La nota autrice che normalmente metterei a fine capitolo la scrivo qui, dato che ho bisogno di alcune premesse prima che continuate la lettura.
Per prima cosa, non sono per nulla soddisfatta di questo capitolo, inizialmente l'avevo scritto dal punto di vista di Werrsot e dal delirio dovuto alla febbre, ma poi ho riflettuto sul fatto che già lo scorso capitolo l'avevo dedicato a Werrsot quindi ho preferito concentrarmi di più su Markann.
E scrivere di Markann, della sua emotività e delle sue emozioni significa mettersi nei panni di una persona misogina, violenta, e sopratutto, abusiva ( non dimenticate che ha letteralmente preso Minh come domestica ma di fatto l'ha resa una schiava compiendo su di lei abusi fisici, sessuali e psicologici ), ed essendo abituata si a scrivere di personaggi maschili ma per lo più positivi, scrivere di un uomo simile è destabilizzante e insomma, parecchio difficile, senza contare che è un uomo represso emotivamente, non sa esprimere le sue emozioni se non con le sopraffazione, è quel tipo di personaggio che preferisce essere temuto che amato.
E qui entra in gioco Werrsot, un saltellante cucciolo cresciuto solo fisicamente ma mentalmente parecchio ingenuo, almeno apparentemente - l'abito non fa il monaco non è solo una citazione - ( seppur con parecchi traumi, si può argomentare, se avessi concluso gli studi di psicologia, che la sua ingenuità e visione del mondo siano una risposta a essi ) che ama la natura e gli esseri viventi, e quindi anche tipi scontrosi e poco affettuosi come Markann.
Quindi uno come Werrsot crea un cortocircuito nel modo di pensare ed esporsi di uno come Markann, un cortocircuito che lo porterà a mettersi in discussione e fare un immersione nei suoi, di traumi e mancanze, ma dopo un cortocircuito la corrente torna sempre, e cosi Markann si riscopre quello che è sempre stato, perché questa non è la storia di un "arco di redenzione" dove il cattivo diventa buono, qui non ci sono cattivi, solo antieroi grigi che a volte tendono più al nero o al bianco, e Markann come tutti quanto oscilla verso l'uno e poi l'altro, ma per poi ritornare al punto di partenza.
Quello che cerco di dire è di non farsi traviare da questi momenti di momentanea introspezione dovuta a un momento particolare che rivelerà le fragilità di Markann, ecco, è solo un momento perché poi tranquilli ritorna la carogna che è sempre stata perché a noi i "cattivi" che diventano troppo buoni non piacciono.
Ok dopo questa premessa più lunga del capitolo avviso che il sudetto sarà abbastanza schizofrenico così come schizofreniche sono state le revisioni per arrivare a questo momento, la grammatica e sinossi è pessima con i tempi sballati, già avverto potenziali grammar-nazi, le descrizioni sono assenti, insomma formalmente è pessimo e moscio, me ne rendo conto da sola e niente, se trovate dei momenti teneri e emotivamente "ahw" non vi preoccupate, poi passeranno velocemente, smontando tutti i castelli che vi farete sicuramente ( non è vero, io me li sono fatta deludendo poi me medesima quando li ho smontati ).
Sì mai una gioia per Markann, che non se la merita, o forse si?
Me lo direte voi a fine capitolo.
Bene, vi aspetto nei commenti e poi tutti al prossimo capitolo ( si spera un po' meglio di questo ) pronti per riunirvi con l'armata Brancaleone che attualmente vaga per Misserto insieme a un redivivo Khornos e vampirame vario.
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La prima cosa che Markann avvertì furono i calci, non dolorosi, ma abbastanza fastidiosi da svegliarlo.
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La persistenza dell'eternità.
FantasyIn una terra dove i cieli d'estate sono viola, e blu scuro d'inverno senza la luce rossastra del sole, e i vampiri sono in guerra con gli esseri umani e gli elfi quasi scomparsi, Ivark, il protagonista, è un vampiro da troppi anni, anzi, secoli. Eg...