo si trova a vagare in uno spazio reso completamente bianco dalla nebbia. «Dovremmo trovarci ormai sopra Eghena. Provo a contattare la torre di controllo» dice il secondo. In quel momento entra l'assistente di volo. «I passeggeri si stanno inquietando, capitano. Guardando fuori dai finestrini hanno notato che stiamo volando in uno spazio irreale, completamente avvolto da una nebbia fittissima. Potete spiegarmi cosa sta succedendo?» «Non ne abbiamo la minima idea! Tra l'altro mi sono appena accorto che la radio e gran parte della strumentazione sono completamente fuori uso. Penso proprio...» risponde il secondo. «Santa vergine benedetta! Cos'è quello?» esclama l'assistente di volo, interrompendolo e indicando davanti a sé. Il pilota osserva stupito un enorme varco luminoso, di forma trapezoidale, che si staglia di fronte all'aereo. «Non so cosa accidenti sia, ma per prudenza cercherò di modificare all'istante la nostra rotta, o ci finiremo dentro.» Il pilota tenta una manovra disperata, ma l'aereo comincia a vibrare pericolosamente costringendolo a desistere. «State calmi, state calmi!» comunica l'assistente di volo ai passeggeri, nel tentativo di rassicurarli. «Siamo entrati in un banco di nebbia e siamo soggetti a una inattesa turbolenza magnetica, ma presto ne saremo fuori» e fornisce tutte le indicazioni del caso. Micki si è resa conto di quanto sta avvenendo e, temendo ormai possa essere giunta la propria ora, comincia a pregare sottovoce, lanciando un ultimo pensiero ai suoi amici e al suo bel commissario. L'aereo, incapace di sfuggire alla forza attrattiva, piomba nella fessura, la quale, subito dopo, si richiude e scompare, restituendo il posto al cielo notturno, puntellato di stelle. È ancora buio quando Luke si prepara per andare all'aeroporto ad accogliere la collega, insieme al sergente Kobono. Lola è già alzata da una mezz'oretta e gli sta sistemando in tavola la colazione. Come d'abitudine, mentre sbriga le incombenze domestiche, ascolta la televisione, in sottofondo. Luke si è appena seduto al suo posto e sta per sorseggiare il caffè, quando comincia il notiziario. La giornalista, in diretta dallo studio, saluta il pubblico, quindi comincia a passare in rassegna i principali fatti del giorno: «Buongiorno. Cominciamo questa nostra edizione con le tragiche notizie che giungono dalle aree meridionali del Paese, dove ormai da un mese si susseguono gli scontri a fuoco tra i gruppi separatisti che rivendicano i territori di Nuova Tikal e il governo centrale, con molte vittime tra la popolazione civile. Colleghiamoci per un aggiornamento con la nostra inviata, Janice Kovak...» La giornalista viene interrotta da una telefonata dalla regia. Riposta la cornetta, la donna si rivolge nuovamente al pubblico: «Scusate, siamo costretti a rimandare il collegamento di alcuni minuti. Ci è appena pervenuta, infatti, una notizia dell'ultim'ora: il volo proveniente da Mantinea, decollato all'una e un quarto, che avrebbe dovuto atterrare intorno alle cinque e trenta del mattino all'aeroporto di Eghena, è scomparso improvvisamente dai radar. Ogni tentativo di contattarlo dalla torre di controllo è risultato vano. Alcuni testimoni hanno dichiarato di aver notato nel cielo, prima della scomparsa del velivolo, un'immensa sagoma ellittica. Quasi in contemporanea, alcuni appassionati d'ufologia hanno fatto rimbalzare la notizia sui social di tutto il mondo, attribuendo la scomparsa dell'aereo all'intervento di civiltà extraterrestri. Loro convinzione è che si sia trattato di un segno dell'imminente avvento di una nuova era: quella del ricongiungimento tra il genere umano e i suoi antichi progenitori provenienti dalle stelle. "Semplici voli di fantasia" li definiscono le autorità, certe che l'aereo sia precipitato in seguito a un guasto meccanico. Intanto i soccorsi si sono attivati in cerca di eventuali superstiti.» Endell ascolta il servizio come paralizzato, poi afferra il cellulare e telefona subito a Kobono. «Taichi, ha sentito la notizia?» «Ho sentito, ho sentito! Povera Michaela, povero agente Mayflower! Che tragedia!» «Un momento! Il fatto che l'aereo sia scomparso dai radar non significa che Micki sia morta... finché non ritroveranno i resti dell'aereo e del suo cadavere non potrò crederci!» «Ha ragione Luke... non dobbiamo rassegnarci, anche se le speranze sembrano essere davvero ridotte al lumicino. Presumo che, perso contatto con il radar, l'aereo sia precipitato in mare, a causa di un qualche guasto, come hanno detto al notiziario.» «Ci pensa lei ad avvisare Marchetti? Credo che per oggi non verrò in ufficio.» «Come vuole, commissario.» Luke si siede di nuovo a tavola e, terminata in fretta la colazione, prende l'auto e parte a tutta velocità senza avere una meta precisa. All'inizio si dirige verso la zona del fiume, poi, passando accanto al negozio dove lui e Michaela si erano fermati a guardare la vetrina al loro primo appuntamento, ha un ripensamento e, tornato indietro, compie un largo giro intorno a quella che fu la baraccopoli, per poi andare verso la zona delle miniere. Forse si tratterrà un po' là, a conversare con Assim e sua sorella. Giunto alle miniere, la piccola Fareeha gli corre incontro gioiosa e lo prende per mano. «Commissario, che piacere ci fa con questa sua visita! Venga con me, le preparo un tè!» Luke vorrebbe declinare l'invito e ritrae la mano, ma in quel mentre i minatori cominciano a indicare, come impazziti, qualcosa che hanno scorto tra le nuvole. «Guardate lassù! Non è un aereo quello?» «Sì, è proprio un aereo di linea, ma da dove sbuca fuori?» Tutti, Luke compreso, si piazzano con il naso all'insù, ad osservare, attoniti, l'aereo comparso dal nulla. Assim corre fuori da una baracca, preoccupato. «Che sta accadendo? Perché gridate tutti quanti?» A bordo dell'aereo il pilota, dopo un momento di smarrimento, si rende conto della situazione. «La nebbia si è dileguata, è giorno e... stiamo perdendo rapidamente quota!» Prontamente, l'uomo recupera il controllo dei comandi, assistito dal suo secondo, e, riporta l'aereo in quota. «Non capisco come siamo potuti giungere fin qui, ma siamo abbastanza lontani dall'aeroporto e non abbiamo carburante a sufficienza per tornare indietro. Temo che dovremo prepararci a un atterraggio di fortuna, Aidan!» «Non vedo alternative, Isaac!» conferma il secondo. «Sotto di noi c'è una strada abbastanza ampia e completamente sgombra che si inoltra nel deserto.» Fatti avvisare i passeggeri, il pilota comincia la delicata operazione, che porta a termine senza particolari difficoltà. Ridotta la velocità e fatto scendere il carrello, l'aereo atterra sulla pista improvvisata e, ben presto, dopo essere stati informati che delle navette sono già in viaggio per condurli in città, i passeggeri, sono fatti scendere. Alcuni di essi ringraziano ad alta voce gli uomini dello spazio per averli lasciati andare, altri si chiudono in un mutismo che manifesta il desiderio di dimenticare un'esperienza che li ha segnati nel profondo. È chiaro però che tutti hanno vissuto qualcosa di simile a quanto sperimentato da Ezechia Robbins. Endell incontra lo sguardo di Michaela, ancora spaesata dopo la brutta avventura e le corre incontro, abbracciandola forte. «Avevo temuto di averla persa, e invece...» «Invece sono qui, e ho realizzato il mio sogno!» dice lei, assaporando il momento, augurandosi che duri il più a lungo possibile. «Venga, ora. La riaccompagno a casa sua. Poi quando se la sentirà, mi spiegherà cos'è successo!» dice Luke, prendendola per mano e trascinandola con sé. Nel frattempo, dall'aereo scende un'altra vecchia conoscenza: Daniel Moore, meglio noto, un tempo, col nomignolo di Sparky.

Eghena - seconda parteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora