Capitolo 6: La Luce in Fondo al Tunnel

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La paura che pulsava nel petto di Emma sembrava un tamburo che batteva all'unisono con i suoi passi, mentre il gruppo si faceva strada tra gli alberi del parco. Le risate del gruppo di ragazzi che li inseguiva riempivano l'aria come un eco lontano, una sinfonia di terrore che si mescolava alla loro determinazione di fuggire. Ad ogni passo, sentiva il bisogno di scappare e di trovare un luogo sicuro, ma mentre cercava di mantenere la calma, il suo cuore sembrava pulsare in modo incontrollato.

«Dobbiamo muoverci! Non possiamo fermarci ora!» esclamò Emma, incoraggiando i suoi amici. Daniel era già avanti, guidando il gruppo con sicurezza, mentre lei trascinava Lily vicino a sé.

Corsero verso l'uscita del parco, un corridoio oscuro tra le fronde. Il loro obiettivo era la strada principale, dove speravano di trovare un taxi o qualcuno pronto ad aiutarli. Emma si girò per un attimo, sperando di vedere il gruppo di ragazzi allontanarsi, ma ciò che vide la fece indietreggiare: il loro inseguitore aveva preso a inseguirli, ridendo maniacalmente.

«Non li perderemo di vista!» gridò uno di loro, e Emma sentì un brivido lungo la schiena. Un'altra corrente di adrenalina la spinse ancora di più. «Corriamo!»

Il gruppo sfrecciò attraverso il parco, l'oscurità era ora il loro alleato, eppure Emma sentiva che il tempo stava per scadere. La tensione stava raggiungendo il culmine. Daniel, che conosceva bene il parco, iniziò a guidarli attraverso un percorso secondario, sperando di rimanere un passo avanti.

Giunsero in una zona più aperta. Con un gesto veloce, Daniel indicò una strada che portava verso l'uscita. Respirò profondamente prima di dire: «Lì! Pretendiamo di essere normali, come se stessimo solo passeggiando.»

«E se ci notano?» chiese Lily, afferrando la mano di Emma.

«Dobbiamo essere freddi, non dare nell'occhio. Fingi di non aver paura,» disse Emma, cercando di infondere in lei una certa calma, anche se le sue parole suonavano come un rifugio fragile. «Se ci vedono, si renderanno conto che stiamo cercando di fuggire.»

Insieme si mossero verso la strada, il cuore battente di adrenalina che scorreva come un fiume nel loro corpo. La strada principale si avvicinava, e ogni passo li portava più vicini alla libertà.

Ma mentre si avvicinavano, una figura apparve all'improvviso davanti a loro: un ragazzo che sembrava essersi staccato dal gruppo. Emma sentì il panico crescere. «Ferma! Non muoverti!» esclamò.

La figura alzò una mano in segno di calma. Era un ragazzo che Emma riconobbe come uno dei normali frequentatori del bar. «Ehi, tutto bene? Cosa sta succedendo?» chiese con un tono confuso, mentre i suoi amici si fermavano di colpo.

«Ci inseguono!» rispose Matthew, ansimando. «Dobbiamo trovare aiuto!»

Gli occhi del ragazzo si ampliarono, ma prima che potessero spiegarsi, le risate si avvicinarono. Emma si voltò per vedere le ombre che si avvicinavano correndo. «Dobbiamo andare, dobbiamo andare ora!» ordinò, e il ragazzo si unì a loro, correndo.

Si tuffarono verso la strada, dove finalmente la luce dei lampioni illuminava il loro cammino. La folla era rumorosa, e il caos del mondo esterno li accolse subito. La vita continuava normalmente, ignara dell'ansia e della paura che risonavano nella loro anima.

«Dove possiamo andare per trovare un taxi?» chiese Lily, con la voce tremante.

«Proviamo lì!» indicò Daniel, riferendosi a una fermata dei taxi poco più in là. «Se riusciamo a raggiungerla, possiamo allontanarci da qui.»

Il gruppo si diresse verso la fermata, correndo il più velocemente possibile. Emma si girò di nuovo, osservando il gruppo di ragazzi che si avvicinava sempre di più, il loro comportamento diveniva sempre più aggressivo.

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