Capitolo 18

24 9 10
                                    

Questa mattina non avevo avuto il coraggio neanche per aprilo, il telefono, per paura di ricevere qualche notifica o accorgermi di quanti errori avessi commesso la notte precedente. Me ne sarei pentita per il resto dei miei giorni e ne ero pienamente consapevole, sia di questo che, soprattutto, del fatto che ora la mia scusa del "non lo conosco" non valeva più.

Perché... sì, era solo una scusa.

Ora sapevo tante, troppe, cose sul suo conto per permettermi di dire una cosa del genere. Quando sono arrivata in classe quella mattina finalmente ho acceso il telefono, più per una questione di necessità che per volere.

Fortunatamente non avevo trovato nulla di strano o differente rispetto a questa notte.

Scrivo a Matt di incontrarci a ricreazione nel cortile. Quel progetto di storia aveva urgente bisogno di essere creato e non volevo neanche pensare al momento in cui avremmo dovuto organizzare l'esposizione, perchè questo avrebbe coinvolto anche Andrew. Ma ancora non era il momento per pensare a quello, e per un attimo ringrazio me stessa per aver trascorso le ultime settimane a deprimersi, soppressa da fazzoletti e migliaia di coperte addosso. Mi sono permessa di ritardare questo momento e godermi gli ultimi attimi di pace prima della Iris-tempesta. Magari lo avrebbe scoperto, ne ero a conoscenza, ma forse ormai non mi importava più di tanto, dovevo dare ascolto al mio cuore e proprio il mio cuore ieri sera voleva davvero parlare con Andrew.

Matt mi risponde con un pollice in sù, non si è certamente sprecato in una risposta più eloquente, ma mi basta. L'eloquenza la può anche tenere conservata per il giorno in cui dovrà parlare del progetto di storia, quello è l'importante.

Alla campanella della ricreazione raggiungo il campo quasi inciampando nelle scale, per la fretta di terminare l'organizzazione di questo dannato progetto.

Scorgo Matt sul suo solito muretto in compagnia del suo gruppetto di amici e neanche lo saluto prima di iniziare a parlare.

«Hai fatto qualche ricerca?» Dal suo sguardo capisco che non sapeva neanche da dove iniziare, altro che fare ricerche.

«Matt, ti avevo chiesto per favore di fare delle ricerche, non mi far fare tutto da sola, ti prego!»

«Amica mia, me lo hai chiesto ieri notte. Pensavi che l'avrei passata insonne a fare le tue dannate ricerche? Ti voglio bene, ma non esageriamo...»

«E allora... quando hai intenzione di farle?»

«Oggi le faccio, chill.» Solleva una mano e la scuote verso il basso, per farmi abbassare il tono di voce.

Il suo atteggiamento mi dava sui nervi, ma riconosco che per settimane è stato lui a mettermi pressione.

Di certo non è fissato con il rispetto degli impegni quanto me, quindi l'effetto è decisamente diverso... ma le risposte che ha ottenuto sono state anche peggiori quindi, per una volta, glielo posso concedere.

«Allora oggi pomeriggio ci vediamo e mentre tu fai le ricerche io inizio a impostare il powerpoint, ti potrebbe andare bene?», gli propongo, speranzosa che accetti.

«Ehi no, aspetta... oggi non dovevamo vederci a casa mia?»

Quella voce...

Matthew guarda alle mie spalle, e so benissimo per quale motivo. Andrew poggia una mano sulla mia spalla come per salutarmi e si siede accanto a Matthew.

Quel tocco di pochi secondi mi fa rabbrividire.

Dopodiché incrocia le braccia e rivolge a lui uno sguardo interrogativo.

«Ehm...» Matt sembra preso alla sprovvista, con la testa che ha si sarà probabilmente dimenticato di avere un impegno.

«Vabbè tranquillo, possiamo anche farlo domani...» obietto, per andarmene di qui il prima possibile.

In another life - The perfect Boy #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora