NON ABBANDONARE IL PASSATO

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William, dietro Jackson c'era William.
Identico a cinque anni fa,lo stesso colore di capelli neri come la pece,gli occhi azzurri di ghiaccio che facevano quasi impressione,le labbra rosee e carnose erano tese in un ghigno che avrebbe portato chiunque a inquietudine o disagio. A me non faceva effetto,ci ero cresciuta dopotutto.
Ma se non er solo sorriso a farmi effetto lui ci riusciva benissimo perché rimasi paralizzata.
<<Ciao Madison>>cominciò lui.<<Che bello rivederti piccola!>>
<<Tu non hai il diritto di chiamarmi cosí,tu la hai uccisa Madison.>> Dissi cercando di reggere il suo sguardo agghiacciante e di controllare la paura.
<<Sta zitta!>>  Strillò Jas.
William però senza girarsi agitò la mano nella sua direzione e la agitò come per scacciare un moscerino,facendogli segno di lasciar perdere.
<<Lascia stare la nostra ospite Jas>> gli disse.
Lui abbassò subito la testa imbarazzato.
<<Madison immagino che tu non voglia finire in prigione vero?>> Mi disse lui rivolgendosi a me.
Scossi la testa con decisione mantenendo il contatto visivo.
<<Bene dovrai fare un'altra cosa per me>>disse, e il mondo mi crollò addosso.
<<Avevi...avevi detto che non me lo avresti piú chiesto...avevi detto che quella sarebbe stata l'ultima volta>> gli dissi con voce tremolante mentre una lacrima mi rigava la guancia.
<<Madison mia,ti ho cresciuta bene,ti ho addestrato per questo,poi hai deciso di smettere e io ti ho affidato a una signora che soffre di Alzheimer che tu chiami "nonna" da meno di un anno. E adesso tu non puoi fare un favore a me?>> Si spiegò lui.
Io non risposi cosí lui continuò.
<<Eddie Rogers,funzionario,fidati non mancherà a nessuno. È un traditore.>>
<<No...no non puoi chiedermi di farlo>> risposi.
<<E invece te lo sto chiedendo eccome,sei tu quella legata a una sedia.>> Disse lui.
<<Ti prego Will>>continuavo a piangere,sentivo un inevitabile destino davanti a me.
<<Allora decidiamo cosí Volet>> disse lui calcando sul mio finto nome.
<<O muore un funzionario inutile,o muori tu>> disse
<<Certo e sono sicura che mi ucciderai con il fucile della ner->> mi girai verso il tavolo ma quell aggeggio era sparito. Lui sghignazzò estraendo un coltello e puntandomelo alla gola.
Lo guardai con aria di sfida.
<<Taglia>> gli dissi.
Sentii la lama appoggiarsi sul mio collo,però poi lui alzò il coltello e andò a colpire il muro.
<<Che c'é? Non riesci a uccidermi Will?>> Gli dissi con troppa sicurezza.
Jas accese la luce e io realizzai il perché di quel gesto.
Sul muro c'era un foglio di carta con scritto semplicemente "Michael Stent" e Will lo aveva colpito in pieno.
<<Non sai neanche di cosa siamo capaci Violet>> disse Jas con superiorità.
<<Non oseresti>> dissi rivolta a Will.
<<Mi hai mai visto esitare?>>
<<Will ti prego...Mike no.>>
<<Ed eccoci qui Madison mia,la vita del funzionario per quella del tuo Michael.>>
Abbassai la testa e strinsi i pugni,per gestire la rabbia e la tristezza,ma soprattutto il senso di colpa.
Lui mi mise la mano sotto il mento costringendomi a guardarlo negli occhi.
<<Hai cinque giorni>> disse per poi andarsene.
Provai a ribattere ma sentii una siringa entrarmi nel collo,poi un formicolio,cominciai a sentire ovattato e a vedere sfocato questo in una brevissima sessione di secondi perché dopo poco persi del tutto i sensi.
Quando mi svegliai ero ancora mezza rimbambita,ma comunque capii di essere in camera mia.
Presi il telefono.
13 agosto.
Lessi la data saltando giú dal letto,erano passati già due giorni dal mio rapimento.
Significava che me ne erano rimasti solo tre.
Non sentii piú tristezza,ne senso di colpa,riuscivo a sentire solo la voglia di vendetta.
Vendetta verso William,per avermi strappato alla mia infanzia all'età di sei anni.

°4 maggio 2008°
<<Mamma>> chiamai nella notte.
<<Mamma! Ho fatto un incubo ho
paura!>> Niente.
<<Mam->> qualcuno mi tappò la bocca.
<<Stai calma Madison,la mamma é andata via solo per un pò>>sentii la sua voce bassa rimbombare nel silenzio della notte.
Non era la voce di mia madre.
Solo dopo avrei scoperto il destino che la aveva scortata incontro a una morte tanto orrenda.
Chiusi gli occhi,inconsapevole di essere stata appena drogata con una siringa nel collo.
Aprii gli occhi svegliandomi su un letto circondato da rose bianche.
Sentii la maniglia della porta girarsi e mantenni gli occhi fissi su quella.
Entrò un uomo dai capelli corvini,che non dimostrava piú di vent'anni, corporatura abbastanza allenata ma anche normale per la sua età.
Gli chiesi ingenuamente il nome.
<<William piccolo diamante,io solo William,ma puoi chiamarmi Will se preferisci,siamo amici Madison.>> Mi rispose lui con tono rassicurante.
<<Dov'è la mamma?>> Chiesi.
<<Lei ti ha affidato a me,per un pò di tempo,ma non temere tra due giorni verrà a trovarti>>
Non venne mai,non venne a salvarmi,aveva sempre un "impegno" e scoprii dopo che quell impegno evidentemente era essere morta, tre metri sotto terra.
<<Sei la mia bambina perfetta Madison.>>
<<Sono perfetta?>> Chiesi con l'innocenta legittima di ogni bambino.
<<Madison,tra cinque minuti ti voglio di sotto>> mi disse,poi se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.
Guardai davanti a me e un abitino color fragola in seta mi fece brillare gli occhi.
Lo indossai immediatamente abbottonando tutti i bottoncini come mi aveva insegnato la mamma.
Scesi di sotto entusiasta di tutto il lusso che mi circondava.
Mi sentivo come una principessa,di quelle che si vedono in quei vecchi film in videocassetta.
Vidi William davanti alla porta d'ingresso.
<<Signor William,cosa facciamo qui?>> Chiesi entusiasta.
<<Oh sono sicuro che ti piacerà molto,hai mai visto qualche poliziesco?>> Mi chiese.
<<Si...a scuola ne ho visto qualcuno.>> Risposi confusa.
<<Ti faccio vedere una cosa,vieni con me piccola.>> Mi disse ed io ubbidiente lo seguii.
Arrivammo a una postazione con dei bersagli,cuffie e occhialetti.
Mi fece indossare quest'ultimi e mi diede in mano un fucile a pressione.
Mi disse di colpire i bersagli e ci riuscii benissimo senza mancarne neanche uno, perché pur avendo sei anni,avevo già una grande passione per il tiro con l'arco e un ottima mira.

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