capitolo due

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CLAIRE'S POV

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CLAIRE'S POV

Un vestito rosso era adatto alla cenetta romantica con i colleghi di papà. Non avevo ben capito chi ci fosse ma era importante fare buona impressione, giusto?

Appena sentii dei borbotti provenienti dalla sala inferiore, mi decisi di scendere.

<<O ragazzi, questa è mia figlia Claire>> mi presento papà appena mi vide scendere dalle scale.
Salutai il capo ingegnere e i colleghi. Poi si presentarono a me i due piloti della formula uno.
<<Io sono Carlos Sainz>> mi disse con un sorrisone che cercai di ricambiare.

<<Io sono Charles Leclerc>> si presentò il
secondo pilota che sembrava davvero molto carino.
"Niente pensieri intrusivi sui piloti di papà" pensai.

<<Claire>>.

<<È davvero un bel nome>> affermò quest'ultimo. Stava cercando di flirtare con me?
Roteai gli occhi al cielo. <<Come ti pare>> sorrisi.
<<Bene, signori! Vogliamo accomodarci!>>
venne in soccorso mio padre Vincenzo.

A tavola, tutti borbottavano della vettura, del gran premio e delle altre case costruttori. E mi annoiavo tremendamente, perché non c'era nessuno che parlasse di qualcosa di interessante.

<<E tu, piccola Chiara? A cosa sei interessata>> introdusse il discorso il capo-ingegnere.
<<È Claire>> sorrisi falsamente e con la coda nell'occhio c'era mio padre che strabuzzò gli occhi.
<<E io sono interessata alla moda. E al business>> sorrisi.

<<Alla moda??>> mi domandò Charles.
<<Sei per caso sordo?>> lo guardai disgustata.
<<Claireeee>> mi richiamò papà.

<<Mia figlia non ha peli sulla lingua e non preoccupatevi, è acida con tutti>> continuò.

<<E quindi verrai anche tu con noi?>> mi chiese Sainz e per poco non sputavo l'acqua.
<<Perche me lo chiedi?>> mi sistemai la ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<<Perche non dovrei?>> a un certo punto piombò un silenzio tombale. Ma che voleva dire?
<<Ma certo che verrà, la mia bambina ama stare con papino!>> spalancai gli occhi per un millisecondo ma poi ripresi a sorridere in un modo piu falso di prima.
<<Ma certo! Stavo solo scherzando, tutto qua>> lasciai uscire una risata isterica per poi continuare a bere la mia acqua.

<<Magnifico, Vincenzo! Due Angelelli in linea...ne vedremo delle belle!>> proseguì il capo-ingegnere.

Cercavo un po' di aria, cosa che era difficile trovare nella vita frenetica e lussuosa di MonteCarlo, soprattutto quando bisognava smaltire l'idea che saresti partita, visitato più hotel che altro e visto delle vetture di F1 girare e girare sullo stesso circuito.

"Dio ma perché?" pensai tra me e me.

<<Ei>> una voce da dietro mi richiamò mentre il vento estivo soffiava sulla mia pelle scoperta.
<<Ei>> ricambiai mentre dalla luce notturna, scorgevo il volto di Leclerc.

Charles era davvero un ragazzo attraente; aveva degli occhi azzurri come il mare e i capelli castani gli cadevano dolcemente sulla fronte che mi faceva sorridere di quanto la sua immagine fosse così tenera.

<<Perché ho come l'impressione che tu non ci voglia venire?>> domandò.
<<Perche è così. Non ho mai amato le auto quanto faceva mio padre, o come fate tutti voi. Io leggo la rivista Vogue, prendo il sole oppure vado alla Spa, non vado in viaggio per sporcarmi le mani con dei motori>> formulai la frase con una certa tranquillità.

<<Magari ti divertirai, se non esperimenti non potrai mai saperlo>>
<<O mio Dio, mi stai davvero dando consigli motivazionali su come vivere la mia vita?>> lo guardai scioccata, ma poi scoppiamo entrambi a ridere.

<<Dopotutto potresti insegnarci lo stile dell'eleganza, signorinella>>
<<Hai ragione, avrei davvero tanto di cui insegnarvi!>> dissi.

<<Mi stai piu simpatica quando sei meno acida, ricciolina>> confessò.
<<Si ok, non ti ci abituare, Leclerc. Come minimo dovrai sudare per vedere un sorriso nel bel mezzo di una settimana con formula uno>>

<<Pensavo che magari potremmo prenderci un gelato insieme prima di ricominciare la stagione. Giusto per conoscerci, così avrai qualcuno con cui parlare nel viaggio>>

<<È un modo carino per dirmi "Claire sei troppo bella, ti prego usciamo insieme?">>
<<Pensi che voglia dirti questo>> si avvicinò, mordendosi il labbro.

<<Beh, come si fa a non volermi?>> sorrisi e  lui mi guardò in completo silenzio.
<<Ma in ogni caso, mi sento gentile e ti dirò che va bene. Tieni il mio numero, contattami quando ti deciderai.Impressionami. Non farti aspettative!>> rientrai a casa.

A quanto pare, avevo un incontro da cui prepararmi mentalmente.

A quanto pare, avevo un incontro da cui prepararmi mentalmente

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