DIANAÈ mercoledì e io sono un po' combattuta.
Lunedì sono stata scortese con Raffaele e non avrei dovuto; dopotutto l'ho respinto perché ero nervosa, non con lui, ma a causa di mio padre.
A proposito di mio padre, sto preparando la cena per entrambi.
Una bella pasta alla carbonara, sperando che gli piaccia.
Lui ama la cucina romana e io la gradisco abbastanza, quindi perché no?
Sentendo il campanello, vado ad aprire la porta a mio padre, che entra con la sua valigetta e dopo avermi salutato va in camera sua a cambiarsi.
Io nel mentre mescolo la pasta aggiungendo i tuorli precedentemente sbattuti e inserisco anche il guanciale, per poi servire il tutto in due piatti.
Mio padre esce dalla sua stanza con indosso una tuta e si siede a tavola.
<< Da quando sai fare la carbonara?>> chiede impressionato.
<< Da quando la zia Bianca mi ha insegnato questa ricetta; a vederla sembra buona>> gli dico, iniziando ad assaggiarla.
Per ora nella stanza c'è un silenzio imbarazzante.
Dopo lunedì io e mio padre non abbiamo più parlato.
La sua voce interrompe il silenzio assordante e il suono della forchetta che batte sul piatto mi fa rivolgere l'attenzione su di lui.
<< Senti Diana, l'altra mattina non volevo dire quelle cose su tua sorella>> mio padre si sta scusando o mi sbaglio?
Poso la forchetta anche io e lo ascolto.
<< Quello che intendevo dire è che devi imparare a convivere col fatto che lei non ci sia più, anzi, dobbiamo impararlo insieme>> mi porge la mano.
Mi sembra un discorso surreale.
Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da lui.
Avvicino la sua mano alla mia.
<< Tua sorella manca anche a me, sai? Quando l'ho vista dentro quel sacco nero, col viso pallido e sereno, sono morto insieme a lei. E avrei potuto fare molto di più per salvarla. Molto di più. Non averla aiutata è il rimpianto più grosso della mia vita — scuote la testa — lei era mia figlia e io l'ho abbandonata>> non avevo mai visto mio padre così vulnerabile.
<< Quando ho visto Miriam togliersi la vita è stato traumatico>> confesso.
<< Non posso nemmeno immaginare cosa tu abbia provato alla vista di tua sorella. Non avresti dovuto essere lì in quel momento. Eri troppo piccola>> continua a scuotere la testa.
<< È vero, ero troppo piccola e non avrei dovuto vederla. Ma è successo ormai e bisogna conviverci>> ammetto, anche un po' a me stessa.
Non ha più senso continuare a portarmi dietro questo dolore.
Non ha più senso incolparsi di tutto.
Devo imparare a vivere la mia vita come un'adolescente normale.
E anche se non c'è nulla di normale nella mia famiglia, non posso continuare a precludermi le cose belle della vita, solo perché mi sento colpevole della morte di mia sorella e immeritevole di ogni tipo di bene.
Non sarebbe giusto, né per là me di ora, né per la me bambina.
<< Ti chiedo scusa Diana, per tutto quanto>> mi alzo dalla sedia e vado verso di lui.
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Baci alla crema
Roman d'amourLa vita di Diana Martinelli è tutt'altro che semplice. La sua famiglia è spezzata a metà da un episodio del passato che riguarda sua sorella Miriam e nemmeno tutti i soldi che hanno possono renderla felice. Un episodio straziante, orribile, che no...