capitolo tredici

49 3 0
                                    

 CLAIRE'S POV

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


CLAIRE'S POV

Sette anni fa

Amavo la brezza estiva che mi coccolava mentre ammiravo il sole tramontare e le onde oscillare in un suono a dir poco romantico e rilassante. Mi sentivo sul serio a casa. Quella sera avrei dovuto gareggiare per il mio fidanzato visto che aveva bisogno di vincere dei soldi.

Avevo imparato a guidare grazie a mio nonno ed ero un talento nato, infatti io e Chuck sognavamo di diventare i nuovi Ayrton Senna nella formula uno. Chissà quant'era bello poter guidare una vettura di tale calibro!

Ma io avevo solo quindici anni e tra poco sarei dovuta ritornare in Italia per continuare le superiori mentre cercavo di godermi le mie estati qui a Valencia.
Cercavo di respirare fino in fondo l'odore di salsedine e di dimenticare che sarei dovuta ritornare alla monotonia della classica ragazzina perfetta.
<<È assurdo che la nostra estate sia già finita>> formulò Aiden, il mio ragazzo, mentre fissava la scena paradisiaca dinnanzi a sé.
Sorrisi. Aveva degli occhi color nocciola profondi e dolci e il ciuffetto biondo cenere si confondeva con la sabbia con cui si era circondata la sua pelle abbronzata.

Io e Aiden stavamo insieme da già un anno e per quanto avessi potuto essere giovane per poterlo dire, lui era di sicuro il mio primo amore. Un amore pieno di vertigini, adrenalina e pace.
<<Già>> dissi.
<<Ma tu sei più bella>> affermò per poi scoppiare entrambi in una risata leggera. Con Aiden anche il mio cuore e la mia mente erano più leggeri e potevo essere davvero chi volessi essere.
<<Sei sempre il solito>>
<<Dico solo la verità >>

Presente

<<Non pensavo saresti sul serio venuta>> si sconvolse Dj Lando.
<<Sei fortunato soltanto perché non ho avuto appuntamenti con l'estetista, sennò ti avrei dato buca>> mi tolsi gli occhiali per poi rivolgergli uno sguardo disgustato.
Essere -quasi- minacciata da un pilota di formula uno non era di certo nei miei piani soprattutto se il pilota poteva essere un noto rivale per la Ferrari, ovvero la casa costruttori dove mio padre lavorava.
<<Mi domando perché tu mi sottovaluti>>
<<Santo cielo! Tu non hai niente da fare nella tua vita frustrante? Un po' di Bach rasserenerebbe la tua vita paranoica per il campionato credimi>>

<<Andrò dritto al punto visto che sei una grandissima rompicoglioni, signorina Angelelli. Voglio una collaborazione per vincere contro Verstappen>>
<<Mi stai letteralmente chiedendo di voltare le spalle a mio padre e a tutto il team per un moccioso come te che non si sa gestire una gara in modo pulito?>> per poco non urlai appena sentii quelle parole cruenti e masticate con forza e ira.
<<Non so quante scelte tu abbia>>
<<Uff... se vuoi posso provare ad aiutarti a migliorare la tua pessima guida e trarre qualche punto, ma non volto le spalle alla mia famiglia>>
<<Tu sai guidare?>> mi guardò stupefatto.
<<Credimi non hai idea di che cosa sono in grado di fare>>

<<Accetto>> mi strinse la mano e io mi recai verso l''autodromo per le prove libere.

<<Ei, tesoro! Tutto il team ti stava cercando, tra poco ci sono le prove libere, ma dov'eri finita?>> domandò mio padre appena mi vide.
<<Nulla di che papà, ho ricevuto una telefonata tutto qua>> sorrisi falsamente. A che cosa mi avrebbe portato mentire a mio papà?

Ultimamente lo percepivo. Percepivo il ricordo di Aiden e di quella sera. Avevo cercato in tutti modi di cambiare vita e dimenticare il passato che nel momento meno opportuno era riuscito a ritornare a galla e pugnalarmi alle spalle. Forse stavo sbagliando e non avrei trovato soluzione ai miei problemi.
"Non posso permettermi di rimuginare sulle mie scelte proprio ora su qualcosa successo ben sette anni fa" pensai.

Le prove libere proseguirono bene e tutto il team era abbastanza contento. Ci sarebbero state le qualifiche domani e puntavano chiaramente al meglio, visto che sarebbe stata casa nostra il circuito su cui gareggiare domani.

<<Forse stiamo sbagliando qualcosa con i tempi, dovremmo far un check con la vettura>> borbottavano tra di loro gli ingegneri per cercare strane strategie e un modo sicuro per riuscire a vincere.
<<Non possiamo far guidare le vetture dopo la fine delle prove libere>>
<<Posso farlo io>> ammisi. <<Certo, non sarò la campionessa del mondo ma se mi date le istruzioni posso riuscire a guidare>>
<<Tesoro, sei la nostra salvezza! Marco dalle la tuta e tutto il necessario>> diede indicazioni all'assistente mio papà.

Avevo paura, tanta paura. Forse avrei dovuto stare zitta. Ma a loro serviva qualcuno.
<<Claire Sephora Angelelli, da quando siamo così insicuri su qualcosa? Stare qua ti sta dando la testa. Ce la devi fare C, per forza>> cominciai a parlare tra me e me, mentre guardavo il mondo da una prospettiva diversa: essere seduta su una vettura di formula uno e avere le mani tra il volante era decisamente qualcosa che non mi sarei aspettata di fare.

<<Ok, Claire, mi senti?>> disse una voce dal microfono.
<<Si, ti sento>> parlai.
<<Ricevuto. Io sono Davide e sarò l'unica voce che sentirai nel tragitto. Ti darò le indicazioni, va bene?>>
<<Ricevuto>> avevo il cuore a mille.
Forse non ero mai stata così vicina da morire.

<<Ok, allora partiamo>> disse Davide che diede il via al timer costituito dai secondi che avrebbero decifrato la mia salvezza o la mia morte.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
ONE SECOND Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora