🍯CAPITOLO 13🍯

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NATHAN'S POV

Quando Amalia andò via di casa mia, quella mattina presto, mi sentii sprofondare da uno stato di perdita assoluto. Mi guardai intorno, per il mio appartamento, e cercai istintivamente la sua figura che curiosava nei miei cassetti alla ricerca di un medicinale contro il mal di testa; immaginai addirittura i movimenti dei suoi fianchi che ondeggiava a ritmo di musica; o ripensai alla sua voce che riempiva le pareti delle stanze del mio appartamento, cantando canzoni in maniera perfettamente intonata.

Avevo voglia di sentirla cantare ancora, che ebbi avuto un'idea; le avrei proposto di lavorare in uno dei locali dei miei amici, portando musica dal vivo. Sarebbe stata fantastica lei, e sarebbe stato fantastico soprattutto per lei: meritava che il suo talento venisse ripagato. Avevo agganci in tutta Torino, non era affatto un problema trovare locali meritevoli del suo talento naturale; il problema era vedere se avrebbe mai accettato. Era una giovanissima ragazza alla ricerca della retta via, ed ero convinto che grazie a me sarebbe riuscita a trovare la giusta ispirazione per capire davvero cosa avrebbe voluto dalla vita.

<< Era Amalia? >> Domandò Marta, con voce pastosa e arrotolata tra le lenzuola umide.

Quando avevo confessato ad Amalia che avevo immaginato lei, al posto di Marta, ero davvero stato sincero come con nessun altro.
Mi sentivo di doverlo essere, perché quando avevo iniziato a spiegare meglio delle mie sfumature caratteriali e sessuali più oscure, Amalia non mi guardò con occhi da giudizio, tutt'altro; si lasciò andare (seppur brevemente) per me, e si fidò di me. E quella per me era la perfetta dimostrazione che lei possedeva un'anima, e per di più, una di quelle pure. Ero sempre stato convinto che non tutte le persone possedessero un'anima, e se non l'avevano più, era solo perché l'avevano fatta smarrire, talmente macchiata dai peccati.

Invece in Amalia, percepivo purità e semplice bellezza nell'essenza vera del suo essere. Ecco che cosa mi portò ad aprirmi di più a lei; e intuivo che quelle movenze in discoteca, quelle sue frasi buttate di tanto in tanto, mi fece domandare se anche lei, avesse davvero una sfumatura più oscura del suo essere, proprio come me.

<< Sì. Senti tesoro, io vado solo a disinfettarmi, che ho il labbro che brucia. >> Mentii e fuggii via da Marta. Lei non rispose, perché intanto si addormentò pesantemente.

Lei non si preoccupò nemmeno di sapere come stessi, quando io stesso avevo fatto a botte con il suo ex fidanzato solo per lei, per proteggerla. Anzi, per il peso che mi portavo nel petto, a sapere che quella
merda si era permesso di toccarla, approfittando della mia assenza.

Ultimamente, in quel periodo, notai che Marta era un po' strana; stava più spesso al cellulare, era distratta, e non badava all'importanza che le davo ogni giorno. Iniziavo davvero a sentirmi trascurato. E non mi osai mai a chiedere, che cosa volesse da me davvero. Rimasi sempre codardo, quando a letto ero spudorato e assatanato di desiderio, perché ciecato di passione e lussuria. Era stata lei, dopo un mese di frequentazione, a dirmi che voleva iniziare una relazione aperta, per provare ciò che dopo dodici anni di relazione con il suo ex tossico, non era mai riuscita a provare.

E io acconsentii, diventandone un padrone a tutti gli effetti. Ero padrone di me stesso, e di chi si concedeva apertamente a me. Ero padrone di piacere e puro dolore, e lo ero delle mie emozioni e dell'eccessivo.

Ma non riuscivo ad essere completamente padrone di ciò che realmente ero, in presenza di Amalia, e ciò anziché spaventarmi, mi affascinava. Volevo capire dove la mente umana portasse un altro cervello, volevo dunque vedere Amalia, fino a che punto avrebbe portato me, Nathan Danti.

Entrai in bagno, e quelle quattro pareti azzurre, come il colore delle mutandine di Amalia che non ebbi avuto modo di osservare, sapevano del suo profumo. Era uno di quelli dolci, mi pareva qualcosa appartenente al mondo di Victoria's Secrets, un classico per le ragazze come lei. Ma sapevo in fondo che in lei, di ragazza, c'era solo l'età; la maturità che possedeva e che ancora non mi permetteva di curiosare meglio, apparteneva a chi della sua età ne aveva il doppio. Odiavo fare paragoni, ma persino Marta, dimostrava di essere decisamente immatura e infantile, in confronto ad Amalia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07 ⏰

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