🎶What time you coming out?
We started losing light
I'll never make it right
If you don't wander off
I'm so excited for the night
All we need's my bike and your enormous house
You said some day we might
When I'm closer to your height,
Till then we'll knock around and see
If you're all I need🎶
«Manuel?» lo chiamò Simone bussando alla porta di ferro del garage semi aperta.
«Entra Simò!» urlò Manuel da dentro invitandolo a entrare. Il corvino non se lo fece ripetere e, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, si girò verso il ragazzo sentendo il respiro mancargli nuovamente quando notò che aveva di nuovo la tuta da meccanico addosso.
Come pensi si vesta per ripararti la vespa, Simone, con la camicia? Si chiese da solo dandosi anche dello stupido ma senza riuscire a distogliere lo sguardo dal fondoschiena di Manuel racchiuso in quella tuta grigio scuro.
Simone sospirò e, facendo scivolare lo zaino dalla spalla destra fino a terra, attirò l'attenzione di Manuel che, solo in quel momento, il corvino notò esser già a lavoro sulla vespa.
Manuel prese uno straccio per pulirsi un po' le mani che forse era più sporco di esse e, passandoselo sul dorso, sul palmo e tra le dita guardò Simone per poi fare un cenno con la testa verso la vespa.
«Guarda che se tutto va bene domani vado a prende n'pezzo che me serve e venerdì te la porto a scuola.»
Peccato, pensò Simone i quali pensieri e desideri erano tutti puntati su quella tuta e vedere Manuel indossarla più spesso.
«Invece le ripetizioni non dureranno solo due giorni, mi dispiace.» A me no, pensò Manuel sospirando e annuendo mentre gettava lo straccio sporco in un angolo della stanza.
«Sei venuto in autobus? Te avrei aspettato ma ho approfittato dell'uscita anticipata pe inizia' a lavora' sulla moto.»
Simone si schiarì la gola, «Non ti preoccupare uhm... mi ha accompagnato Laura in realtà.» disse per poi andare per un secondo nel panico appena Manuel annuì sussurrando un «Bene.»
«Non le ho detto niente, eh! Pensa che ti stia dando ripetizioni in cambio del favore che mi stai facendo aggiustando la vespa.»
Manuel lo guardò quasi sorpreso - forse più di sé stesso. La verità era che non solo non ci aveva pensato ma, anche dopo le parole di Simone, si rese conto che non gli importava.
Sentì qualcosa bruciare nel petto alla consapevolezza che non gli importasse se Laura pensava fossero lì a studiare, a scopare o a un appuntamento. Non gli importava. Ed era forse la prima volta che non gli importava di ciò che una persona - soprattutto vicino a lui - potesse pensare di lui.
«Uhm... bene, si.» deglutì per poi girarsi e iniziare a spostare gli attrezzi dal banco per far spazio a Simone e i loro libri di matematica.
«Ce possiamo mette pure qua. Forse è n'po' sporco ma almeno semo da soli. Mi madre non so tra quanto tornerà e quando lo farà in casa ce sarà n'casino!» ridacchiò nervosamente Manuel non sapendo che Simone, che lo aveva osservato mentre si muoveva in quella tuta per la stanza, non aveva ascoltato neanche una parola di quello che aveva detto.