venti

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"E niente, questo è il bagno, questa di fronte è la mia stanza"
Vittoria, tenendo per mano Nicolò, lo porto con sé nella sua cameretta con le pareti lilla e il letto del medesimo colore

"Che carina" dice sincero, soffermandosi a osservare le foto appesa a un filo di corda alla parete

"Ma eri riccia da piccola!" esclama sorpreso, prendendo una foto della ragazza mentre festeggiava il suo terzo compleanno, davanti alla torta di Hello Kitty

"Rivoglio quei capelli, non questi capelli lisci"
risponde la ragazza, con la bocca storta.
Osserva anche lei la foto, quasi commuovendosi quando vede che il ragazzo fa una foto alla foto

"Mi copi?" domanda ridendo legandogli le braccia intorno ai fianchi

"Non posso?" domanda ridendo, dandole un bacio sulle labbra.
Si sorrisero poi la voce della signora Motta si fece spazio nelle orecchie dei due ragazzi, invitandoli a prendere posto

Si sedettero vicino, dall'altro lato del ragazzo c'era Sophie, che li guardava sottecchi e con un sorriso contento in volto
"Allora Savona, o dovrei dire Nicolò" cominciò suo padre, mettendo le mani incrociate sotto il mento 

Vittoria sospirò, sentendo il cuore battere più velocemente di quanto si aspettasse, Nicolò era più che tranquillo. Motta non gli metteva paura; almeno non ancora 
"Inanzitutto, come stai?" domandò 

"Bene, on ho niente di cui lamentarmi" alzò le spalle, notando come la sua ragazza si stesse alzando per poi tornare dalla cucina con una bottiglia d'acqua tra le mani

"Grazie tesoro" l'uomo le sorrise, poi la vide sparire di nuovo. LA volta successiva aveva tra le mani dei piatti. SI era incantato totalmente sulla sua figura. 
Talmente era incantato che Thiago fu costretto a schioccargli una mano davanti al viso

"Così la consumi" commenta ridendo. §
Al ragazzo faceva strano essere allo stesso tavolo del suo allenatore in un contesto non formale, ma questa cosa gli piaceva, sarebbe stasto un altro modo per conoscerlo meglio. 

"Allora Nicolò" cominciò a parlare di punto in bianco Sophie, mentre la maggiore continuava a servire i piatti in tavola 
"Cosa ti ha colpito di questa povera a lei?" domanda ridendo, ottenendo uno sguardo omicida dalla sorella 

"Dai si, voglio scoprirlo anche io" Le parole di Vittoria, fecero sorridere nicolò, che non perse tempo ad accarezzare velocemente la guancia della ragazza

"La sua timidezza, sembra un paradosso, ma ciò che stava sotto quel sorrisino timido era - ed è ancora - molto interessante. Poi è inutile dire il sorriso, lo sanno anche i muri quanto mi piaccia" dice sorridendo, mentre la ragazza mette le mani sul viso imbarazzata 

"Quanto sei scema, madonna mia" dice ridendo la mamma, vedendola in quella posizione

"E' un inguaribile romantico, non è colpa mia se ancora devo abituarmi ai suoi complimenti" 
commentò, incrociando le braccia 

***

"Io vado in palestra, ci vediamo dopo" quel giorno , approfittando dei pochi compiti avuti, Vittoria raggiunse suo padre alla Continassa.
Dopo aver salutato lo staff, entrò in palestra trovandoci i giocatori

Nonostante il freschetto che faceva fuori, Vittoria non aveva demordo dal mettere i suoi amati ciclisti.
Non li metteva per uscire, non le piacevano, ma in palestra se li concedeva.
Questione di comodità

"Ciao" disse velocemente, infilando le cuffiette nelle orecchie e piazzandosi sul tapis - roulant

Poco distante da lei, Nicolò, Kenan, Andrea e Vlahovic parlavano tra di loro, anche del pranzo a cui Savona era stato invitato dal padrone di casa

"Quindi? Di cosa avete parlato?" domanda il terzino, osservando il suo amico mentre prendeva un sorso d'acqua

"Di un po' di tutto un realtà, penso lo abbia fatto soprattutto per conoscermi meglio. A livello calcistico sa come sono fatto" dice il biondino

"Grazie!" commenta ironico Dusan, osservandolo "Avete fatto altro quando siete rimasti soli?" domanda malizioso, vedendo il valdostano negare con la testa

"Stiamo insieme da meno di un mese, non mi sembra ancora il caso. Anche se dopo che ha messo il vestito per il diciott'anni di Marika, non vi nego che qualche pensiero me lo sono fatto"
commentò mentre faceva cambio attrezzo

"Tu guarda un po', è arrivata" dice ridendo il numero 9, osservando il difensore

"Di sicuro non vado li a baciarla davanti a tutti"
disse, tornando a fare i suoi addominali

Nel salire e scendere si rese conto di come quei pantaloncini marcassero le curve della ragazza e non potè fare a meno di lasciare andare la testa a pensieri poco consoni all'ambiente

Il pensiero più casto erano loro due insieme nel letto, a parlare dopo essersi abbandonati alla passione

"Terra chiama Savo!" esclamò Motta, passando una mano davanti agli occhi del ragazzo, che scosse la testa, cercando di ricomporsi

"Ci sono, ci sono!" esclamò poco convinto.
Solo allora l'allenatore sorride, notando che il suo sguardo è ancoda fisso su sua figlia

"Vai a fare tapis, hai fatto troppi addominali." comanda, vedendo che la macchina accanto all'altra si era ormai liberata

Si diresse forse un po' troppo entusiasta verso la macchina, prendendo subito un buon ritmo
Le sfila un auricolare, facendola sobbalzare
"Che ci fai qui?" domandò curiosa, dato che in quella mezz'ora non lo aveva proprio visto

"Mi alleno" alza le spalle, ridandole la cuffietta
Rimangono un po' in silenzio, entrambi affaticati dal movimento

"Comunque, sono geloso" dice di punto in bianco, ridendo leggermente, facendo si che sul volto di lei aleggi un' aria confusa
"Quei leggins fanno risaltare tutto ciò che posso guardare solo io" dice, a braccia conserte

Lei sorride, alzando un angolo della bocca, poi gli si avvicina e gli lascia un bacio sulla guancia
"Tranquillo, tanto è tuo" commenta, prima di andare via per fare un altro esercizio

𝑀are 𝐶almo | N. SavonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora