(pt.3.)
<< Tutto okay? >> Domandai appena raggiunsi Marta, che teneva già il suo primo drink tra le mani.Quando Marta si fiondava subito sull'alcol, non era mai un buon segno.
Aveva una patina di sudore sulla fronte abbronzata, e i lunghi capelli biondi appiccicati sul corpo. Era evidentemente agitata, ma non ne capivo bene il motivo. Non ero amante delle discoteche, ma per lei ci andavo ben volentieri perché eravamo complici. Ballavamo spensierati, eppure mi accorsi che nell'ultimo periodo, Marta iniziava a guardarsi intorno.
Una volta, la vidi che usciva dal bagno delle donne e veniva fermata da un uomo. Lei rise insieme a lui, sembravano tanto intimi, che lui le appoggiò una mano sul fianco. Ero poi intervenuto io, giustamente, e quell'uomo si dileguò, dopo avermi detto che era un suo collega di lavoro. Marta gestiva un night club appena fuori Torino, a volte esibendosi pure, ma a me non ha mai dato fastidio. Se era una cosa che la faceva star bene, non ci vedevo alcun problema.<< No. >> Ammise arresa. Così le presi una mano e la portai a prendere un po' di aria fresca. Ci sedemmo a bordo pista, sui divanetti bianchi in pelle, accarezzati dalla leggera brezza estiva. Puntai un occhio verso la mischia di persone, e lì riuscii a vedere la chioma di Amalia che ballava timidamente accanto a suo fratello.
Mi piaceva vedere che avesse un così bel rapporto con lui.
<< Dimmi. >> Invitai Marta a parlare. Lei risucchiò un bel po' di alcol dalla cannuccia, poi si rilassò.
<< Ho visto che c'è anche il mio ex, Stefano, stasera. >> Rispose soltanto, evitando di guardarmi. << Vuoi che ce ne andiamo? >> Le proposi.Sapevo perfettamente che problemi ci fossero. Mi disse che Stefano le alzava le mani, ed era sempre lui che negò la riconoscenza al bambino, che concepirono erroneamente, prima che poi lei ne subì l'aborto spontaneo. Era una parte della sua vita che io capii perfettamente a cui serviva del tempo per cicatrizzarsi.
<< No, se ti piace qui, rimaniamo. >> Rispose, riprendendo a scolarsi tutto il drink. Credo che fosse un Gin Tonic, dal colore. La guardai compiaciuto per ciò che in passato aveva dovuto subirsi.
All'improvviso, partì una musica reggaeton che animò di più le persone a noi intorno, e capii che fu il momento perfetto per prendere Marta per mano e trascinarla in pista. Ci facemmo strada in mezzo alla folla di persone dai venti ai quarant'anni. Mi strofinai sulla pelle di chi era sudato, di chi fumava, di chi mi diede spintoni provocatori, fin quando non trovammo un piccolo spiazzo per poterci muovere liberamente. Quando alzai lo sguardo, vidi che tra il volto di due persone che ballavano insieme, ci fu il viso di Amalia puntato già sul mio. Socchiusi leggermente le labbra, perché non me lo aspettavo affatto.
Mi stava guardando, e da quanto tempo?
Provai una sensazione di adrenalina, come quando salivo in moto e acceleravo forte in curva. Era quella, la sensazione che mi faceva provare Amalia, soprattutto per la sua imprevedibilità.
Marta però mi prese per le spalle, facendomi attirare gli occhi su sè. Vidi che iniziò a sciogliersi, grazie alla musica. Le piaceva tanto ballare, soprattutto per farmi vedere come si muoveva davanti e su di me. Mosse i fianchi che tanto mi piaceva tenere tra le mani a ritmo di musica.
Non mi serviva necessariamente l'alcol per sciogliermi, ero abbastanza a mio agio.
Vidi che Marta si fece spronare dalle ragazze che ci ballavano intorno in maniera spudorata, che si girò a darmi le spalle. Iniziò a muovere quel suo culo sulla patta dei pantaloni, sempre a ritmo, e io mi mossi insieme a lei. La tenni ben stretta con le mani lungo il corpo. Di tanto in tanto si teneva con una mano i lunghi capelli biondi, come aveva fatto Amalia quando le avevo sistemato il vestito. Difatti in quel momento mi venne in mente di cercarla con lo sguardo verso il punto in cui stava prima.
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OH, MY HONEY
RomanceUna vestaglia da notte di seta: era questo il motivo per cui il trentasettenne Nathan e la ventenne Amalia si trovarono ad avere per la prima volta un contatto telefonico. Quella bizzarra chiamata scatenò in entrambi un vortice di viaggi mentali che...