Capitolo 13: L'infiltrazione

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Emma e il suo gruppo seguirono Leo, avvolti dall'ansia ma anche dall'eccitazione. La presenza del ragazzo, che conosceva bene il campo dei Rampanti, dava loro una flebile speranza di riuscire a raccogliere informazioni utili per affrontare quel pericolo. Con la tensione palpabile nell'aria, il gruppo si stava avvicinando a un mondo di ombre e insicurezze.

La strada che li portava al campo era disseminata di detriti e segni di deterioramento. In quel momento, Emma si rese conto di quanto il clima fosse cambiato nel giro di pochi mesi. Da un'innocente vita tra amici e risate, si ritrovavano ora in mezzo a un conflitto sotterraneo che metteva in gioco la loro stessa esistenza.

Leo si fermò in prossimità di un varco in una recinzione di lamiere arrugginite. Mentre il gruppo attese in silenzio, si sforzò di mantenere il battito del cuore regolare. Emma desiderava condividere il peso e la responsabilità della situazione con i suoi compagni. La gratitudine che provava per il loro sostegno in quel momento era indescrivibile.

«Pronti?», sussurrò Leo. La sua voce tremava leggermente, indicando che anche lui sentiva la gravità della situazione.

«Pronti», risposero in coro Emma, Jake, Lily e gli altri.

Superarono il varco, muovendosi cautamente tra i rami e i cespugli che nascondevano i rumori del campo. Una volta all'interno, il panorama che si presentò ai loro occhi era desolante: una serie di tende logore erano state montate in modo disordinato, e diversi giovani si avvicendavano per compiti sempre più pesanti. La luce del sole illuminava le figure sfocate di chi stava lavorando, ma la sensazione di paura aleggiava nell'aria come una nuvola nera.

«Rimanete vicini a me e non attirate l'attenzione», ordinò Leo, muovendosi in maniera attenta tra gli scampoli di conversazioni e i movimenti, mimando il comportamento di chi apparteneva a quel posto.

Emma sentì il battito rallentare mentre il suo sguardo scrutava l'ambiente. La confusione era palpabile. Questo era il territorio dei Rampanti. Era un incubo che ora stava prendendo vita. Ma doveva mantenere la calma e rassicurare gli altri.

Un ragazzo, con un'aria di autorità, passeggiava tra i membri del campo. Indossava una giacca di pelle e sembrava essere il capo. Emma avvertì una stretta allo stomaco. Dovevano apprendere quanto più possibile su di lui e su come operavano i Rampanti.

«Quella è la loro figura più influente. Dobbiamo tenere d'occhio tutto», bisbigliò Emma, indicando il ragazzo al gruppo.

Lily annuì in silenzio, già immersa nella raccolta di informazioni. Leo guidò il gruppo verso un lato del campo, dove un tendone apparentemente meno affollato si ergeva. Speravano che potessero trovare qualche risposta alla loro ricerca.

Appena entrati nel tendone, Emma scorse una scrivania traboccante di documenti e appunti. I ragazzi si avvicinarono furtivamente, attirando l'attenzione solo su ciò che era utile. In mezzo a fogli di ogni tipo, si fermò su una mappa. Mentre Jake e Matthew si scrutavano a vicenda, Emma si chinò per esaminare more da vicino.

La mappa era dettagliata e mostrava non solo il campo dei Rampanti, ma anche altre località circostanti. Un segno indicava i luoghi in cui erano stati avvistati giovani scomparsi. Un brivido le percorse la schiena. Quella era la chiave della loro missione: erano stati reclutati e portati via. Emma si sentì inorridita.

«Ragazzi, guardate qui!», esclamò sussurrando, attirando l'attenzione di Leo e degli altri subito dopo. «Questa è una mappa dei loro obiettivi e dei ragazzi che intendono reclutare.»

Jake si avvicinò, dando un'occhiata rapida. «Dobbiamo appuntarci tutto! Non possiamo permettere che queste informazioni sfuggano». Così si attivò, cominciando a trascrivere rapidamente alcuni appunti preziosi.

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