Il silenzio della notte avvolgeva Emma e gli altri mentre si avventuravano nel buio, i loro passi attutiti dall'erba alta e dall'asfalto logoro. Ogni crepitio, ogni fruscio del vento sembrava amplificato, e i cuori pulsavano all'unisono in un ritmo febbrile. La tensione era palpabile, ma anche l'eccitazione di ciò che doveva avvenire li spingeva a procedere.
«Stiamo seguendo la mappa di Jake?», chiese Matthew, controllando il suo telefono che brillava debolmente nella oscurità.
«Sì, continua a seguirci», rispose Jake, che avanzava in seconda posizione dietro Emma. «Dovremmo essere sulla strada giusta. La prossima fermata è vicino al fiume, lì possiamo trovare riparo.»
Emma si concentrò sul cammino, il pensiero di poter tornare a casa la riempiva di speranza, ma echeggiava nella sua mente anche il timore per gli inseguitori. Non poteva permettersi di abbassare la guardia. Doveva mantenere il gruppo unito, come avevano deciso. La loro sopravvivenza dipendeva dalla loro determinazione e dall'abilità di restare compatti.
Mentre avanzavano, Emma lanciò uno sguardo all'accampamento che avevano lasciato. Era il loro primo rifugio sicuro dopo giorni di angoscia; lasciarlo alle spalle le procurò un groppo alla gola. Ma sentiva anche che la vera avventura stava per avere inizio.
Dopo circa un'ora di cammino, i suoni familiari dell'acqua che scorreva cominciarono a farsi sentire, diventando sempre più intensi. «Ci siamo!» esclamò Jake all'improvviso, dando un colpetto a Matthew che si trovava davanti a lui.
Il gruppo si fermò un attimo, prendendo fiato e ascoltando i suoni del fiume. La corrente era forte, e l'acqua scintillava al chiaro di luna. Emma si sentì rinvigorita dalla vista, ma il suo cuore continuava a battere all'impazzata. «Cosa facciamo ora?» domandò, correndo col pensiero a nuove strategie.
«Ci serve un rifugio per la notte», rispose Tom, cercando nel buio. «Dobbiamo trovare un posto sicuro dove nasconderci e riposare.»
«C'è un vecchio ponte di legno poco più avanti», suggerì Matthew. «Potremmo trovare ripari sotto, ma dobbiamo assicurarci che sia sicuro.»
Emozionati dalla soluzione proposta, il gruppo si mosse verso il ponte, sempre in silenzio. Quando furono finalmente sotto il ponte, il senso di sicurezza aumentò. La struttura scricchiolante sembrava solida, e l'acqua che scorreva creava un'atmosfera rilassante.
Mentre si sistemavano, Emma e i suoi amici tirarono fuori cibo e acqua. La tensione si allentò e, per un breve momento, si sedettero a terra, ritrovando un po' di normalità tra di loro. «Questa non è una vera cena, ma è tutto ciò che abbiamo», scherzò Jake, mentre apriva una borsa con delle barrette energetiche.
Tutti risero. La risata era come un balsamo sulle ferite dell'anima. Condividendo il cibo, presero un momento per riflettere su quanto fossero arrivati lontano. «Siamo qui insieme e, per ora, siamo al sicuro», disse Lily, guardando i suoi amici con gratitudine.
Emma sentì il calore delle parole di Lily e sperò che la serenità non fosse effimera. «Il nostro viaggio non è ancora finito. Dobbiamo pensare a come procedere. Dobbiamo avere un piano per quando ci sveglieremo di nuovo», disse, guardando i volti dei suoi compagni.
Matthew annuì. «Dobbiamo continuare a muoverci verso il nord. Ci sono altre città più a quel punto, almeno sapremmo che ci saranno molte più persone e dati i nostri contatti potremmo contattare qualcuno che può aiutarci.»
Emma pensò per un momento. «Dobbiamo solo assicurarci che i nostri percorsi siano ben segnati e che ci sorridano dall'alto, che possiamo fidarci degli amici che faremo lungo il tragitto.
I ragazzi si scambiarono sguardi di approvazione. Le parole di Emma avevano una tale gravità che parevano risuonare in ognuno di loro; si sentivano più uniti che mai. Allora, il gruppo si sdraiò sotto il ponte, le stelle brillavano sopra, come a proteggerli.
Emma si addormentò più facilmente di quanto avesse previsto. I suoni dell'acqua, il buio rassicurante e la presenza dei suoi amici l'accompagnarono nei sogni. La durezza della realtà sembrava svanire mentre il suo corpo si lasciava andare alla stanchezza.
Quando si svegliò, la luce del sole filtrava tra le travi del ponte. Un nuovo giorno era cominciato, portando con sé nuove opportunità e sfide. I suoi amici si erano già svegliati e stavano preparando le loro cose.
«Mattina!» disse Tom con un sorriso. «Spero che abbiate riposato bene. Abbiamo un viaggio davanti a noi!»
Emma si stiracchiò e osservò i volti dei suoi amici, ognuno di loro sembrava pronto ad affrontare un nuovo giorno di avventure. «Cosa dobbiamo fare per prima cosa?» chiese, cercando di organizzare i pensieri.
«Controlliamo il percorso per assicurarci che sia sicuro e seguiamo il fiume per qualche tempo», suggerì Jake. «Dovremmo anche tenere d'occhio la strada in caso di eventuali ostacoli o... presenze indesiderate.»
L'idea di affrontare nuovamente l'ignoto non la spaventava più come un tempo. Insieme, avevano superato molte sfide e il legame che avevano costruito era la loro vera forza.
Dopo aver fatto colazione e raccolto le loro cose, il gruppo si avviò lungo il fiume, la corrente blanda console avvolgeva ogni passo. Infatti, l'atmosfera era più leggera, sebbene il pensiero degli inseguitori fosse ancora presente.
Mentre camminavano, l'aria fresca del mattino portava con sé un sentimento di rinnovata serenità. Emma guardò i suoi compagni e, sentendosi grata, disegnò un sorriso sul viso. «Stiamo andando bene,» disse, il suo spirito sollevato.
Ma mentre attraversavano un tratto più isolato del fiume, un rumore improvviso li colse di sorpresa. Un fruscio tra i cespugli dietro di loro, un suono poco rassicurante che tornò ad alimentare l'ansia nel gruppo.
«Fermi!», sussurrò Tom, il suo tono divenne immediatamente serio.
Emma si volse lentamente, il cuore in gola. Un ragazzo apparve dal folto della vegetazione. La sua espressione era confusa e impaurita, e, per un attimo, Emma non riuscì a capire se fosse un amico o un nemico.
«Aspettate!» esclamò il ragazzo sollevando le mani in segno di resa, avvicinandosi cautamente. «Non vi voglio fare del male!»
Emma fece un passo avanti, gli altri dietro di lei pronti a reagire. «Chi sei? Che vuoi da noi?»
Il ragazzo sembrava altrettanto spaventato quanto loro, se non di più. «Mi chiamo Alex. Sono solo. Non sapevo che ci fossero altre persone qui. Ho sentito che c'era un gruppo...» si interruppe, cercando di raccogliere i suoi pensieri.
«Un gruppo? Di chi stai parlando?» chiese Jake, il sospetto negli occhi.
«Un gruppo di ragazzi, ma sono diversi. Si fanno chiamare i "Rampanti". Non si fermeranno davanti a niente. Ho visto cose terribili. Ho perso i miei amici... non voglio endere questa fine.»
Emma sentì l'istinto di protezione crescere dentro di lei. «Cosa vuoi dire? Cosa fanno i Rampanti?»
Alex si asciugò il sudore dalla fronte, parlando con urgenza. «Sono violenti, prendono ciò che vogliono. Hanno delle armi. E non hanno scrupoli. Se li fanno, non vi lasceranno in pace. Sono in cerca di nuove reclute e attaccano chiunque si opponga... o difenda altri. Ho bisogno di aiuto, e anche voi. Sono stati visti non lontano da qui.»
Il gruppo di Emma si scambiò sguardi preoccupati. L'idea di affrontare incombenti minacce li rendeva nervosi, ma c'era qualcosa in Alex che richiamava la loro attenzione. Emma decise di rispondere con determinazione: «Se ti unisci a noi, possiamo affrontarli. Non ci fermeremo finché non saremo al sicuro. Ma non possiamo lasciare nessuno indietro.»
Con il cuore in subbuglio, il gruppo avviò una discussione rapida sul da farsi. La questione ora era più complessa. C'era di mezzo un altro nemico, e il loro cammino lungo il fiume si stava facendo sempre più incerto.
STAI LEGGENDO
Dear Future
AventuraEmma è una ragazza che, quando sogna, ha delle visioni del futuro... scoprirà che riuscirà a diventare un'insegnante ma anche che suo marito sarà il suo vicino di casa che non sopporta; come si comporterà d'ora in poi con lui? Le sue visioni non rig...