capitolo tre

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CLAIRE'S POV

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CLAIRE'S POV

<<Tesoro, dove vai vestita cosi divinamente?>> mi domandò papà, appena mi vide indossare una polo di Ralph Lauren e dei jeans di Bershka. Sotto, avevo dei tacchi color panna (stesso colore della polo) di Saint Laurent.  Avevo deciso di legare i capelli in una coda perfetta.

<<Il tuo primo pilota Ferrari mi ha invitato a mangiare un gelato>> dissi e a papà stavano per uscire gli occhi dalle orbite oculari.
"Ho detto qualcosa di sbagliato??" pensai.

<<Intendi Leclerc?????>> per poco non prese un infarto e subito dopo suonarono il campanello.

E quando papà aprì la porta, si trovò la figura di Charles di fronte. Cercai di resistere e di non scoppiare a ridere per la loro espressione.

<<Per chi sono i mazzi di rose??>> domandò mio padre.
Charles era vestito anche lui in modo sportivo e aveva un mazzo di rose in mano.
<<Aww, sono per me?>> dissi avvicinandomi.

<<Come mai Charles hai portato un mazzo di rose a mia figlia????>> Vincenzo sembrava avere una crisi d'identità.
<<Ehm...è un gesto di cortesia!>> rispose lui.

<<Oh... Charles! Sei davvero così...gentile>> iniziai a parlare.
<<Ma non mi piacciono le rose>> continuai dopo. Il volto di Charles si spense per un millisecondo ma si fece contagiare da un sorriso rassicurante ma che era a dir poco meraviglioso.

<<Beh, allora andiamo, che dici?>>  formulai con un sorriso falso. Non avevo aspettative di questa uscita e molto probabilmente sarebbe stata una grandissima seccatura.

<<Va bene, va bene. Fate i bravi e per quanto riguarda te, Leclerc, tieni le mani a bada!>> avvertì papà V che cercò di spaventare Charles.

Uscimmo di casa e davanti mi si proiettò una Ferrari a dir poco stupenda.

<<Ma è una Ferrari 599 GTO! O mio dio!>> esclamai felice. Avevo sempre voluto un auto di questo genere.

<<Allora ne sai di auto eh>> scherzò e io mi ricomposi subito.
<<Solo perché non mi piacciono le auto non significa che non ne sappia parlare>> affermai decisa.

Charles aprì la portiera e mi fece invito di accomodarmi.  "Che gentiluomo" pensai.

Accesi la radio, nella speranza di trovare qualcosa di interessante.
<<Che musica ti piace ascoltare?>> mi chiese.
<<Justin Timberlake, amo le canzoni dei 2000, non come adesso che si ascolta la musica di Justin Bieber o Olivia Rodrigo>> cominciai a parlare.
<<A dire il vero ascolto musica italiana, di tutti i tipi, potrebbe sembrare assurdo ma Papa V o Frah Quintale o Geolier o Sfera...o Lazza! Io amo Lazza! Ma di solito succede quando l'italiana che c'è in me prevale>> continuavo a parlare e lui sembrava essere davvero interessato alle cose che raccontavo.

<<Ma tuo papà non è di Monaco?>> mi questionò.
<<Mio papà si ma io, i miei fratelli e mamma siamo nati e cresciuti in Italia per un po'. In estate venivamo spesso a MonteCarlo e papà ha sempre portato me i miei fratelli in collegio. Ho imparato il francese, l'inglese, lo spagnolo e anche l'arabo grazie a una suora. Non domandarmi la motivazione>> raccontai.
<<Sei nata nel Nord-Italia?>>

<<No sono del sud, ho un accento davvero molto meridionale. Sono pugliese>>
<<Oh wow! Non penso di essere mai stato lì >>
<<Dovresti andarci, il posto è bellissimo>>

Arrivati in gelateria, cominciavo a preoccuparmi di quale gusto potessi scegliere. Non lo dicevo mai, ma io ero una grandissima fan di gelati.

<<Gelato al cioccolato?>> mi ispezionò il pilota.
<<Embè? Solo perché sono piena di soldi e antipatica non significa che non sappia sgarrare>> lui in tutta risposta si mise a ridere.

<<Sai, secondo me sei simpatica sotto sotto. non capisco perché tu sia così acida!>> confessò.
<<Non sono dovuta a darti spiegazioni, ma in ogni caso è perché sono una delle migliori e amo essere così>> mangiavo il mio gelato con estrema gioia e felicità che quasi quasi mi sentivo più leggera.

<<E tu che mi racconti?>> gli chiesi.
<<Amo MonteCarlo, ci vengo spesso per trovare la mia famiglia. E amo tantissimo il mio lavoro, cerco sempre di migliorare e di fare le cose giuste. Ma sono davvero impaziente con tutto e questa cosa probabilmente mi mangerà prima o poi>>
<<Beh immagino la pressione che ci sarà lì>>
<<Si, a dire il vero c'è n'è molta. Ma spesso cerco di trovare leggerezza, sia nella scuderia, che con i colleghi, con Carlos, cerco leggerezza perché se le cose sono pesanti, poi non trovi più quella voglia di rimanere lì>>
<<Capito, quindi cerchi qualcosa che ti possa trasmettere di buon umore, oppure cerchi una distrazione>>

<<Una distrazione???>> mi guardò confuso ma allo stesso tempo con un sorriso assurdo.
<<Pensiero intrusivo>> feci spallucce.

<<Attenta, sei sporca qui>> mi indicò il punto di dove ero sporca.
<<No, no lì, uff. Aspetta faccio io!>> con le sue dita provò a ripulirmi sotto il labbro dal cioccolato. Non sapevo perché ma quel contatto mi stava provare un certo frastuono nel mio stomaco, come se stesse sottosopra.

<<Ho fatto>> mi sorrise e potei finalmente notare le sue fossette da più vicino.

<<Grazie>>
Eravamo rimasti a guardarci negli occhi per vari secondi e non capivo bene la motivazione, ma è come se stessi per immergermi in quel blu marino che aveva nei suoi occhi.
<<Ti riporto a casa, si è fatto tardi>> affermò.

<<Oh si, va bene!>> dissi a quel punto per poi dirigerci in macchina.

<<Allora, ci vedremo a Marinello>> affermò appena parcheggiò fuori casa mia.
<<A quanto pare mi avrai tra i piedi, per tua fortuna>> e lui scoppiò a ridere.
<<Beh si, può essere una fortuna>> rimase a fissarmi per un po'.
<<Beh si, oggettivamente si>>

<<Ci vediamo Claire>>
<<Ci vediamo Charles>>

<<Ci vediamo Claire>><<Ci vediamo Charles>>

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