capitolo sette

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CLAIRE'S POV

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CLAIRE'S POV

Carlos mi aveva convinta ad uscire con lui in club la sera. Eravamo stressati perché le qualifiche non erano andate proprio come volevamo e avevamo bisogno di staccare un po'.

<<Sei proprio una panterona, Clarita>> disse Kiwi guardandomi con addosso il mio vestito leopardato aderente e corto.
<<È leopardo, Kiwi!>> sbuffai ed entrai in macchina con lui per dirigermi nel club.

<<Secondo te Leclerc ha portato quella mocciosa di Pocahontas qui a Zandvoort?>> domandai.
<<Non capisco perché non ti stia a genio, è una ragazza a dir poco dolce>> si stava prendendo gioco di me?

<<Carl, per favore, non dire stronzate>>

<<Ad ogni modo, non pensare al ragazzo che ti ha rubato il cuore, anche se lo negherai e goditi la serata>> parcheggiò e sulla sua faccia si era formato un sorriso a trentadue denti.
"Guarda cosa mi conviene fare".

<<Buonasera! Benvenuti, è il vostro giorno fortunato c'è Dj Lando qui>> disse il proprietario appena entrammo.

Il posto era davvero grande, decorato con dei led azzurri e dei pali da pole dance. Forse dovevo lasciarmi andare e finire per ballare come una pazzoide. O forse solo stare qui e parlare.

<<Dj Lando??? Lando Norris?>> domandai a Sainz.
<<Beh, ognuno ha le proprie passioni!>>
<<E la tua sarebbe?>>
<<Forse mangiare, non lo so. Un giorno ti farò sapere>> rispose per poi prendersi una pausa <<Vuoi qualcosa da bere?>> continuò.
<<Va bene un Martini, grazie. Vado dal Dj!>> lo informai per poi avvicinarmi a Lando che suonava.

<<Ei, sei la tipa dell'hotel>> disse lui, diamine ma non aveva ancora capito chi fossi?
<<Si io sono Claire Angelelli>> affermai e a lui brillarono gli occhi.
<<Quindi sei una del Team formula uno! Grandioso>>
<<Quindi, il pilota della McLaren è anche un dj?>>
<<Come fai a sapere che sono della McLaren?>>
<<Solo perché sono femmina non significa che non ne sappia di formula uno e dopotutto sei su internet>>

<<E che cosa si dice su di me?>> mi domandò avvicinandosi.
<<Beh, che sei a un passo per poter diventare campione del mondo e fare concorrenza a Verstappen, ma chissà perché leggo molto stress nei tuoi occhi, troppa pressione in casa Mclaren?>>

<<E dovrei dirlo a te? Figlia dell'ingegnere Ferrari? Non mi alleo con il nemico>>
<<No certo, non voglio questo. Solo che troverete una piacevole sorpresa a casa McLaren. Avvisa Brown! A e comunque Friday Night è davvero pessima come scelta musicale>> dissi.

<<Ei ragazzi! Tieni Claire>> ci raggiunse Sainzz
<<Va bene Lando, grazie per la chiacchierata, io e Carlos andremo a goderci la pista da ballo, sperando che tu possa mettere della musica più decente. Bye, bye!>> trascinai Kiwi nella pista da ballo con il mio Martini mano e cercammo di goderci al meglio la serata.

*
<<È stata una bella serata Kiwi, mi fanno davvero male i piedi, ci vediamo!>> salutai il pilota e mi imbattei nell'ascensore.

Poco prima che si chiudesse, però, qualcuno riuscì ad entrare per un soffio: Charles.
<<Non mi sarei davvero aspettata di poterti incontrare in un ascensore>> ammisi.

Ad essere sincera, da un Martini sono passata a berne tre, quindi la mia mente cominciava a girovagare per pianeti e su come Albert Einstein sia potuto diventare un fisico. Ma Charles, che era  con una camicia bianca sbottonata fino a metà, non aiutava di certo la situazione.

<<Dici che ti sono mancato?>> mi sorrise.
<<No per niente. Oggi ho conosciuto Dj Lando e le doti da ballerino di Carlos. Sta andando tutto bene>> affermai e lui rise.
<<Sei un po' andata, Claire>>

<<Nono, sto bene. Forse avrò contato le stelle più di venticinque volte dimenticandomi molto spesso il numero, ma sono felice. Sono spensierata e almeno non penso a te>> mi mordicchiai la lingua appena mi accorsi cosa avevo detto poco prima.
"Maledetto l'alcol".

<<Pensare a me?>> domandò Detective Monaco.
<<Ehm...lascia stare sono solo un po' brilla>>
<<Di solito in quella situazione si dice la verità>> punzecchiò e si avvicinò a me che quasi potevo sentire il suo fiato sulla mia spalla.

Mi girai per guardarlo e incontrai i suoi occhi blu che si erano già posati su di me. E non potevo negare che in quel momento, avevo lo stomaco in subbuglio.

<<Che cosa vuoi che ti dica? Che ti sei comportato di merda lo sai anche tu. Senti, avresti dovuto dirmelo che eri fidanzato. Le persone fidanzate non portano un mazzo di rose a una persona, la guardano in modo intenso e cercano il contatto fisico. Non dovresti farlo>> cercavo di essere il più coincisa possibile e senza farmi offuscare dalle emozioni.

Di solito in queste circostanze mi sarei potuta messa a piangere, ma non lo avrei fatto di front e a qualcuno che conoscevo a malapena da una settimana. Ma era difficile da mandare giù, era come se mi fossi illusa. E io non mi facevo illudere da nessuno.

<<Mi dispiace. Solo che non lo so cosa mi è preso. Ho seguito il mio istinto, Claire>> si giustificò.
<<Beh allora vedi di ragionarci sopra. Non puoi fare come ti pare e piace>> dissi con la voce spezzata e Charles cercò di calmarmi con un abbraccio.

Era un abbraccio caloroso, rassicurante e che dava speranza. Ma non mi sarei fatta illudere da questo di nuovo.
<<Devo andare a dormire>> spezzai quella magia.
<<Non voglio farti stare male ma devi capire che è complicato per me, io non so più cosa pensare>> cercò di giustificarsi.
<<Dormici sopra, anzi no, devi concentrarti sulla gara>> formulai dopo essere uscita dall'ascensore.

L'ascensore era davvero troppo lento e per fare sei piani ci metteva venti minuti.
Non capivo le parole di Charles, non trovavo il nesso.
Ma non mi sarei fatta abbindolare da due occhi azzurri. Non più.

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