Capitolo 14

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Scendiamo le scale di corsa dopo aver afferrato le borse e tutto ciò che ci serviva, usciamo da casa e ci infiliamo in macchina, io come sempre dalla parte del finestrino. 

Sarà una bella serata, me lo ripeto come un mantra mentre aspetto che anche mia madre e Jane salgano in macchina. Alzo la testa per un attimo e intravedo le ante della finestra di Andrew aperta.

Chissà se alla fine verrà...

Negli ultimi giorni non ci eravamo sentiti, ci eravamo limitati a scambiarci degli sguardi nascosti nel corridoio oppure dalla finestra, non mi aveva fatto sapere se sarebbe venuto alla festa e ogni giorno rimuginavo su come io glielo avessi chiesto. Sarò sembrata disperata.

Mia madre ci lascia proprio davanti alla porta della palestra della scuola, adibita per l'occasione: piena di festoni e luci psichedeliche. Tutte le entrate sono decorate con zucche intagliate e le luci sono più offuscate, sui toni del rosso e dell'arancione, per creare l'atmosfera cupa. Tutti quanti sono travestiti, con cappelli particolari e costumi da fate e stregoni.

Ci catapultiamo fuori dalla macchina e quando entriamo cerchiamo di sembrare più disinvolte possibili. Non risulta facile: per Jane che deve far finta di non aver già puntato il suo sguardo su Jackson, infondo alla sala, ma soprattutto per me. 

Appena lo vedo sono certa che il mio cuore abbia saltato un battito.

Alla fine è venuto alla festa.

Ha una t-shirt nera dalla quale si intravedono leggermente i pettorali e i ciuffi ricciolini leggermente ingellati, che gli ricadono sulla fronte, tiene le mani nelle tasche e sorride. Ha un cappello buffo a cilindro, anche se non ne sembra molto fiero. E' lontano da me, ma sento il suo sguardo ovunque. 

Jane mi da un colpetto col gomito per farmi capire che sto esagerando e riprendo lucidità. Alcuni girano con dei cestini a forma di zucche, spargendo caramelle nella sala. Ne prendo una al volo e la metto tra i denti, osservando la reazione di Andrew a quel mio gesto.

«Ehi eccovi qui.» Matthew interrompe la mia visione, mettendocisi proprio di fronte.

Mi saluto con Jane che si dirige a cercare Iris e nel frattempo mi avvio con Matthew verso quella che sarà la mia fine.

«Ragazzi lei è Eleanor. Ele, loro sono Jeremiah, Carlos, Benjamin, David, Vicky, Evelyn, Jo e... Andrew, credo tu lo conosca già.» Sorride, dopo avermi indicato tutti quanti anche se non mi ricordo neanche un nome. Riconosco subito le ragazze sugli spalti dietro me e Jane alla partita, evidentemente fanno proprio parte del gruppo ristretto... buono a sapersi.

Rivolgo la mia attenzione su Andrew, che per tutto il tempo sembra non aver fatto altro che osservarmi. Gli rivolgo un sorriso e lui lo ricambia.

Finalmente la festa comincia e parte la musica. Reggaeton, mi piace! Dopo pochissimi secondi iniziano a portare le bottiglie di alcool e Jeremiah, un ragazzo tatuato con un ciuffo scuro, colui che ha organizzato la festa, si propone di preparare i drink. Vedo subito arrivare Jane seguita da Iris, che mi rivolge un sorriso di circostanza guardando alle mie spalle ma non dice niente.

«Corri! C'è la canzone che ci piace», urla Jane invitandomi ad andare con lei in pista. Guardo Matthew avvisandolo che arriverò tra poco e la raggiungo.

Ci buttiamo nel centro della pista iniziando a ondeggiare al ritmo della canzone Dakìti, mi ricorda quando andavamo al mare con l'autobus e la ascoltavamo condividendo le cuffiette. Jane si affianca a Jackson, iniziando a muovere il bacino a ritmo. Anche io mi faccio prendere dal momento e sfodero le mie mosse migliori, cercando di sciogliermi.

In another life - The perfect Boy #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora