Capitolo 12

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«Ehi che succede?» Andrew si è avvicinato, continuando a tenere le mani nelle tasche dei pantaloni. Al collo ha una catenina argentata con una piccola stella che pende, non gliel'avevo mai vista.

«Da quando hai quella collana?», tiro leggermente sù col naso, sperando che non se ne sia accorto.

«Non cambiare argomento.» Mi ammonisce con un ghigno.

Mi siedo sulla panchina di legno della veranda, mettendomi una mano sulle tempie, compiendo dei gesti circolari per provare a placare il dolore. Lui si siede accanto a me, rispettando con pazienza i miei tempi, senza dire una singola parola fino a quando sono io la prima a parlare.

«Credo che sia finita davvero, con Eric.» Sento gli occhi farsi lucidi mentre sillabo quelle parole. Sono come un veleno lento che si è fatto strada in me e sta mostrando adesso le sue conseguenze più gravi.

«E non è ciò che volevi?»

«Era un'amicizia a cui tenevo molto, solo che... no, io...»

Io non so cosa voglio.

Sento le lacrime inumidirmi gli occhi.

Sollevo lo sguardo su di lui, che lo nota subito.

«L'ho presa qualche giorno fa, la collana.» Mormora silenziosamente. «Mi ricorda te.»

Una lacrima, che cercavo di trattenere, mi riga la guancia. Andrew ci posa la mano sopra, delicatamente, togliendola con l'indice. «Non ci pensare più per ora. Goditi la festa.» Il suo tocco è confortante e caloroso; quasi familiare, anche se di familiare non ha assolutamente niente. Non vorrei mai che smettesse di accarezzarmi, ma purtroppo dopo qualche secondo lo fa.

«E dopo la festa?», rispondo.

I ricordi mi annebbiano la mente.

«Di cosa hai paura?»

Sembra leggermi nel pensiero.

Ho paura che dopo la festa possa tornare tutto come prima: ho paura di soffrire come l'anno scorso. Ma non voglio dirlo. Ha ragione, devo godermi la festa. Ci penserò dopo.

«Nulla, tutto apposto.»

Mi alzo di scatto, asciugandomi le altre lacrime, impedendogli di replicare. Fa una faccia stranita ma decide di assecondarmi, e non potrei che essergli più riconoscente. Porto alcuni boccoli davanti sul petto.

«Vado un secondo dentro, torno subito.» Mormoro, prima di dirigermi in bagno.

Mi guardo allo specchio e apro il rubinetto per sciacquarmi i polsi, è l'unico modo che conosco e che funziona su di me per provare a frenare l'ansia che sento, pensando alle parole che ho detto ad Eric.

Le penso davvero? Sono seriamente pronta ad andare avanti, per sempre? Ero convinta quando gli ho detto che non ero più innamorata di lui?

Ma... soprattutto, era davvero amore?

Qualcuno bussa alla porta, facendomi uscire dai pensieri che mi avevano ormai quasi del tutto annebbiato la mente.

«Oh sei tu, ti cercavo! Prendi per favore la torta e la metti sul tavolo fuori? Devo fare una chiamata urgente.» Sussurra mia madre, come se fosse un segreto.

Subito dopo mi guarda, notando il mio lieve rossore in viso, «Tesoro tutto bene? E' successo qualcosa?»

«Poi ti racconto. Si nota tanto?», ovviamente è questo il mio problema.

«Non hai pianto, vero?», mi chiede, come a voler negare la realtà anche a se stessa, «Vi ho visti, se è per Eric mi dispiace. Lo sai che, per quanto voglia bene a lui e alla sua famiglia, non mi è mai piaciuto come si è comportato con te.»

In another life - The perfect Boy #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora