Capitolo 5

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La mattina raggiungo Jane e Iris nell'atrio della scuola.

«Ciao, possiamo parlare?» mi saluta la seconda. Ha un aspetto tremendo, sembra non aver chiuso occhio la scorsa notte, i capelli neri arruffati sono raccolti in una coda bassa e ha un viso spento. Stranamente è struccata e senza l'eyeliner i suoi occhi sono più piccoli e rotondi. Acconsento e mi trascina vicino al muretto che contorna il campo di calcio.

«Scusa per ieri, ho reagito in modo sbagliato, so che volevi solo essermi d'aiuto e lo apprezzo. Solo che... in quel momento io...» balbetta.

«Tranquilla, capisco ciò che vuoi dire e capisco le tue ragioni, va tutto bene.»

«Jane... te l'ha detto?» alza lo sguardo incrociando il mio, con timore.

«Si, non avrebbe senso mentire dicendo il contrario. Però, per quanto vale, voglio dirti che con me puoi stare tranquilla.»

«Non è una cosa che vorrei sapessero tutti. Spero tu possa capirmi. A dire la verità non mi piace proprio parlarne.»

«Si, stai tranquilla. Davvero.»

Non so minimamente ciò che passa lei ogni giorno, ma provo a immaginarlo. Vivere nella costante paura che qualsiasi cosa potrebbe farti del male, di venire giudicata per questo...gliela vedo incisa nel suo modo di parlare e di porsi al mondo.

Le sorrido dolcemente. Lei sembra trattenersi.

«Volevo parlarti anche di un'altra cosa, in verità...» comincia.

Viene interrotta da un boato provenire dalle mie spalle, Matthew, Andrew e Lucas - un biondino arrivato quest'anno che è già entrato a far parte della squadra e ha già riscosso successo, per il suo aspetto classico da principe azzurro di cenerentola - hanno appena varcato il confine del campus, e si avvicinano.

Un braccio mi si mette intorno al collo, è Matthew.

«Buongiorno!» mormora sorridente.

Nel frattempo anche Andrew si avvicina, con fare dubbioso. Iris gli fa un sorriso, mormorando un «Ciao» e lui fa un misero cenno del capo nella sua direzione.

Matthew rompe il silenzio, rivolgendosi ad Iris, «Comunque volevo chiederti scusa per ieri, sono stato pessimo a ridere in quel modo.»

«Tranquillo. Scusa tu per la reazione, ho esagerato» sorride lei, cordialmente. La campanella suona e il peso del braccio di Matthew rimane anche mentre varco la porta di ferro e salgo gli scalini, superando l'ala di ingresso.

«Matthew non hai lezione?»

«Si, ci sto andando.»

Osservo la bacheca al passaggio dal corridoio, notando che c'è la lezione di storia.

«Peccato, oggi speravo di liberarmi di te» scherzo.

«Mi dispiace dirtelo, ma non potrai», controbatte.

Parlare con lui mi fa piacere, siamo sulla stessa linea d'onda. Entro nell'aula di storia notando la professoressa già seduta alla cattedra. Mi sbarazzo del braccio di Matt assestandogli un pizzicotto e mi siedo accanto alla finestra che dà sul giardino. Lui si siede dietro di me. Andrew è sparito, già da un pezzo ormai, credo. Subito dopo dalla porta entrano tutti gli altri alunni, comprese Jane e Iris. «Pensavo che avessimo lezioni diverse!» mormora Iris a bassa voce, sedendosi al posto davanti al mio, mentre a Jane tocca il primo banco.

«Buongiorno ragazzi! Ormai sono già passati parecchi giorni dalla vostra iscrizione a questo liceo, abbastanza per farvi ambientare. Ora voglio mettervi un pò alla prova...» comincia la professoressa, suscitando chiacchiere tra i banchi, «La mia idea era farvi fare un progetto a coppie, per legare anche di più tra di voi. Ogni gruppo sceglierà un argomento diverso da presentare all'orientamento di quest'anno. Sarà a Dicembre e dobbiamo cominciare a prepararci.»

In another life - The perfect Boy #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora