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"Vi state facendo fregare da una femminuccia!" i ragazzi stavano testando la loro velocità, con loro c'era anche Vittoria, che era avanti a tutti.

"Che cazzo hai al posto delle gambe?" domanda ridendo Fagioli, respirando pesantemente

"Ho Thiago Motta in casa da quando sono nata, non chiedere alle mie gambe" mormorò sorridendo, mentre saltellava sul posto

"Dai Fagiolino, non te la prendere!" Savona si avvicinò a loro, osservando il viso della ragazza che non sembrava per niente affaticato

"Fagiolino?! Mi è nuova!" rispose ridendo, alzando i suoi semplici occhi marroni su quelli color ghiaccio del ragazzo

"Lascialo stare, si crede simpatico il ragazzo"
disse, riferendosi al 37 bianconero
Rimasero a ridere qualche secondo, finché non videro Yildiz avvicinarsi agli spalti, dove la sua amica era seduta

"Ma quella è la tua amica?" domandò Thiago, che aveva richiamato a se sua figlia per avere informazioni

"Si" risponde pronta, sistemando meglio i suoi pantaloncini

"E cos'ha a che fare con lui?" chiese confuso, osservandoli

"Niente, penso, adesso sono amici" continuo, coprendo i suoi amici.
Proprio come Vittoria aveva pianificato quella mattina erano andati alla Continassa col numero 10, e in quel tragitto la mora si era completamente sentita una candela

Si era messa nel sedile posteriore apposta per farli stare vicini, ma pensava che almeno la parola glie l'avrebbero rivolta. Tranne qualche piccola frase, aveva passato il tragitto al telefono, mentre loro due si dedicarono tutte le attenzioni possibili e immaginaria.

Non importava, se loro erano felici insieme, anche lei era felice

Rimase un secondo incantata a guardarli, con un piccolo sorriso sulle labbra, quando decise poi tornare ad allenarsi, riprendendo a correre.

[ ... ]

"Ma tu vieni con noi?" domanda Cambiaso, che col resto della squadra aveva deciso di fermarsi dieci minuti nella sala comune, intenzionato a prendere delle bottigliette d'acqua in modo da dissetarsi

Faceva un caldo bestiale in quei giorni, ma la voglia di essere i migliori non li scoraggiava mica.

Arrivarono e non rimasero sorpresi nel vedere come fosse presa dalle definizioni del libro, mentre la sua amica era stesa sul divano in tenuta sportiva col cellulare tra le mani

"Non lo so, bisogna capire se il mister vuole prenotare un' altra stanza per me"
rispose ridendo, conoscendo però già la risposta.

La scuola non era ancora cominciata, quindi aveva ancora un po' di tempo da passare con loro prima che i libri e lo studio l'assorbissero totalmente.

Avrebbe cambiato scuola, vero, ciò significava ricominciare tutto da capo e dimostrare a tutti di che pasta fosse effettivamente fatta

"Peccato, ci servirebbe il nostro portafortuna" commenta ridendo Di Gregorio, strappando un sorriso leggero alla ragazza

Di punto in bianco cominciò a ridere
"Secondo voi io vi lascio giocare senza di me che vi osservo per capire come battervi in allenamento?" domandò lasciando che i ragazzi si guardassero sconvolti, prima di ridere

"Sei una peste" commento Kenan, guardandola divertito.
Lei gli mandó un bacio, per poi sparire insieme agli altri verso le docce

Pensò di poter finalmente tornare a studiare in pace, quando Savona le si avvicinó per la seconda volta in quella giornata, interessandosi a ciò che leggeva sui libri

"Il sistema nervoso" disse ridendo, mostrandogli la pagina per metà sottolineata

"Che scuola fai?" domanda ancora curioso, mentre la ragazza si sfila gli occhiali da vista che indossa solo quando studia o legge

"Scientifico" mormorò, osservandolo alzare un sopracciglio come se non si aspettasse quella novità

"E che vuoi fare dopo?"

"I test d'ingresso a Medicina, nel caso andasse male proverei con architettura"
alzò le spalle, vedendo il ragazzo annuire.
Eppure, non capiva perché al posto di andare a lavarsi aveva preferito intrattenersi a parlare con lei.
Infondo, a malapena lei sapeva il suo nome

"Non hai mai pensato di intraprendere una carriera sportiva? Magari non so, nel calcio"
alzò un sopracciglio confusa

"In realtà no, lo sport è sempre stato un passatempo. Non ho mai voluto diventasse il mio lavoro"
asserì decisa, per poi vedere il giovane bianconero alzarsi per lasciarla sola

"Buono studio allora"

"Grazie" rispose dolcemente, per poi vedere subito dopo il posto vuoto essere riempito dalla sua amica
"Hai finito di non fare niente?" domanda ironica, ridendo

"Il divano è comodissimo, non è colpa mia" dice ridendo, trasportando con sé anche la sua amica

Loro due si erano conosciute nella piazzetta vicino casa sua, si erano scontrate mentre la riccia camminava col suo cagnolino, mentre Vittoria correva.
Da lì poi una cosa tira l'altra e alla fine grazie a Marika è riuscita a farsi degli amici e integrarsi facilmente

"Sisi, come no" disse ridendo, chiudendo i libri.
Decise che era il momento di fare basta.
Non riusciva più a elaborare tutti quei nomi e collegarli alle definizioni

"Poi mi spiegherai perché quello ti gira intorno e tu non sei ancora caduta ai suoi piedi" disse ridendo, facendo arrossire la sua amica

"Perché non ci cadi tu ai suoi piedi?" domando sarcastica, mettendosi sulla difensiva

"Scusa, ma Kenan mi attira di più" risponde pronta, ottenendo uno schiaffetto sul braccio

"A proposito del mio migliore amico" commentò ridendo, incalzando il discorso "Avete intenzione di procedere seriamente o no?"

"Io vorrei conoscerlo, ma bho lui se vuole"

"Sorride come un ebete da quando ti sei seduta accanto a lui, anche mio padre oggi si è accorto che non è venuto vicino a te solo per bere."

"E se lo dice papà Motta, allora ci credo" dice ridendo, come se non volesse far capire che davvero ci sperasse

Camminano insieme per i corridoi del centro, incrociando così i giocatori che ormai si erano cambiati e sistemati
"Vitto vi accompagno io?" domanda Kenan, interrompendo la conversazione tra le due

Non riuscì a non sorridere appena i suoi occhi, per un millisecondo si incastrarono in quelli della sua amica
"Io aspetto mio padre" dice seria "Ma se vuoi puoi accompagnare Mari"
lo sguardo truce della sua amica le scava dentro, prima che sul suo volto comparga un sorriso

"Andiamo?" domandò poi alla sua amica, facendole un cenno con testa.
Le due ragazze si staccarono, si salutarono e Marika non perse tempo a sussurrarle un me la pagherai prima di allontanarsi con il numero 10

𝑀are 𝐶almo | N. SavonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora