𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟐𝟎

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FILIPPO

5 agosto 2023

«Coniglietto, smettila di agitarti. Vedrai che andrà tutto bene.»

Eravamo seduti intorno al tavolo già apparecchiato nel giardino della casa dei genitori di Valerio. Lo osservavo che massaggiava le spalle tese del suo ragazzo, sopra la camicia di lino bianca. Samuele non parlava da quasi tutta la mattina, intento a pensare a quali conseguenze catastrofiche avrebbe portato il Pranzo di Mezza Estate di quell'anno. Non aveva tutti i torti: contro ogni previsione, suo padre aveva accettato l'invito dei consuoceri. Un gesto di apertura da parte di Ismaele che faceva sperare sulla definitiva accettazione della relazione del figlio, ma che avrebbe reso imprevedibile l'andamento della giornata.

«Ci guarderà tutto il tempo, per vedere come ci comportiamo.» Mugugnò Samu abbandonando la schiena contro il petto di Vale. «Non mi sentirò a mio agio neanche a sfiorarti un braccio.»

«Beh, allora meno male che mi hai già toccato abbastanza stanotte.» Gli schioccò un bacio sul collo, più carico di tenerezza che di lussuria.

Di fronte a quel bel quadretto, mi ritrovai a sospirare come un fudanshi. Mi domandai se alla cena di Natale io e Pietro saremmo stati altrettanto carini agli occhi degli altri.

Probabilmente no. Pietro era un ragazzo di buona compagnia, ma non era particolarmente affettuoso. I fiori erano stati l'unico gesto romantico nei miei confronti, evidentemente usati come mezzo per conquistarmi.

Mi alzai e andai in cerca di mia madre. Da qualche giorno mi frullava un pensiero per la testa. La trovai in cucina a parlare con Sandra, mentre la padrona di casa stendeva il ragù e la besciamella sulle lasagne.

«Ma', posso parlarti?»

«Sì, certo. Che c'è?»

Le lanciai un'occhiata eloquente per farle capire che intendevo da soli. Per fortuna, bastò per farmi seguire fino al salotto dove non c'era nessuno che ci avrebbe disturbati.

«Senti...» iniziai, un po' in imbarazzo. «Ti dispiace se stasera resto a Genova e vi raggiungo domani a Sestri?»

«Va bene. Verrai con il treno? Mi sa che la macchina servirà a tua sorella.»

«Sì, prenderò il regionale veloce che arriva all'una, così posso pranzare con voi in spiaggia.»

«D'accordo. Come mai questo improvviso cambio di piani?»

Rimasi a molleggiare sul posto, indeciso su quanto essere sincero. Non mi ero mai fatto problemi a parlare apertamente con lei, ma era la prima volta che invitavo un ragazzo a dormire a casa nostra... e non c'era molto margine per non mal interpretare le intenzioni. Optai per una mezza verità.

«Esco con Pietro. Visto che la prossima settima parte, volevo passare un po' di tempo con lui.»

«Vi trovate bene insieme?» Si interessava sempre alle mie frequentazione senza essere invadente, ma questa volta percepii una nota di preoccupazione nella sua voce; perciò, cercai di rassicurarla.

«Certo. Cioè... dubito che sarà l'uomo della mia vita, ma per ora ci facciamo buona compagnia.»

«Ok...» Non sembrava convinta e mi sentii improvvisamente a disagio.

«Perché me lo chiedi?» Non potei fare a meno di domandarle.

Si mosse a disagio sul posto e poi scostò una ciocca di capelli che mi era caduta sugli occhi.

«Niente, è che... ultimamente non ti vedo felice, e non è da te.»

Com'era possibile che le mamme avessero un sesto senso così ben sviluppato con i figli? Mi aveva posto una domanda di cui sapeva già la risposta, perché me la leggeva addosso. Evidentemente, non ero così bravo a fingere come mi sarebbe piaciuto. Almeno con lei, non avrebbe avuto alcun senso continuare a farlo.

Sunshine (You're my... vol. 2 - BoyXBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora