Capitolo 6

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LASCIATI ANDARE

"Non siamo mai così privi di difese come nel momento in cui amiamo".
~Sigmund Freud.

Rose.

«Quale dovrei indossare?»

Alternai su di me due abiti differenti, osservando il mio riflesso allo specchio della camera d'hotel.

«Cole? Mi senti?»

«Sto arrivando», bofonchiò con la bocca piena di dentifricio. Arrivò al mio fianco, spazzolandosi nel frattempo i denti.

«Allora? Azzurro o bianco?»

Scrutò attentamente il mio riflesso. «Azzurro.»

Voltai la testa verso di lui. «Quello bianco mi sta male, vero?»

Ruotò gli occhi al cielo, allontanando poi lo spazzolino. «Sei stupenda con entrambi. Quello bianco lo terrei per un'altra occasione, rosellina», disse, dirigendosi poi verso il bagno.

«Non chiamarmi così!»

«Mi dispiace, ma ti chiamerò così per sempre», rise, prima di lasciarmi sola nella mia indecisione.

Tornai con lo sguardo rivolto allo specchio.

Stamattina avevamo in programma un tour della città a bordo di un trenino turistico e, come tappa finale, un tuffo al mare nelle spiagge di Étretat, una delle principali località della costa d'Alabastro in Normandia.

Il giorno prima lo avevamo trascorso visitando musei della moda. Ero completamente immersa nel mio mondo e non potevo essere più felice di così. Vidi Cole impegnarsi nel mostrarsi interessato, ma sapevo che dentro di sé si stava annoiando a morte. Questo mi fece capire ancora di più quanto mi amasse, e quanto io amassi lui. Ma c'era una cosa che continuava a frullarmi nella mente...

Avevamo deciso di ricominciare da zero, di cancellare il passato e le bugie, di essere leali e sinceri, sempre. Ma io non lo ero stata del tutto. Non gli avevo detto che Duke si trovava a New York, che era diventato un barbone e che mi stava pedinando.

Sapevo di aver fatto la cosa sbagliata nel tenergli nascosta questa verità, ma non volevo che Duke rovinasse anche il nostro viaggio a Parigi. Non volevo nominarlo, né pensarlo, né parlare di lui. Avrei detto la verità a Cole, ma solo alla fine della vacanza. Lo avrei fatto l'ultimo giorno. Questo era il nostro momento. Un momento tanto atteso e tanto sofferto. Un momento da vivere solo attraverso il nostro amore, nient'altro.

Frugai nella mia valigia alla ricerca del mio pettine a denti larghi. Fra la miriade di vestiti e pochette, scovai il diario che Cole mi aveva lasciato prima di partire. Quel diario che avevo riempito fino all'ultima pagina. I miei pensieri, i miei sfoghi, i miei desideri e le mie passioni erano tutte scritte su quei fogli. Lo avevo portato a Parigi, proprio come mi aveva chiesto, ma non ero sicura di fargli leggere tutto ciò che avevo annotato, soprattutto per lo sfogo pesante contro di lui, scritto durante la notte del temporale. Avevo usato parole forti, di cui mi ero pentita subito dopo averle messe nero su bianco. Erano dettate dalla rabbia che stavo provando in quel momento. Avevo il cuore spezzato, frantumato, distrutto. La convinzione di essere stata tradita dall'uomo della mia vita mi aveva mandata in crisi, e adesso mi sentivo troppo in colpa per riuscire a farglielo leggere.

Nel mio cuore 2. Profeta dell'amore. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora