Capitolo 4: La Caccia

1 0 0
                                    

La corsa sotto il cielo stellato acquistava un ritmo frenetico, il battito dei cuori di Emma, Lily e Matthew si mescolava al rumore delle loro scarpe che battevano sul pavimento del giardino. Non erano più solo tre adolescenti in cerca di divertimento; erano diventati un gruppo unito dalla paura, in fuga da una minaccia sconosciuta. Emma non poteva permettere che la tensione si facesse strada nei suoi pensieri. Doveva mantenere la calma e trovare un modo per uscire da quella situazione.

«Dove dobbiamo andare?» chiese Lily, la sua voce tremava mentre correva al fianco di Emma. I suoi occhi brillavano di paura e determinazione, ma sapeva che la sorella stava cercando di proteggerla.

«Verso la strada principale,» rispose Emma, anelando di vedere i lampioni lontani come un faro in mezzo al buio. «Se riusciamo a raggiungere là, possiamo chiedere aiuto. Magari qualche auto ci porterà via.»

Matthew, che correva dietro di loro, ribatté, «Dobbiamo assicurarci di non farci raggiungere! Non possiamo fermarci.»

Emma annuì, sentendo l'urgente bisogno di mantenere il gruppo unito. Tornare indietro non era un'opzione e la determinazione che sentiva in Matthew la rassicurava. Tuttavia, il tempo scorreva rapido e le ombre sembravano accorciarsi dietro di loro.

Mentre i tre si avvicinavano all'uscita del giardino, il terreno cominciò a cambiare. Passarono dal ghiaioso percorso costellato di avanzi di festa a una strada asfaltata, i riflessi fluorescenti dei lampioni illuminavano la strada deserta. Ma la loro salvezza era ancora lontana.

«Presto! Dobbiamo muoverci!» esclamò Emma, voltandosi per gettare un occhio indietro. La vista che le si presentò era tutt'altro che confortante. I ragazzi dell'altra festa, animati dalla loro sfida e dall'ardore della gioventù, si stavano avvicinando, un branco di lupi pronti a concedersi la loro dose di divertimento.

«Non possono essere così veloci,» mormorò Lily, ma il tono di preoccupazione nella sua voce era palpabile.

«Dobbiamo trovare un rifugio,» suggerì Matthew, inspirando ed espirando rapidamente. «Un luogo dove possano—»

Fu interrotto da una chiamata ferma e minacciosa. «Ehi! Tornate qui, non andate via così!» gridò il ragazzo che aveva assunto il ruolo di capobanda, con il sorriso sardonico che Emma ricordava.

La corazza di determinazione si frantumò. Emma si rese conto che, mentre avrebbero potuto avere una chance di sfuggire, il gruppo che li inseguiva stava diventando sempre più aggressivo. «Corriamo! Verso il bar! C'è un locale lì vicino!» suggerì.

Il bar, un ritrovo popolare per i ragazzi del quartiere, stava a pochi isolati di distanza. Essere in un luogo affollato avrebbe potuto offrire loro la sicurezza necessaria. La sua mente lavorava velocemente, mentre le immagini di quello che stava succedendo dietro di loro balenavano come una tempesta in avvicinamento.

«È proprio lì!» esclamò Emma, indicando il cartello luminoso del bar che brillava nell'oscurità come un faro. Si sentiva dentro di sé un raggio di speranza, quasi magico, mentre si dirigevano verso il locale.

Il fiume di persone che si trovava davanti a loro era innegabilmente attrattivo. Emma accelerò il passo, con un tatto istintivo. La folla era viva e vibrante, le risate e la musica provenivano dalle pareti del bar, e quel calore umano sembrava finalmente proteggere la sua vulnerabilità.

Appena entrarono, le luci colorate e le voci si sovrapposero, creando un'atmosfera frizzante. Non si potevano vedere i loro inseguitori nel trambusto di corpi che danzavano, e questo colpo d'occhio diede loro un momento di respiro.

«Okay, restiamo qui dissimulati per un attimo,» suggerì Emma, cercando di avanzare verso il fondo del locale. Voleva nascondersi per qualche istante, finché gli inseguitori non avessero perso le tracce.

Dear FutureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora