🍯CAPITOLO 11🍯

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Posai i miei occhi spalancati su ogni oggetto presente in quella cassettiera. La curiosità prese possesso della mia coscienza: mi alzai per inginocchiarmi e osservare più da vicino. Erano presenti svariate confezioni di manette di vario tipo, da quelle ricoperte di peluche a quelle di pelle; c'erano anche delle cravatte accuratamente piegate e dalle tonalità di colore scuro. Ciò che più mi attirò era la presenza di un frustino, che decisi allora di prendere. Lo tenni dal manico di circa venti centimetri ricoperto di pelle nera, e me lo rigirai tra le mani. Mi accarezzai la coscia spoglia con la cordicella composta dal laccio intrecciato, lunga almeno un metro.

Ne ero completamente ignorante, ma immaginavo solo che tutto quel materiale là dentro appartenesse a chi era amante della pratica sessuale del "Bondage".

La mia testa però riprese a pulsare forte, tanto da abbandonare la mia curiosità al dolore intenso. Riposi il frustino all'interno della cassettiera, che mi scivolò da fare un piccolo tonfo al suo interno. Prima che potessi muovermi fuori dalla stanza per chiedere urgentemente un'aspirina, sentii bussare alla porta. Mi fiondai sul bordo del letto, fingendo di sistemare il lenzuolo sotto al mio corpo.

<< Hai bisogno? Ho sentito un rumore... le pareti sono molto sottili. >> Nathan mi guardò con espressione preoccupata, e una fitta alla tempia sinistra mi fece fare una smorfia.
<< Sì, ehm, avrei bisogno di un'aspirina. >> Mi lamentai, passando due dita sulla tempia. << Vieni. >> Nathan mi fece segno con la testa di seguirlo, così mi alzai. Camminavo con indosso solo la sua maglietta bianca, che aderì completamente al mio corpo, tanto da arrivare a metà coscia. Non mi lasciò nemmeno un pantaloncino, e mi andava bene così.

Lo seguii fino alla cucina, un ampio spazio dal design moderno. Ci fu una penisola argentata al centro, che era decorata con solo una cesta di frutta. Le pareti dell'ambiente armonioso erano arancioni, e vi erano alcune zone che presentavano mescolanze di striature dorate che mi piacevano molto.

Tutto ciò che brillava, anche se di poco, lo adoravo.

Nathan aprì uno sportello, vicino alla zona cottura a induzione, e tirò fuori una scatolina di quella che parve essere la mia salvezza. Prese un bicchiere, lo riempì d'acqua e ci mise a sciogliere la pastiglia effervescente. Mi appoggiai con le mani dietro la schiena al ripiano alle mie spalle, e lo osservai che attese lo scioglimento del medicinale. Io intanto osservai le sue spalle larghe. Seguii con lo sguardo il solco della sua spina dorsale, quella linea lunga fino a scendere alla forma perfetta del suo fondoschiena, a cui però mancava una bella pacca per sentirne la consistenza.

Oh andiamo, a molte donne piace osservare il fondoschiena degli uomini!

<< Tieni. >> Quando si girò, mi colse con lo sguardo puntato su di sé. Lo vedevo, come trattenne una risata mentre appoggiò il bicchiere sul ripiano della penisola. Mi avvicinai e lo presi.
<< Grazie. >> Dissi semplicemente, iniziando a berlo tutto d'un sorso. Poi però non volli andarmene subito a dormire, nonostante la stanchezza.

Così io mi sedetti su uno sgabello arancione, abbinato alle pareti, e Nathan si appoggiò con i gomiti sul bordo del ripiano. Sostenne il mento sui palmi delle sue mani aperte, e mi osservò in silenzio. Il contrasto con i suoi tatuaggi, mise in risalto il suo sguardo intenso su di me, e iniziai a sentirmi a disagio. Posai il bicchiere che allungai verso la sua figura.

<< Mi trasmetti le vibes di Alex Turner. >> Dissi la prima cosa sensata che mi passò per la mente, in quel momento. Lui corrugò la fronte. << Chi!? >> Dal suo tono potei ben intuire che iniziò a mettersi sulla difensiva.
<< Oh cielo, come chi!? Il cantante della band americana Arctic Monkeys! Ti devo decisamente acculturare. >> Dissi ovvia, con un'alzata di occhi al cielo.

OH, MY HONEYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora