«Ti piace qui?»
Le braccia di Manuel si tesero e i palmi delle mani furono spinte duramente contro il muretto di mattoni rossi che circondava la villetta che Nicola, suo padre, aveva appena comprato in un quartiere isolato e circondato dal verde di Latina.
Facendo leva con le mani e le braccia si alzò dal muretto senza dire una parola mentre continuava ad osservare quella casa enorme per tre persone - soprattutto se non ci dovevano vivere.
«La casa è bella seh.»
Nicola alzò un sopracciglio guardandolo, «Ma?» il figlio fece una smorfia arricciando il naso e storcendo la bocca.
«Ma che te ne fai de na casa a Latina? Potevo capire al mare ma in un'altra città? Potevi non sputtana' i tuoi soldi così.» rispose con fare saccente mentre Viola lo guardava poggiata allo stipite della porta che dava sul giardino scuotendo la testa.
«Latina è più tranquilla di Roma. Poi da qui al Circeo non ci vuole molto. Non dobbiamo - non devi per forza passare i tuoi weekend o vacanze qui, Manuel però mi piacerebbe tanto passare un po' di tempo solo noi tre.»
Manuel serrò la mascella riflettendo sulla proposta, «E Mamma?»
Nicola sospirò, «Anita è la benvenuta. Può venire quando vuole, questa è casa tua e di Viola... potete invitare chi volete.» In un secondo l'espressione di del figlio cambio da calma a confusa ad... adirata.
«Certo, è casa nostra quindi ce scarichi le responsabilità a me e a tua figlia così che tu non debba dire che la presenza de mi madre te da fastidio, eh? Perché se la invitamo noi a te deve sta bene pe forza.»
Nicola spalancò gli occhi e Viola, che aveva sentito ogni parola, si mosse finalmente dalla porta e li raggiunse confusa dal comportamento del fratello. «No Manuel! Io voglio bene a Anit-»
«Per favore resparmiati le stronzate co me che nun attacca! Vuoi gioca' a fa il padre dopo anni? Inizia con l'essere sincero cazzo!»
Manuel si stava alterando sempre di più e i due componenti della famiglia Brandi, anche se non era la prima volta che il ragazzo sbottava così con loro, rimasero paralizzati e ammutoliti dalla quantità di rabbia che videro in quel momento in lui.
Il figlio gesticolava e continuava ad additare Nicola per cose mai successe o che erano solo frutto della sua percezione sbagliata delle cose mentre sia lui che Viola rimanevano sempre più feriti nel sentirlo screditare l'uomo e nel parlare di Viola come la figlia di Nicola e come se non fosse lì davanti a lui con uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo.
«Ora basta!» sbottò alla fine lei mettendosi in mezzo tra i due e guardando Manuel dritto negli occhi.
«Non so chi tu creda di essere ma qui, se lo vuoi, sei e sarai solo un fratello e un figlio. Niente di più, niente di meno. Quindi smettila di fare il coglione viziato e torna alla realtà dei fatti.» Viola gli urlò quasi in faccia per poi fare un passo indietro quando vide la rabbia aumentare negli occhi del ragazzo.
«E quale sarebbe la realtà dei fatti?»
Viola lo guardò scuotendo la testa, «Che noi ti vogliamo bene, che fai parte di questa famiglia quanto ne faccio parte io e ne fai parte da sempre anche se nessuno di noi lo sapeva. Che, anche se vuoi fare il duro che vuole solo i soldi ed essere ricco, in realtà sei buono e ci tieni a noi solo che non vuoi rimanere deluso.»
Manuel si zittì alle parole di Viola che, approfittando dello sguardo del ragazzo che era rivolto verso il basso, si girò verso il padre sorridendogli.