«Ma che glie succede a Simone stasera ao! - chiese Matteo a Laura ridendo mentre guardava l'amico buttare giù tutto d'un sorso l'ennesimo gin tonic della serata - Me sembra n'artro da quanto se sta a divertì!»
La ragazza arricciò il naso mentre osservava Simone ballare con gli occhi socchiusi e la testa alzata in mezzo a decine di corpi di sconosciuti.
«Vorrei saperlo anche io.» sussurrò lei che, a differenza di Matteo, non era per niente divertita dal comportamento del suo migliore amico.
Simone non era un ragazzo che stava seduto a un tavolo in un angolo senza fare niente o che non beveva, assolutamente! Però, pensò la ragazza, anche se quando usciva ballava, beveva e rimorchiava più di tutto il gruppo messo insieme non lo faceva così. Non si comportava in quel modo, non beveva 3 drink di seguito quasi senza riprendere fiato e sicuramente non si muoveva in quel modo.
Sembra quasi come se voglia essere visto da qualcuno, pensò Laura non sapendo proprio però verso chi i desideri del ragazzo fossero rivolti, forse qualcuno che neanche è qui.
Quando poi riportò gli occhi sulla pista vide un ragazzo alto quasi quanto lui e con i riccioli scuri avvicinarsi a Simone che, in quel momento, gli dava le spalle.
Il corvino sentì due mani poggiarsi sui propri fianchi, la testa era leggera come una nuvola e ogni pensiero era stato completamente annebbiato dall'alcool. Quando provò ad aprire gli occhi per vedere chi stava ballando con lui, notò che aveva la vista offuscata e che le persone e le luci intorno a lui sembravano fondersi fino a quasi diventare un tutt'uno.
Si girò piano e l'unica cosa che vide del ragazzo dietro di lui furono dei ricci scuri. Il volto era incastrato nell'incavo del collo e la bocca si era appena poggiata sulla sua pelle nuda proprio sopra il colletto della camicia.
Simone gettò la testa indietro mentre si lasciava andare contro il ragazzo che nella sua testa aveva preso un'identità ben precisa. «Manuel» gemette quando il ragazzo gli infilò le mani sotto la camicia portandole sul suo stomaco.
«Manuel, che stai- che... che fai? Non... - cercò tra l'alcol, il caldo del locale, il calore dei loro corpi completamente incollati di formulare una frase sensata - non qui, Manu. Ci... ci guardano tutti.»
In un secondo Manuel lo girò verso di sé incollando poi i loro corpi mentre ondeggiavano a tempo di musica. Simone chiuse gli occhi strizzandoli per la velocità di quel gesto che gli fece girare la testa.
«Non mi sembra ti dispiaccia essere guardato.» sussurrò il ragazzo contro il suo orecchio mandando in confusione Simone che non riconobbe la voce del ragazzo.
«Manuel ma-» gemette per l'ultima volta prima che l'altro lo mise a tacere premendo le labbra sulle sue e infilando con prepotenza la lingua nella sua bocca facendo finalmente aprire gli occhi a Simone che si staccò con così tanta violenza che cadde indietro sul pavimento del locale in mezzo a tutti.
Dopo qualche secondo sentì la voce di Laura chiedergli se stava bene e, mentre altre due persone lo aiutavano ad alzarsi guardò il ragazzo davanti a lui e vedendo che no, quello non era decisamente Manuel Ferro.
«Simo? Simo? Tutto bene?» continuarono a chiedere Luna e Laura preoccupate mentre Simone non riusciva a distogliere lo sguardo dal ragazzo al quale si era strusciato non sapeva neanche per quanto tempo.
Rabbrividì. Forse per l'alcool, forse per quel senso di sporco che sentiva dove lo sconosciuto lo aveva toccato e baciato.
Si sentiva un traditore. Anche se lui e Manuel non stavano insieme. Anche se non erano niente. Anche se lui non lo considerava neanche un amico come minimo.
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