Uno sbuffo ruppe il breve silenzio che si era creato a quel tavolo pieno di amici appena tornati dalle vacanze estive fuori Roma passate con i genitori e vari familiari.
A sbuffare fu Manuel che, mentre fumava l'ennesima camel blu della giornata, cercava un modo per scappare da quei soliti convenevoli del cazzo - come li chiamava lui - tentando di nascondere quanto non avere niente da raccontare gli facesse male.
Al terzo sbuffo Chicca, la sua ex ragazza dai capelli sempre colorati in un modo diverso, si girò verso di lui cercando di capire il motivo del suo continuo sbuffare. Ma Manuel non permetteva a nessuno di vederlo per come era veramente e, passandosi una mano tra i capelli lunghi, alzò le spalle con fare disinteressato osservando poi la ragazza alzare gli occhi al cielo per poi tornare a parlare con gli altri.
Manuel passò nuovamente la mano tra i suoi capelli sentendo chiaramente quanto li avesse lasciati crescere e pensando che forse quella era stata l'unica decisione sensata che aveva preso quell'estate.
«Me pari n'anima in pena Manuè, poi co sto nuovo look sembra t'abbiano attaccato un mocio in testa. Per non parla' de ste camicette a mezze maniche e ste maglie! pure i jeans nun so più gli stessi de qualche mese fa, te sei rifatto l'armadio!» Manuel si girò subito verso Matteo fulminandolo con lo guardo per qualche secondo per poi scoppiare a ridere scuotendo la testa, «Ma quanto sarai coglione, eh? poi da quando te sei messo a dì cose sofisticate come look?»
L'amico si strinse nelle spalle divertito, «Ma che ne so, Ma'! Magari st'estate me ha cambiato qualcosa dentro.» e Chicca, che stava osservando i due ascoltando il loro scambio di battute, vide la mascella di Manuel serrarsi e il corpo del ragazzo farsi rigido e teso come una corda di violino.
Per un secondo i loro occhi si incontrarono e Manuel, turbato dai pensieri che stavano passando come una valanga nella sua testa, fece trasparire per un secondo il panico che lo stava cogliendo internamente attraverso gli occhi e Chicca catturò quell'istante di apertura verso il mondo.
«Te che hai fatto st'estate Matte'?» chiese la ragazza distraendo l'amico da Manuel che si rilassò piano piano mentre finiva in silenzio la sua sigaretta isolandosi di nuovo per qualche secondo che in breve tempo diventarono interi minuti finendo per perdersi intere conversazioni - non che fosse interessato all'argomento.
O almeno fino a quando... «... Manuel non è voluto venire. Ha preferito rimanere con Anita a Roma con il caldo!» Il ragazzo interpellato alzò gli occhi puntandoli sulla sua sorellastra che, oltre ad essersi inserita nella sua vita da pochissimi mesi, stava mandando a puttane anche il suo piano "non parlare di questa estate".
«Pensavamo fossi andato col tuo nuovo padre e Viola al mare in Grecia...» iniziò Luna lasciando cadere la frase come se qualcun altro - sicuramente non lui - dovesse continuarla.
«... non ti sei fatto sentire per tutta l'estate e sei stato sempre a Roma?» gli occhi di Laura e di tutti gli altri erano puntati su di lui e Manuel un po' si sentì come se gli mancasse l'aria nei polmoni.
«Intanto nun è il mio nuovo padre, è solo lui che ha scoperto de esse mi padre. Poi Viola ha detto che nun so andato co loro e che so stato co mi madre ma mica so stato sempre co lei eh.» tirò fuori mentre sistemava la maschera da cazzaro a cui non fregava niente di nessuno sul volto. Che poi, pensò Manuel tra se e se, nun è manco na cazzata... basta omettere dove so stato e co chi.
«E ndo sei stato de bello? Perché pe superà na vacanza tutta pagata in un isola della Grecia ce ne vuole eh!»
Manuel strinse la mano a pugno cercando di non far trasparire come quella domanda fosse l'unica che stava cercando di evitare. Matteo lo stava ancora guardando in attesa di una risposta quando tutti si girarono distratti dall'arrivo di una persona al loro tavolo - persona che fece istantaneamente alzare gli occhi al cielo a Manuel.