ventuno

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"Mi Vuoi venire ad aprire perfavore? Qua non ci credono che sono tua figlia"
Vittoria quasi sbraitava contro suo padre, che stava cercando di capire cosa mangiare

"La carta di identità non puoi mostrargliela?"

"E secondo te non ci ho pensato?" domandò retorica "Non ci credono lo stesso"

Sentì suo padre sbuffare dall'altro lato della cornetta, poi le disse un risoluto arrivo e buttò giù la telefonata.

Si scusó con i membri dello staff che erano già in sala con lui e camminando sicuro si diresse all'ingresso

Quando arrivò, la scena era molto divertente.
C'era la ragazza in reception che era a braccia conserte impassibile che ascoltava Vittoria urlarle contro

Ridacchiò qualche momento, nel momento in cui vide Motta davanti a sé, si paralizzò un attimo
"Avrei dovuto avvisare prima, lo so, ma lei è davvero mia figlia. La prossima volta non la contraddica se le dice qualcosa"

Prese il bagaglio della figlia e dopo aver salutato la ragazza, cominció a camminare con lei dietro di sé
"Ma tu guarda questa qua!" esclama scocciata, dopo essersi portata gli occhiali sulla testa

Il papà sbuffò un sorriso, poi la lasciò davanti alla porta della sua stanza. Estrasse la chiave dalla porta e le sorrise
"Se ce la fai in 10 minuti ti trovi con i ragazzi, sennò amen, fai dopo da sola"

Annuì velocemente.
Essendo uscita alle 11 da scuola per la mancanza dei professori, aveva preso il primo treno da Torino per arrivare a Genova e seguire dal vivo la partita dei ragazzi. L'indomani sarebbe tornata con loro, in tempo per il diciottesimo di Marika

Si calò velocemente sotto la doccia e dopo essersi sciacquata si infilò un leggins nero semplice e una maglia bianca.
Mise le sue spezial ai piedi e dopo aver recuperato il telefono scese, raggiungendo i ragazzi

Aprì la fotocamera e cominciò a riprendere le reazioni dei suoi amici
"Ciao!" esclamò a gran voce.

Tutto il vociferare che era in sala si fermò un attimo, concentrato sulla ragazza.
Kenan e Nicolò si guardarono
"Tu lo sapevi?" domanda Nicolò a Kenan, che scuote la testa e gli rivolge la stessa domanda

Mentre erano intenti a capire se questa fosse una sorpresa per tutti, notarono la ragazza già intenta ad abbracciare Andrea e gli altri ragazzi della squadra

Si guardarono, si alzarono anche loro e arrivarono dalla ragazza
Si fermarono ad osservare come la stringevano, e le dimostravano il bene per lei

"Quando sei arrivata?" domandò Kenan, stringendola tra le braccia

"15 minuti fa, ho già stufato tutto in treno. Ho fatto anche lite con la tipa che sta giù per entrare" disse ridendo

"Solo tu sei capace" continuò ancora il turco
"Ehi! Non credeva che fossi la figlia di Motta"
disse ridendo, posando poi il suo sguardo sul suo numero 37

Nicolò che era rimasto in silenzio, fermo e ad osservarla, sorrise ancora di più nell' incontrare i suoi occhi
"Ciao" disse timida, avvicinandosi a lui

L'abbracciò di slancio, poggiò il suo mento sul suo petto, alzò la testa per guardarlo in faccia
"Che palle" disse lui, facendola ridere

"Perché?" domanda

"Non posso baciarti" commenta imbronciato, fissandola con attenzione negli occhi.
Lei alzò le spalle, poi si portò sulle punte e per una frazione di secondo unì le loro labbra

"Tanto ormai lo sanno tutti, a meno che tu non voglia qui non ha senso nascondersi"
Nicolò la guardo, con la bocca semiaperta, poi catturò di nuovo le labbra della mora con le sue.

In quel momento, nonostante gli urletti simpatici dei loro amici in sottofondo, c'erano solo loro a dimostrarsi amore nel modo più semplice e puro che esista.
Si presero per mano e presero posto a tavola, uno accanto all'altro, cominciando a parlare con i loro amici

Thiago Motta, sotto sotto, nonostante l'aria imbronciata, era contento che ad aver fatto breccia nel cuore della sua bambina fu proprio Nicolò.
Non avrebbe voluto genero migliore

[ ... ]

Genoa - Juventus era terminata ormai alla grande, con un bellissimo 3 a 0 per i bianconeri.
Dopo i festeggiamenti in spogliatoio, i ragazzi erano ormai tornati in struttura

"Cosa facciamo stasera?" nonostante la stanchezza, i ragazzi avevano ancora voglia di stare insieme e divertirsi

"Io dormo! Domani mattina devo studiare" disse ridendo la mora, attirando gli sguardi contrariati

"Cosa devi studiare?" domandò ridendo Dusan, mettendo da parte il telefono

"Storia dell'arte, la Leoni lunedì vuole interrogare"
nel sentire quel nome, Andrea scattò alzando la testa

"Nicole Leoni?" domandò di getto, risultando forse troppo curioso

"Si, la conosci?" domandò la mora, vedendo il suo amico annuire.
Sapeva che ci fosse qualcosa sotto, ma preferí non indagare ora che erano in gruppo

Sentì qualcuno abbracciarlo da dietro.
Sorrise, vedendo il tatuaggio di Nicolò, così si giró verso di lui

"Complimenti per il goal, amore" sussurrò velocemente, abbracciandolo intimamente

"È tutto tuo" rispose con lo stesso tono, continuando a tenerla attaccata a se mantenendola per i fianchi

"Se mi dici così ora mi metto a piangere" sussurrò ancora, con gli occhi lucidi

"No amore, io voglio che tu sorrida sempre quando sei con me. Il tuo sorriso è la cosa più bella che io abbia mai visto"
commentò con un piccolo sorriso in volto, accarezzandole leggermente le labbra con il pollice

I ragazzi intanto li avevano superati andando oltre, lasciandoli soli.
Quindi i due, ne approfittarono, cominciando a baciarsi

"Sentì, io devo studiare davvero domani, ma dopo se vuoi puoi venire un po' nella mia stanza. Ho una singola, non vorrei annoiarmi troppo" commentò ironica, dandogli un bacio sulla punta del naso

"Aspetta che faccio finta di pensarci" dice mettendosi una mano sotto al mento, facendola ridacchiare

"Scemo" continuò, cominciando a camminare verso la sala comune, dove i ragazzi erano già radunati

Si sedettero uno accanto all'altra, Nico tirò le gambe della ragazza sulle sue, cominciando ad accarezzarle
"Ti metti l'abito domani?" domandò, sorridendo

"Si, devo capire se blu o nero" dice alzando le spalle "Quasi quasi me lo metto blu e siamo matchati"

Vivì, storse il muso
"Però il nero sugli uomini è veramente sexy. Mi sa che ti conviene metterti quello nero" commentò

"Perché? Così puoi morirmi dietro tutta la sera?" domanda ridendo, giocherellando con le loro mani incrociate

"No, così posso far vedere alle gatte morte che ci saranno che sei proprietà privata.
Tu non lo faresti?"

"Amore mio, la gente sa già che sei mia. O se non lo sa, glielo faccio capire a modo mio"
rispose sicuro, prima di baciarla sulle labbra

Quando Andrea, lanciò loro un cuscino, allora si staccarono definitivamente, ridendo per le scenette comiche che i loro amici stavano inscenando







p.s so che non ha segnato Nico, ma mi serve per la storia

𝑀are 𝐶almo | N. SavonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora