Capitolo 19: Il Sussurro del Cambiamento

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L'aria era tesa, densa di aspettativa. Emma si trovava di fronte al gruppo di Rampanti, il cuore le batteva forte e il coraggio che cercava di raggruppare si fece palpabile. Il sole, che colpiva le loro spalle, stava tramontando, tingendo il cielo di sfumature calde e ardenti, come se il mondo stesso volesse dimostrare la bellezza nata dalla fusione di elementi contrastanti.

Il leader dei Rampanti, un giovane di nome Ethan, la osservava con attenzione. Dietro di lui, alcuni dei suoi compagni sembravano irrequieti, ma molti erano curiosi e, forse, persino aperti a sentire cosa Emma avesse da dire.

«Non siamo qui per combattere», ripeté Emma, accelerando il battito del cuore. «Siamo qui per costruire un nuovo futuro. Possiamo riscrivere le nostre storie, quelle dei nostri amici e delle nostre famiglie. Vogliamo dimostrare che l'unità è possibile.»

Ethan inclinò la testa, come se stesse considerando le parole di Emma. «Ma come possiamo fidarci di voi? Siamo stati traditi troppe volte. La nostra vita è stata una continua lotta. Perché dovremmo credere che questa volta sia diverso?», chiese, la sua voce dura ma con un filo di vulnerabilità.

Emma si sentì colpita dalle sue parole e, in un momento di ispirazione, rispose: «Perché noi stessi siamo stati traditi. Abbiamo tutti avuto le nostre sofferenze e le nostre esperienze. La cosa bella è che ora abbiamo l'opportunità di scegliere di non ripetere gli stessi errori. Non voglio più combattere, voglio ricostruire. Voglio che tutti noi, insieme, scopriamo che possiamo farlo.»

I membri dei Rampanti si scambiarono sguardi incerti. Emma cercava di calare nella conversazione un senso di autenticità, mentre il suo gruppo si radunava dietro di lei, sostenendola.

Un ragazzo con una cicatrice sul viso fece un passo avanti. «Siamo stati abbandonati dai nostri capi. Hanno usato la paura per controllarci. Ma ho visto la vostra comunità. Siete diversi. Cosa volete veramente?», chiese, il tono più morbido.

Emma colse quell'opportunità. «Vogliamo mostrare che possiamo esistere senza la paura della violenza. Vogliamo condividere risorse, talenti e sogni. Abbiamo tutti un posto in questo mondo. Quello che stiamo cercando è una chance di ricominciare. Dobbiamo smettere di vederci come nemici e iniziare a guardarci come partner. È ora di romperlo. È ora di costruire.»

Il giovane Rampante rifletté su queste parole, il suo sguardo si perdesse nel vuoto. Ethan, vedendo le incertezze nei volti del suo gruppo, si voltò a Emma. «E se dovessimo fallire di nuovo? Se ci fosse un altro tradimento?»

Emma intuì l'importanza di quel momento. «Se falliremo, impareremo. E se ci sarà un tradimento, lo affronteremo insieme. La vera forza non è nell'assenza di battaglie, ma nella volontà di lottare e rialzarsi dopo ogni caduta.»

Dopo quegli scambi, il gruppo dei Rampanti si ritirò per discutere tra loro. Emma e i suoi compagni rimasero in attesa, il battito del cuore di tutti in piedi, uniti in quell'ansia condivisa. Dopo una decina di minuti, tornò Ethan, con un'espressione più morbida, che fece da ponte tra le due fazioni. «Ci sarà un incontro di prova. Dobbiamo vedere se possiamo fidarci di voi. Ma non ci saranno promesse.»

Sorridendo, Emma annuì. «Ogni passo viene dal nostro desiderio di creare un futuro migliore. Possiamo iniziare a costruire una relazione da oggi stesso.»

I ragazzi festeggiarono silenziosamente, ma dentro di loro capivano che ci sarebbe voluto tempo. Poco dopo, Emma si ritirò con Damon e Lily per discutere i dettagli dell'incontro, che sarebbe avvenuto il giorno successivo.

«Cosa pensi che accadrà?», chiese Damon, scrutando il volto di Emma in cerca di risposte.

«Spero solo che possano vedere che siamo davvero diversi», rispose Emma, il pensiero già avanzato verso le mille possibilità. «Dobbiamo continuare a costruire quel senso di comunità e non mettere a repentaglio ciò che abbiamo iniziato.»

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