8. I may look happy, but...

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DIANA

Finalmente è arrivato quel momento dell'anno in cui posso indossare la mia bellissima pelliccia azzurra e questo sabato sera sarebbe un grave errore non sceglierla come giacca, anche perché la mia tutina in maglia di Chanel azzurra si abbina perfettamente.

Ammetto di sentire un po' di freddo alle gambe, soprattutto in motorino, però non importa.

L'ipotesi peggiore, alla fin fine, è ammalarsi.

Mentre guido verso Bass, il bar dove Sole sta aspettando me, Penelope e Lavinia, osservo le luci della città, così calde e stranamente accoglienti.

Questa città, la stessa che è stata lacerata da menzogne, la stessa che non ha aiutato mia sorella, la stessa che per dieci anni mi ha guardato con uno sguardo pietoso e al contempo mi ha giudicato, sembra più belle sotto queste luci.

Ci ho pensato così tante volte ad abbandonarla, a scappare; prendere tutto ciò in mio possesso e andarmene via, lontano, forse a Londra, dalla nonna Kate, ossia la madre di mio padre.

Certo, mi avrebbe fatto molto bene cambiare aria, sopratutto dopo ciò che ho passato, ma credo che mi abbia fatto molto meglio restare; in un qualche modo mi ha reso forte camminare, inizialmente col capo chino ma poi alto, sotto gli occhi giudicanti della gente.

Perché alla fine è andata così, è inutile fingere che non sia successo.

La mia famiglia è stata coinvolta in uno scandalo che ha scioccato chiunque all'interno di questo piccolo paesino.

E le persone qui giudicano parecchio, senza sapere nulla di tutto quello che c'è dietro.

In questi anni ho dovuto necessariamente imparare a fregarmene del giudizio altrui, perché tanto qui, chiunque tu sia, qualsiasi cosa tu faccia o abbia fatto, ti giudicheranno a prescindere.

Non importa se loro hanno fatto peggio.

Il giudizio altrui non mancherà mai.

Giro all'ultima curva con il
motorino e vedo mia cugina davanti al locale.

Non appena Sole mi vede, inizia a sbracciare; è vero, non la vedo da un bel po', però sta attirando tutta l'attenzione su di sé.

Parcheggio il motorino davanti al bar e vado da lei, contenta di vederla.

È come una sorella per me; battibecchiamo, ridiamo, piangiamo, ma ci vogliamo molto bene.

Lei mi è sempre stata vicina; è stata la prima amica che io abbia mai avuto e anche se non siamo veramente cugine di sangue, dato che è stata adottata, io la amo come tale.

Accanto a lei è presente, però, un ragazzo biondo, che riconosco subito essere Ettore, il suo migliore amico.

<< Ettore, da quanto tempo>> gli do un abbraccio caloroso.

Con Ettore ho sempre avuto un bel rapporto, dato che lui e Sole si conoscono da quando sono bambini.

Hanno, infatti, frequentato tutte le scuole insieme e il loro rapporto è sempre stato paragonabile a quello tra due fratelli.

È una sorta di amore platonico ecco.

Nel mentre anche Lavinia e Penelope ci raggiungono, così entriamo nel bar e ci fanno accomodare.

<< Sono felice di vederti, ma Sole non ci ha detto che venivi nella nostra serata "solo ragazze">> dico, rivolgendomi a Ettore e guardando mia cugina, come per chiederle il motivo per cui non ci abbia avvisate.

<< Sono qui perché hanno cancellato la serata al Glam, la discoteca in cui dovevo andare e quindi ho pregato Sole di portarmi con lei>> spiega.

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