🎶The place I want to be
Is somewhere in your heart
Somewhere guaranteed
'Cause baby, I'll do anything that you wanna
I'll try anything that you wanna
I'll find myself in the moonlight
'Cause baby, I want everything that you wanna
And I've tried to just be me like a thousand times
But you're on my mind🎶
«In questa poesia ritroviamo ciò che vi stavo spiegando prima. Amore, rimorso, rancore, gelosia e-» la campanella suonò interrompendo la spiegazione della professoressa di Italiano che, invitando i propri alunni a studiare le poesie e l'autore per la lezione successiva, li lasciò liberi di uscire vista la fine delle lezioni.
Manuel si passò una mano sul volto e, facendo una smorfia per il dolore, si toccò il sopracciglio con la ferita ancora aperta e coperta solo da un misero cerotto. Sospirò mettendo nello zaino le poche cose che aveva tirato fuori per la lezione e, senza degnare nessuno dei suoi compagni di un solo sguardo, uscì dalla classe sotto le occhiate e i richiami di Matteo, Elia e Chicca.
Non aveva voglia di parlare. Non sapeva neanche perché era andato a scuola.
Alzò lo sguardo come alla ricerca di qualcuno tra quel branco di ragazzini che affollavano il corridoio chiacchierando e ridendo mentre uscivano per andare a casa. Forse sapeva perché era andato a scuola.
Aveva passato la domenica - il giorno successivo alla litigata e alla rissa con Simone - chiuso in camera sua con il telefono spento a pensare a cosa fosse successo.
Sua madre l'aveva anche chiamato più e più volte bussando alla porta, Viola era andata a trovarlo e il padre gli aveva mandato vari messaggi che aveva visto solo quella mattina, ma lui aveva deciso di tenere tutti fuori.
Aveva bisogno di spazio per pensare.
Era pieno di lividi, non ci erano andati sicuramente giù leggeri con le botte, ma la cosa che gli faceva più male non era il corpo.
Aveva aspettato che la madre si addormentasse per rannicchiarsi sul letto con le gambe strette al petto e, con la fronte poggiata sulle ginocchia, in silenzio aveva lasciato che le lacrime trattenute forse da troppo tempo trovassero uno sfogo.
Non aveva dormito e le occhiaie sotto i suoi occhi non lasciavano dubbi a riguardo. Fortunatamente gli occhi rossi erano spariti prima che entrasse a scuola, sicuramente non si sarebbe mai fatto vedere con gli occhi ancora rossi e gonfi dal pianto dai suoi amici.
Manuel sospirò e, appena vide Laura e Viola uscire dalla classe, si avviò verso di loro. O meglio verso l'unica persona con la quale aveva voglia - o bisogno - di parlare in quel momento.
Laura lo fulminò con lo sguardo sorpassandolo mentre Viola gli sorrise debolmente senza però fermarlo quando le sorpassò andando verso la loro classe. Con lo sguardo basso e il cuore che tremava un po' cercò di entrare nella stanza venendo però fermato da una figura più alta di lui presente sulla porta.
«Professore-» iniziò Manuel mentre Dante lo guardava come se stesse analizzando i suoi lividi e le sue ferite.
«Manuel, stavo cercando proprio te. Entra, parliamo.» disse sorridendogli e chiudendo poi la porta dietro al ragazzo. Manuel si guardò intorno vedendo che la classe era deserta e capendo che Simone doveva essere già uscito.
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