𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟐

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17 giugno 2023

«Ma quante ne hai?»

Gongolai dello stupore di Filippo appena mise piede nel mio garage. Era uno spettacolo che impressionava anche chi non fosse interessato al mondo delle due ruote.

«Otto, di cui quattro d'epoca,» risposi orgoglioso. «Quelle sono i gioiellini di mio papà, però. Le usa solo per andare ai raduni di appassionati.»

Si aggirò osservando ogni moto, le sue piccole dita scivolavano delicate dalle selle ai manubri. Provai un'invidia irrazionale verso le mie bambine a motore: avrei voluto che riservasse a me lo stesso trattamento, accarezzandomi la pelle con tutta la cura di cui era capace. Volevo di nuovo le sue mani addosso, dannazione, e portarlo in moto con me era l'unico modo per realizzare quel desiderio inopportuno che non potevo esprimere a voce alta.

Chiedergli di vederci era stato naturale. Cercavo Filippo perché necessitavo della sua allegria, della sua freschezza, della sua ironia... ogni suo messaggio mi faceva stare bene e non riuscivo a privarmene. Per questo vederlo era diventato un bisogno che non ero più riuscito a tenere a bada, e Brando mi aveva dato semplicemente la scusa per sentirmi meno in colpa nei suoi confronti. Se lui usciva con i suoi amici, io avevo il diritto di farlo con i miei. Non stavo facendo nulla di male.

"E allora perché gli hai detto che avresti fatto un giro in solitaria? Perché sai che Filippo non potrà mai essere solo un amico per te."

Maledetta coscienza! Aveva ragione, ma non ero intenzionato ad ascoltarla. Mia nonna, quel pomeriggio, aveva detto che dovevo iniziare a pensare a me stesso, a domandarmi cosa volessi davvero per il mio futuro. Ma come facevo a esserne sicuro se rimanevo ancorato alla mia vita attuale? Dovevo affidarmi all'istinto, interrogare il mio cuore e trovare la risposta. Avevo già tentato una volta, con conseguenze disastrose, ma non avrei ripetuto lo stesso errore. A questo giro, sarei stato più cauto, agendo nel rispetto sia di Filippo che di Brando.

Sto ragionando come un pazzo...

«Qual è la tua preferita?»

La voce di Fil mi fece tornare alla realtà e mi resi conto che non avevo smesso di fissarlo. Quando i nostri sguardi si incrociarono, le sue guance si imporporarono. In una situazione diversa non avrei esitato un secondo a baciarlo.

«Ehm... la mia preferita? Beh, direi il Ninja. Quella con cui sono passato a prenderti e andremo in giro stasera.»

«È la più veloce?»

«È quella con cui mi diverto di più a correre.»

Un'ombra gli oscurò per un attimo il viso, perciò chiesi con malizia: «Ti spaventa che possa andare forte?»

«In effetti, un po'.»

«Beh, dovrai tenerti bene allora. Non vorrei mai che volassi via, leggero come sei.»

A quel punto, il colore della sua faccia si era uniformato a quello dei capelli, ma non perse l'occasione di controbattere.

«Ti starò talmente appiccicato che mi scambieranno per il tuo zainetto.»

Scoppiai a ridere pensando a quella buffa immagine. Non vedevo l'ora di partire e che mettesse in pratica quanto aveva appena detto.

«Dai, provati questa roba così andiamo.»

Gli passai i jeans tecnici e le mie vecchie scarpe con protezione. Sicuro, quelle gli sarebbero state grandi ma meglio delle sue All Stars.

«Grazie. Ehm...» Si bloccò imbarazzato, guardandosi attorno.

«Sì?»

«Potresti voltarti mentre mi cambio?»

«Oh! Certo, certo. Scusami.»

Sunshine (You're my... vol. 2 - BoyXBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora